Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 02/04/2010, 2 aprile 2010
TOSCANA, ARRIVANO I «GRANDUCATI» LEGHISTI DALLA GARFAGNANA ALLE TERRE DEL BRUNELLO
Non solo, come si stupiva Flaiano, «c’è gente che vive e lavora a Macerata», ma pure a Giuncugnano, sull’Appennino della Toscana; e al 40% vota Lega Nord.
Dell’immensa provincia italiana, questo borgo di 500 abitanti a 880 metri è uno degli angoli più remoti. Per arrivarci si esce dall’autostrada ad Aulla, dove lo storico sindaco socialista Barani ora parlamentare berlusconiano ha fatto erigere la statua di Craxi, si prende per Fivizzano dov’è nato Verdini e dove fu sindaco comunista l’altro coordinatore Pdl Bondi. Poi si sale verso la Garfagnana, sui monti che ispirarono a Ludovico Ariosto, mandato dagli Estensi come governatore, le sue pagine più tristi. Non è la Toscana dell’immaginario: non ulivi ma pini, non vigne ma castagneti. Rocche diroccate. Un falco attraversa la strada, che si può percorrere per chilometri senza incontrare nessuno.
Nel paese si entra solo a piedi. Fuori è parcheggiato qualche Suv, che qui però serve. Casette di pietra, infissi di legno verde che sono il segno della montagna toscana dall’Abetone all’Amiata, nanetti in giardino. Abitanti ospitali e cortesissimi – «dov’è che lo fate il Corriere? A Milano? Quello sì che è un grande paese» ”, cataste di legna, la piazzetta con la chiesa, la fontana, il lavabo. La neve incombe sul monte Pisanino. Comincia a grandinare. E’ nei borghi come questo che la Lega ha piantato le sue radici in Toscana: 9% a Buggiano, 9,5 all’Abetone e a Cutigliano, 9,8 a Sambuca Pistoiese e Castiglione di Garfagnana, 11,7 a Licciana Nardi, 12,2 a Vaglio Sotto, 12,4 a Fosciandora, 16,3 a Fabbriche di Vallico. A Marradi, patria di Dino Campana, quindici allevatori sono andati a votare sottobraccio, tutti per la Lega. Nessun paese però si è avvicinato al 40%. Perché proprio Giuncugnano?
«Perché abbiamo paura – dice il sindaco, Fabio Reali, 53 anni ”. Paura delle cose che succedono nel mondo» Il mondo sembra piuttosto lontano da qui. «Guardi che abbiamo anche noi gli stranieri. Brave persone, per carità. Albanesi, romeni. Lavorano, non danno noia. Fanno i boscaioli, portano su a 1600 metri le mucche della Giovannoni Rosa, un allevamento di nicchia, insaccano i salumi della Monte Argenia: il mondiolo, un salame tondo, e il biroldo, nelle due versioni classico e macinato...». Che cos’è il biroldo? «Lei non ha mai mangiato il biroldo? Testa e sangue cotti e bolliti, senza conservanti, da tenere in frigo se no va a male: buonissimo. Sì, i nostri stranieri sono davvero bravi. Ma se invece ne arrivano altri cattivi? E poi a noi nessuno ci dà retta. I dirigenti provinciali del Pdl non ci considerano. Io non ho tessere di partito, ma se devo parlare chiamo la Lega; almeno mi rispondono». Con i voti della Garfagnana è stata eletta in consiglio regionale la combattiva Marina Staccioli, che però si scalda al sole di Pietrasanta, a un’ora e mezza da qui.
Questa era terra bianca, a Giuncugnano si votava Dc o Msi, poi An, ora Lega perché «Fini non è più di destra». E c’è un altro motivo, di cui in paese non si parla volentieri. Solo un signore, dietro la promessa dell’anonimato – «non posso farmi dei nemici» ”, racconta che dopo il 25 aprile una sera i partigiani vennero a prendere il fratello di suo padre, lo portarono qui sopra, sul Monte Tondo, e gli fecero scavare la fossa. «Non aveva fatto nulla, non era neppure fascista. Solo, aveva un po’ di commercio. Lo salvò un parente, che era con loro. Altri tre però furono uccisi. Tempo dopo dissero alle vedove – una credo fosse incinta’ dove ritrovare i corpi».
