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 2010  aprile 02 Venerdì calendario

Appunti su Maria Sofia di Borbone Napoli

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “BORBONE, MARIA SOFIA di” –
[Gaetano Bresci si prepara a sparare a Umberto I, 29 giugno 1900] Sbarcò in Francia, trascorse qualche tempo a Parigi, forse incontrò Maria Sofia, la regina spodestata a Napoli e insediata a Neuilly, una Wittelsbach, che si dava un gran daffare con gli anarchici.
PIERO OTTONE, la Repubblica 7/3/2010
[1861] La resistenza di Gaeta fu accanita, animata anche dalla bella e balda regina Maria Sofia di Baviera, più energica e determinata del Re, un perfetto gentiluomo, scrupoloso e leale, ma certo poco idoneo a quelle prove, e durò per un bel pò, ma a metà febbraio si dovette capitolare.
C’è il sospetto di contatti tra lo stesso Bresci e la deposta regina delle Due Sicilie Maria Sofia, dopo che la stessa si era guadagnata il soprannome di”Regina degli Anarchici” per altri suoi contatti con il capuano Errico Malatesta.
Maurizio Stefanini, Il Foglio 13/02/2010
Sommario di: Pier Giusto Jaeger, L’ultimo re di Napoli, Mondadori Milano, 1982, scheda 188.597 (relativamente alle pagine su Maria Sofia)
• Un drole de siege – Partenze: la famiglia reale, il corpo diplomatico; l’arcivescovo, la popolazione del borgo – Arrivi: i volontari, Bosco – Scambi di cortesie: le bandiere nere – Maria Sofia – Re Francesco – Guarinelli – Espedienti propagandistici 195-206
• Maria Sofia, regina di Gaeta, e i Wittelsbach 201-204
• Speranze nella reazione – Voci di prossime rivolte – Guerriglia negli Abruzzi e ai confini con lo Stato pontificio – Metodi di repressione – Frati e preti contro i piemontesi – Francesco II e Maria Sofia si ritirano nella casamatta – Napoleone III propone un nuovo armistizio – Perplessità di Cavour – Cialdini spara tutti i suoi cannoni – Nuova gaffe di Tinan 230-240
•L’ultimo armistizio – I borbonici accusano Cialdini di violare i patti – Lettere imperiali e papali a Francesco II e Maria Sofia – Nobile risposta del re – Suo compleanno – Ritorno dei diplomatici – La brutta sorpresa che li attende – La commissione Traversa riferisce sulla durata della resistenza – Nuove ire di Cialdini – Nuove armi: i cannoni Cavalli, il brulotto minatore 241-252
• Lettera dell’imperatrice Eugenia a Maria Sofia (14 gennaio 1861) 242
• Partenza di Francesco e Maria Sofia, pallidissimi 277-278
• Epilogo – Gli assedi e la resa di Messina e di Civitella del Tronto – Esaltazione di Cialdini – Opinioni contrastanti sulla condotta dell’assedio di Gaeta – Nasce un mito – Francesco II e Maria Sofia a Roma – Il governo borbonico in esilio – Incoraggiamenti al brigantaggio – Le speranze di rivincita si attenuano – Nascita e morte della bambina – I sovrani lasciano Roma – Ultimi anni di Francesco e Maria Sofia – L’eroina di Gaeta 281-304
• Fama di Maria Sofia 295
• Francesco e Maria Sofia a Roma 295
• Le foto nude di Maria Sofia 297
• La figlia della colpa 297-298
• Gregorovius descrive la coppia («Tutta la real famiglia mi pareva in San Pietro un mucchio di foglie appassite») 298
• aprile 1863: Maria Sofia torna a Roma «per entrambi i sovrani i giorni passati a Gaeta sono i più felici della loro esistenza» 299
• 1868 Maria Sofia parte per la Baviera 299
• 1869 Tornata a Roma, Maria Sofia è incinta 299
• 24 dicembre 1869: nasce la figlia di Francesco II e Maria Sofia, Maria Pia Sofia 299-300
• 28 marzo 1870: morte di Maria Pia Sofia. Sepoltura in Roma, nella chiesa del Santo Spirito dei Napoletani 300-301
• Vita e mito di Maria Sofia e confronto con Eugenia de Montijo (vedova di Napoleone III) e con Carlotta del Belgio (vedova di Massimiliano d’Asburgo, fucilato in Messico) 302-304
• Nella guerra 1914-1918 soccorre i feriti 303
Pier Giusto Jaeger, L’ultimo re di Napoli, Mondadori Milano, 1982, scheda 188.597
Sommario di: Raffaele De Cesare, La fine di un regno, Longanesi 1969, relativamente alle pagine su Maria Sofia
•Trattative per sposare Francesco II. Come si arriva al matrimonio con Maria Sofia (1859-1859). Carlotta figlia di Leopoldo I che fu poi moglie di Massimiliano fucilato a Queretaro – 413 e seg.
