Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 02 Venerdì calendario

LA PILLOLA DIVIDE I GOVERNATORI. LE REGIONI PDL: SEGUIRE LA LEGGE

Il federalismo parte dalla Ru486. I neo-governatori leghisti promettono battaglia contro la pillola abortiva. Quelli del Pdl si attengono al parere del Consiglio superiore di Sanità che prevede il ricovero per i tre giorni del trattamento. Quelli di centrosinistra sono divisi tra ricovero e day hospital.
Ieri, primo giorno di commercializzazione in Italia del farmaco, sono arrivati solo due ordini uno dall’Entav di Pisa, l’altro da un’ospedale di Bari. Da Milano (San Carlo, Mangiagalli e Fatebenefratelli) sono partite richieste di informazioni, anche dalla Puglia e dalla Toscana. Niente da Roma. Alla Nordic Pharma che distribuisce il Mifegyne si aspettavano di più.
Forse un effetto dell’offensiva aperta contro la Ru486 dal neo-governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota: «Lasceremo marcire il farmaco nei magazzini». Ma Mercedes Bresso aveva dato il via libera. E al Sant’Anna di Torino Silvio Viale ha già chiesto 50 confezioni. Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato: «Non daremo mai l’autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali». Ma il Veneto, assieme a Lombardia e Toscana, ha già deliberato per il sì al trattamento con il ricovero. La Lombardia, malgrado il presidente Formigoni sia contrario a ogni tipo di interruzione di gravidanza, si sta attrezzando da dicembre, con un’apposita delibera sono stati previsti posti in più in ospedale: da 50 a 100.
Vanno avanti i neo-presidenti pdl. Renata Polverini, che ha vinto al fotofinish la regione Lazio, grazie anche al sostegno della Cei, ieri ha ribadito: « un aborto provocato chimicamente e non chirurgicamente. Nella legge 194 c’è la salvaguardia della salute della donna e quindi devono avere lo stesso trattamento con il ricorso al ricovero ospedaliero». «L’unica ipotesi percorribile per la somministrazione della pillola abortiva è quella dell’ospedale», conferma il governatore Pdl della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il neopresidente della Campania, Stefano Caldoro, è sulla stessa linea: «La pillola abortiva, la Ru486, deve essere prevista in regime di ricovero».
L’Emilia Romagna ha optato per il day hospital, prevedendo appositi protocolli che consentono comunque il monitoraggio costante della donna, anche fuori dall’ospedale. Claudio Burlando, riconfermato governatore della Liguria, lascia decidere ai medici: «Sulla Ru486 ha già deliberato l’Agenzia italiana del farmaco, c’è la legge 194 che regola il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, c’è stata un’indagine parlamentare, ritengo che spetti ai medici attuare quanto previsto e decidere come usare la pillola abortiva, non a un presidente di Regione».
Il Trentino aveva optato per il day hospital ma ha cambiato idea. La pillola verrà distribuita solo in regime di assistenza ospedaliera. In Basilicata, il presidente pd Vito de Filippo, dice: «Sono di orientamento cattolico. Ma essendo un farmaco autorizzato dall’Aifa deve decidere il medico in regime ospedaliero».
In Puglia, Nichi Vendola, riconfermato governatore, aveva dichiarato che «questa battaglia non può essere combattuta sul corpo della donna». La sperimentazione della pillola abortiva Ru486 nel Policlinico di Bari e nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce va avanti. Si attendono le linee guida.
L’Umbria non ha ancora una normativa. La neo governatrice, Catiuscia Marini, Pd, prima dell’elezione aveva detto: «Sì alla Ru486 con il vaglio medico-scientifico, a cui spetta stabilire se vada somministrata in day hospital o in degenza ospedaliera».
Anche l’assessore alla sanità della Val D’Aosta, Albert Laniece, si dice «al momento convinto che non basti il regime di day hospital ma piuttosto serva il ricovero per evitare complicanze».
Le Marche hanno avviato la sperimentazione. Le altre regioni devono decidere. La Sicilia ha convocato un tavolo tecnico. Attende informazioni e parlerà tra 15 giorni.
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ieri ha annunciat o che dopo Pasqua s i insedierà «un tavolo tecnico di monitoraggio sulla pillola Ru486». Il sottosegretario Eugenia Roccella aggiunge: «Lavorerà in fretta, per cercare soluzioni immediate. E capire se il farmaco viene usato in modo compatibile con la legge 194».
Virginia Piccolillo