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 2010  aprile 02 Venerdì calendario

PERDE TUTTO AL CASIN E SI UCCIDE PER I DEBITI COS LA FEBBRE DEL GIOCO SCONVOLGE LA VITA

Ha voluto scrivere nella sua ultima lettera quello che gli balenava per la testa nell’ultimo giorno di vita. Lo ha raccontato dettagliatamente il pensionato di Livorno che si è ucciso dopo avere perso al gioco, dopo aver puntato tutto sulla Fortuna ed esserne rimasto deluso. Ma quel suo ultimo giorno, quei momenti, sono quanto succede ogni volta agli scommettitori: adrenalina alle stelle, certezza di vincere. Non sempre va come l’eccitazione fa credere, anzi quasi mai, e arrivano i debiti.
La febbre del gioco consuma le forze e la mente, inganna e porta a compiere gesti avventati nella speranza di risollevarsi dal baratro, ignorando che l’unica cosa da fare è quella di cercare l’aiuto di un esperto. Spesso invece si pensa solo al peso di dover pagare i debiti.
Debiti ne aveva anche il pensionato di Livorno, 73 anni e 5 mila euro da restituire. Non è chiaro se quei soldi li avesse persi al gioco o se fossero frutto di investimenti sbagliati, nella lettera scritta ai figli non lo specifica, ma racconta di quei 1.400 euro rimasti e il suo inutile tentativo di farli fruttare sul tappeto verde. Negli anni passati, però, il pensionato era stato un giocatore d’azzardo e come tale lo conoscevano i carabinieri.
Nessun dubbio invece per un altro suicidio accaduto nel mantovano. Lì, a Ospitaletto, nel comune di Marcaria, un badante ucraino ha perso tutto ciò che possedeva giocando al videopoker e poi si è tolto la vita. Anche lui avrà sentito l’adrenalina salire, si sarà creduto invincibile, coraggioso e mano dopo mano avrà sperato di vedere ripagato - e con gli interessi - quanto tolto dalla sorte.
Ma il destino per Anatoly Kurcher, 49 anni, aveva un disegno diverso. Sabato scorso il badante ha giocato - e quindi perso - tutto il suo stipendio di un mese, più i soldi che un’amica gli aveva affidato. Avrebbe dovuto far arrivare quella somma ai parenti della ragazza, in Ucraina, e invece li ha polverizzati nel videopoker di un bar. Sofferenza che si aggiungeva ad altra sofferenza, fino a raggiungere il suo Paese, e questo per colpa sua. Non ce l’ha fatta: è sceso nel garage della sua abitazione, si è legato una corda attorno al collo e l’ha fatta finita. Aveva moglie e due figli, ma a ritrovarlo è stata la moglie dell’uomo che il badante accudiva. Non era la prima volta che Anatoly si giocava lo stipendio, la famiglia per cui lavorava conosceva questo vizio, e lo aiutava a cercando di prevenire il peggio, pagandogli lo stipendio in due rate, ma non è servito a niente.
Già, è un altro episodio di una settimana che ha visto anche una famiglia sequestrata per colpa del gioco del Lotto. Questo almeno è il motivo che avrebbe spinto un imprenditore abruzzese a barricarsi in casa con tre figli e la madre disabile chiedendo 400 mila euro, la stessa cifra che la moglie avrebbe perso scommettendo al Lotto. Un sequestro in piena regola, durato dieci ore, che ha richiesto l’intervento dei Nocs scattato dopo l’ennesima richiesta della donna: soldi per ripagare i debiti di gioco.