• Incontro tra Maria Sofia e Francesco II – 473 e seg.
• Camera da letto di Ferdinando II, camera da letto di Maria Sofia, sua passione per pappagalli e cani – 497
• Testamento di Ferdinando II, eredità di Francesco II e di Maria Sofia (1859) – 509-510
Raffaele De Cesare, La fine di un regno, Longanesi 1969
[Francesco II] Sposò nel 1859 Maria Sofia di Baviera, sorella dell’imperatrice Elisabetta di Baviera (più conosciuta col nome di Sissi, sposa dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe), la quale era più giovane di lui di 5 anni ed aveva un temperamento del tutto opposto al suo. Secondo alcuni, il matrimonio fu consumato solo un mese più tardi, grazie anche all’interessamento di Padre Borrelli, forse perché Francesco II era stato educato in modo religiosissimo: entrava infatti in camera da letto dopo che la moglie si era addormentata e si alzava dallo stesso la mattina di buon’ora (…) Il suo carattere fatalista e pio spinse la regina Maria Sofia a tentare di prendere la direzione degli affari del regno, entrando così in aperto contrasto con la matrigna del re, la regina madre Maria Teresa (…) Nel Natale del 1869, durante il breve soggiorno romano, Francesco e Maria Sofia ebbero una figlia, Maria Cristina Pia, che morì di lì a tre mesi. (…) Anche dopo la morte di Francesco II la Regina Maria Sofia sperò ancora nella restaurazione del Regno delle Due Sicilie, e frequentò socialisti ed esuli anarchici. Più di una fonte la vuole infatti, più o meno fantasiosamente, ispiratrice degli attentatori Passanante e Bresci. Morì il 18 gennaio 1925 a Monaco.
Le spoglie di Francesco II, di Maria Sofia e della loro figlia Maria Cristina, ultima famiglia reale napoletana, riunite dopo varie vicissitudini, riposano oggi nella Basilica di Santa Chiara a Napoli dal 18 maggio 1984, dove sono state portate in forma solenne.
http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_II_delle_Due_Sicilie
[Elisabetta d’Austria (Sissi)
1859 Gennaio. Maria Sofia, sorella di Elisabetta, si sposa con il principe Francesco II di Borbone, che nel corso di questo stesso anno diventerà re delle Due Sicilie. Maria Sofia, durante il suo viaggio da Monaco a Napoli, si ferma a Vienna. Le due sorelle si ritrovano e passano giorni felici, giorni che in parte aiutano Sissi ad affrontare il dolore causato dagli scontri continui con l’arciduchessa Sofia sull’educazione del giovane erede al trono. Elisabetta inizia a praticare diete ferree per mantenere il proprio fisico snello e atletico.
1860 Dicembre. La sua salute non migliora troppo, ma le misteriose tumefazioni alle giunture spariscono. Le notizie della disavventura della sorella Maria Sofia, assediata a Gaeta, la fa star male e la intristisce.
1862 14 agosto. Rientro a Vienna. La visita della sorella Maria Sofia distrae Elisabetta e la fa stare meglio. Ma l’ex regina di Napoli nasconde un segreto: è incinta. Il padre del nascituro non è il marito, Francesco II, ma il suo amante, il conte Armando de Lavayss. Partorirà in gran segreto in Baviera, anche grazie all’intervento diretto della sorella.
1869 Dicembre. Elisabetta di reca in incognito a Roma per assistere al parto della sorella Maria Sofia. Partecipa all’apertura del Concilio Ecumenico e rende vista a papa Pio IX. Partecipa alle cacce nella campagna romana e visita musei.
http://spazioinfinito.forumcommunity.net/?t=26734869
[assedio di Gaeta, 1860-61]
A Napoli il Re aveva lasciato insensatamente nel Banco di Napoli la sua personale e favolosa fortuna composta di circa undici milioni di ducati d’argento, due milioni sterline in oro e cinquanta milioni di franchi in oro. Nella Reggia aveva lasciato un considerevole vasellame e oggetti d’oro e d’argento, opere d’arte e arredi di inestimabile valore. Maria Sofia, inoltre, aveva lasciato interamente il suo guardaroba e i gioielli personali. I depositi privati assommavano a 77.205.172 franchi.
