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 2010  aprile 02 Venerdì calendario

FALSA PARTENZA DEL WIMAX IN ITALIA INTERNET SENZA FILI RESTA UN´OPZIONE PER POCHI - ROMA - I

colossi possono stare sereni: il loro strapotere non verrà scalfito. Mentre per gli utenti è il momento della delusione: il WiMax non riuscirà a rivoluzionare il mercato telefonico. A un anno dal suo debutto italiano, questa banda larga alternativa - che è senza fili, dunque scavalca la rete Telecom - presenta numeri piccolissimi. Riesce sì a sfornare offerte low cost (da 20 euro al mese, per navigare e telefonare via Internet senza canone), ma in zone circoscritte del territorio. I clienti WiMax italiani, alla fine, sono solo 15 mila. Ben altre erano le speranze riposte nel WiMax, per le cui licenze gli operatori hanno versato 136 milioni allo Stato.
Alcuni degli operatori non sono nemmeno partiti con i servizi, mentre la copertura resta a macchia di leopardo su circa 40 province italiane. «La situazione del WiMax italiano è in pieno caos», conferma Mario Citelli, ex amministratore delegato di Aria, l´operatore che più ha scommesso su questa tecnologia con un piano da 300 milioni in tre anni. Il caso di Aria è emblematico. I suoi grandi piani si sono scontrati con la realtà della crisi mondiale, che ha tagliato l´accesso ai finanziamenti. Di qui: ritardi sulla copertura; dissidi nel management e Citelli che si licenzia, sostituito da un amministratore pro tempore nominato da Goldman Sachs, uno dei principali soci (con 25 milioni).
La buona notizia è che adesso Aria riprova a partire. A marzo i soci hanno deciso di ricapitalizzare (l´ipotesi è di 20 milioni di euro) e di ampliare la copertura, da maggio. Scadono a ottobre, del resto, i termini della licenza: gli operatori dovranno restituirla allo Stato, se per allora non riusciranno a garantire una certa copertura. Aria punta anche ad un accordo di fornitura a Telecom Italia, che potrà offrire la banda larga agli utenti nelle zone non raggiunte dall´Adsl tradizionale (quella via terra).
C´è aria di rilancio anche per Linkem, che ha investito 45 milioni in licenze (contro i 47,5 di Aria). A marzo i soci hanno ottenuto un ulteriore finanziamento, di 24 milioni (con Unicredit capofila e regista dell´operazione). A questi soldi, si aggiungono i 10 milioni di aumento di capitale. Nuovo ossigeno per raggiungere l´obiettivo «dei 500 mila clienti entro il 2012», come promette Davide Rota, l´amministratore della società.
Sono partiti anche i servizi di una quindicina di operatori sulla rete di Retelit, che vende WiMax a terzi. «I risultati sono minori del previsto, ma siamo ottimisti», dice Gilberto di Pietro, amministratore delegato di Retelit. Chiude il quadro Mandarin, un migliaio di clienti e un milione di utenti coperti, in Sicilia. Oltre a questo, il deserto. Tra gli operatori che avevano comprato le licenze: Mgm (azienda che ha il marchio OdeonTv) non è partita; WiMaxer sta ancora sperimentando. Idem per il consorzio Ribes e per Assomax. Se solo il WiMax non fosse partito così tardi in Italia, forse sarebbe andata diversamente. Altrove galoppa: negli Usa coprirà 120 milioni di utenti entro fine anno. Ma lo Stato italiano ha concesso in ritardo le licenze.