Daniele Lepido, Il Sole-24 Ore 2/4/2010;, 2 aprile 2010
RAME E ALLUMINIO RESTANO IN TENSIONE
Spingimi che io ti tiro, anche se l’importante è andare nella stessa direzione. questo l’invito (figurato) lanciato dalle materie prime al mercato in un momento di sprint delle quotazioni, in questa sbandata di primavera alimentata dai crescenti consumi asiatici, in primis cinesi. Forse un modo per tornare a crescere dopo un 2009 di timidezza dei prezzi, sintomo di una domanda asfittica e quindi di un’economia con la pressione (inflazione) bassissima, che giustamente non dispiace al carrello della spesa e ai titolari dei mutui a tasso variabile. S’intitola, infatti, «Push me-Pull you», il maxi-report sfornato l’altro ieri da Royal Bank of Scotland
(Rbs), dedicato proprio alle materie prime dal team di analisti di Nick Moore.
La parola d’ordine sembra essere una sola: niente panico. indubbio che quest’anno si sia aperto,per le commodity,all’insegna della volatilità e dei rialzi.
vero: «La frammentazione nelle performance dei prezzi delle commodity è stata laprincipale tematica del primo trimestre 2010 – si legge nello studio’ (...) con le quotazioni spinte anche dalla ritrovata forza del dollaro ». Meglio però essere prudenti, almeno sul breve: «Rimaniamo rialzisti sulle materie prime per il biennio 2012-2013 ma prevediamo che il mercato tiri il fiato per almeno i prossimi sei mesi». Da qui alla fine dell’anno, quindi, non dovrebbero esserci altri picchi improvvisi anche se la volatilità non mancherà, soprattutto in questi giorni.
Si parte allora con il petrolio, stabile negli ultimi sette mesi nell’ideale forchetta di prezzo compresa tra 70 e 80 dollari, a parte l’impennata di ieri a 85. Anche qui: la domanda crescente dell’Asia è in qualche modo compensata dal fatto che i consumi in Europa e in parte anche negli Stati Uniti sono sostanzialmente in discesa. Il petrolio Wti che nel 2009 valeva 62 dollari al barile potrebbe attestarsi a 79 dollari per quest’anno e portarsi a 90 nel 2012.
L’alluminio è invece«il gigante dormiente » che nel 2009 quotava 1.667 dollari a tonnellata e che alla fine dell’anno potrebbe portarsi a 2.200, contro i 2.260 di questi giorni. Il nickel poi è il metallo che nel 2009 ha viaggiato a passo più veloce con un incremento del 30 per cento. Oggi lo si paga circa 24.500 dollari alla tonnellata, contro i 14.695 del 2009 e una previsione di 19.300 dollari a dicembre. L’altra bella incognita è il rame, con i cinesi che hanno fatto buona scorta di questo materiale e che lo usano, in certi caso, come bene rifugio. «Le prospettive sulla domanda di rame non sono le migliori – dicono da Rbs – ma crediamo che ci sarà un deficit di questo materiale a partire dal 2011». Oggi il prezzo del rame non è lontano dai 7.800 dollari alla tonnellata quando l’anno scorso valeva poco più di 5mila mentre per fine 2010 la stima è che ci si possa attestare intorno ai 7mila dollari a tonnellata.
E per chi vuole investire: «Puntiamo soprattutto su rame e alluminio – sostiene Royal Bank of Scotland – con nickel e zinco ancora favoriti. Mentre tra i metalli preziosi platino e palladio andranno meglio di argento e oro. Benissimo anche il minerale del ferro». Mercati che, dopo questi picchi, dovrebbero stabilizzarsi per poi tornare a crescere, si spera «con giudizio », l’anno prossimo.