  Francesco II e Maria Sofia giunsero a destinazione alle ore 6 del mattino del 7 settembre (…) La giovane diciannovenne Regina Maria Sofia, di giorno e di notte, si recava intrepidamente a predisporre l’assistenza e a dar conforto ai feriti e agli ammalati. Spessissimo si recava sugli spalti a rincuorare i soldati, incurante delle bombe. Divenne popolarissima anche tra la popolazione civile di Gaeta. Per questo suo coraggioso comportamento fu considerata con ammirazione e rispetto, diventando in tutta l’Europa famosa come l’"eroina di Gaeta” e fu il simbolo dell’assedio (…) Il 1° gennaio 1861 Francesco II e Maria Sofia ricevettero i tradizionali auguri per il nuovo anno dagli ufficiali in alta uniforme e fu una cerimonia ricca e fastosa, per quanto permetteva la situazione. Il 5 gennaio, i Sovrani delle Due Sicilie, dopo che una cannonata aveva sfondato il soffitto dello spogliatoio della Regina, traslocarono in una casamatta addossata al bastione “Ferdinando” a picco sul mare. Nella casamatta si sistemarono anche i conti di Trani e di Caserta, il duca di Sangro e il generale Ferrari. Il Cialdini, invece, si era acquartierato in una villa reale a Castellone, procurandosi ogni agiatezza possibile, come del resto faceva la maggior parte degli ufficiali piemontesi (…) Il giorno 10 giunse alla Regina Maria Sofia una lettera dell’imperatrice francese, che in termini molto affettuosi le consigliava di cedere ormai a quella resistenza senza speranza (…) Alle ore 7 del mattino del giorno 14 febbraio 1861, il Re Francesco II e la Regina Maria Sofia uscirono dalla Fortezza per imbarcarsi sulla nave francese Mouette, appena entrata nel porto. Lungo il percorso, una folla di militari e civili salutò con immensa commozione il passaggio dei Sovrani. Molti soldati, mentre presentavano le armi, non riuscivano a trattenere le lacrime e gridavano “Viva ’o Rre”. Alcuni ufficiali spezzarono le loro spade con rabbia, gettando via i tronconi, piangendo senza vergogna, mentre la banda intonava il nostro inno nazionale. Una lancia con marinai in alta uniforme portò il Re e la Regina sulla Mouette. Sul pennone fu alzata la bandiera delle Due Sicilie accanto a quella francese. Poi, quando la Mouette salpò, fu eseguita dalla batteria di S. Maria una salva di ventun colpi in omaggio ai Sovrani mentre sull’alta Torre d’Orlando per tre volte veniva alzata ed abbassata la nostra bandiera.
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/cavour6.htm
La disavventura minò i rapporti tra i due giovani. Si ritrovavano esuli e spaesati, lui di appena 25 anni, lei di 20. La diversità di caratteri fece il resto. La contessina era irrequieta e volitiva. Desiderosa di vendicarsi, tramava per tornare in possesso del feudo grassato. Vestita da uomo e in atteggiamento carbonaro si riuniva con altri cospiratori nel retrobottega della Farmacia Vagnozzi di Campo de’ Fiori, a due passi dal suo palazzo. Una volta libera da queste pericolose incombenze, montava a cavallo e percorreva a più non posso la campagna romana (…) Tra i due sposi, all’amore passionale si sostituì un affetto, sì tenace, ma da coniugi anziani. Il Nostro accampava una fimosi al prepuzio per giustificare la ritrosia nel talamo. Su insistenza della moglie, si rivolse a un chirurgo per farsene liberare. Ma gli effetti non furono un gran che. Lui continuò a immalinconirsi. Spatz a cavalcare. Finché un giorno le si affiancò un tenente della Guardia pontificia, il belga Armand de Lawayss, biondo e bello. Presto la contessina accusò malesseri che il marito interpretò come sintomi di consunzione. Eventualità che aveva sempre temuto da quando la sorella della moglie, l’imperatrice Elisabetta, si era ammalata dello stesso male, tanto da dover soggiornare a lungo nella solare isola di Madeira. Spatz non osò rivelare al marito la verità e, con la scusa di curarsi, rientrò in famiglia a Starnberg. Partorì in un convento di Orsoline, a Augsburg, due gemelle, Viola e Daisy, che furono date in affidamento a famiglie inglesi.
Il marito, all’oscuro di tutto, friggeva senza la sua Spatz al fianco, tanto più credendola malata. Lo stallo fu superato quando, su suggerimento di Elisabetta, la fedifraga gli scrisse rivelandogli il tradimento. Ma lo addolcì col dirgli, chissà perché, di avere avuto solo Daisy. La Storia non tramanda cosa abbia davvero provato il pover’uomo. Sta di fatto, che la perdonò all’istante telegrafandole: «Cara, ti aspetto». Nell’euforia del ritorno, la coppia ritrovò l’entusiasmo dei primi mesi e, dagli e dagli, concepì una figlia che nacque la notte di Natale del 1869. Tre mesi dopo, la piccina, Cristina Maria Pia, morì.
Giancarlo Perna, Il Giornale, 18/02/2006
[Maria José di Savoia] L’episodio della zia Maria Sofia di Borbone, regina di Napoli, indignata perchè s’era imparentata coi Savoia, gli usurpatori del trono dei Borboni a Napoli.
Il Foglio dei Fogli, 12/08/1996