A Monticiano, nel Senese, hanno sfregiato la stele che ricorda la cattura di venti partigiani, dopo un agguato in cui era caduto un soldato di Salò: dieci furono fucilati sul posto, altri quattro nella caserma di Siena. Sino al 25 aprile rimase sul posto un cartello: «Qui dove un nostro milite ha trovato la morte per mano dei ribelli, questi traditori sono stati raggiunti dalla giustizia. La giustizia arriva sempre per 1 a 10». Il monumento che commemora la strage è stato deturpato da scritte fasciste: la Lega ha votato con il Pd il documento di condanna. E a Monticiano è arrivata al 13,6%, il miglior risultato del Senese (dopo il 17,6 della frazione Badia di Colle Val d’Elsa, dove hanno fatto la moschea).
Questa sì è terra rossa. La Lega non solo raggiunge il 10% nelle città del turismo – Montecatini, Forte dei Marmi, Pescia, Camaiore’ e sulle isole, dall’Elba al Giglio a Capraia. Non solo si è insediata a Firenze, con il segretario nazionale (che vorrebbe dire regionale) Claudio Morganti e con Mario Razzanelli, che ha condotto la battaglia contro la sciagurata tramvia. La Lega è arrivata anche nel Senese. In particolare nei paesi del vino, dov’è passato il ministro Zaia a offrire garanzie ai produttori: 8,5% a Montalcino, 7,9 a Radda in Chianti, 6 a Gaiole e Castellina. Ma la vera sorpresa’ 6,4%’ è a Siena, la città della banca rossa.
Dice il segretario provinciale, Francesco Giusti, che «qui il Monte dei Paschi è tutto. Anche io, il mio vice Maurizio Montigiani, il nostro consigliere provinciale Gabor Rossi lavoriamo al Monte. Ma non siamo dirigenti; io poi faccio l’"operaio", lavoro al contact-center, banca telefonica. Però non perdiamo un’assemblea. Siamo gli unici che rompiamo le scatole. Il Pdl è palesemente complice. Vota sempre con la sinistra, in cambio di due posti nel cda e di qualche briciola nelle controllate. Quando il Monte strapagò l’Antonveneta un minuto prima che crollasse il sistema bancario, anche il Pdl benedisse l’operazione, compresi Galan in Veneto e qui da noi Denis Verdini, con cui abbiamo rapporti conflittuali. Ha persino detto che il nostro leader Morganti andava "impacchettato e rispedito al Nord"; ma se è nato a Prato!».
Giusti, nipote del priore della contrada dell’Aquila, ha trent’anni, ma era già commissario della Lega a Siena quando ne aveva 19. «Il motivo del nostro successo è semplice’ dice Giusti ”. Siamo rintracciabili 24 ore su 24. Andiamo in tutte le fabbriche dove ci sono vertenze. Purtroppo le occasioni non mancano: la crisi nel Senese è terribile. A Poggibonsi, dove fanno i camper, ci sono 4mila famiglie a rischio; a Colle Val d’Elsa, dove lavorano il cristallo, oltre metà degli operai è in cassa integrazione. Il Monte quest’anno non distribuisce dividendi, il che aggraverà la crisi delle due altre "industrie" di Siena, l’ospedale e l’università, che ha quasi un impiegato per ogni studente e non a caso ha 120 milioni di buco». Massimo sfregio, la Sapori trasferirà la produzione dei ricciarelli a Tavarnelle, nel Fiorentino. «E’ tra i leghisti di Firenze che è nato il mito del ritorno del Granducato. A noi senesi non garba proprio. Ma la Toscana, con i suoi mille campanili, è fatta apposta per far crescere la Lega, no?».
Aldo Cazzullo