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 2015  dicembre 20 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Docili docili, settemila cittadini italiani, o meglio settemila cittadini veneti, hanno approvato ieri la trasformazione di Veneto Banca in una società per azioni che chiederà un miliardo al mercato e andrà in Borsa sperando in una quotazione che non polverizzi ancora di più il valore del titolo, il quale stava a 40 euro l’anno scorso, poi a 30,5 euro in aprile, quindi a 7,3 euro adesso. Prezzi però tutti da verificare, perché li ha decisi a tavolino il consiglio d’amministrazione, piegandosi alle richieste di svalutazione di Bankitali e Bce, e ai pericoli rappresentati dalle indagini della magistratura. All’assemblea di ieri, radunata a Venegazzù di Volpago del Montello, provincia di Treviso (bella la foto che mostra l’infilata dei soci), è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia, e il sottosegretario Enrico Zanetti. La vicenda di Veneto Banca - altra storia di un dissesto provocato da gestione clientelare e forse criminale - si aggiunge a quella dei quattro istituti salvati a caro prezzo nelle ultime settimane, al dissesto della cugina di territorio, Popolare di Vicenza (storia praticamente identica), ai guai della Banca di Spoleto, di Teramo e via via andando all’indietro fino al Monte dei Paschi, gigante il cui problema non è risolto, dato che non si trova un compratore o un ricapitalizzatore, insomma qualcuno che metta denari veri. E la Germania incombe, e incombono le nuove regole, e incombe la sensazione che il sistema bancario italiano, benché tutti gridino che è solido, forse non è troppo solido, forse stiamo solo assistendo ai primi movimenti tellurici.

Tutto questo partendo da Veneto Banca? Forse stiamo esagerando? Forse, da maledetti giornalisti, rimestiamo nel torbido, inzuppiamo il pane, eccetera eccetera?
Forse. Ma stia a sentire: Veneto Banca non era quotata in Borsa, quindi il valore delle sue azioni non era stabilito dal normale meccanismo di compravendita del mercato dove ogni giorno si incontrano domanda e offerta, ma da un consesso di consiglieri d’amministrazione che tirava a indovinare, però sapendo che più alto era il prezzo fissato a tavolino più caro sarebbe stato fatto pagare l’ingresso agli aspiranti soci. Chi aspirava a diventare socio? Ma a quei prezzi, nessuno, si sarebbe detto! Senonché, se andavi a chiedere un mutuo, ti imponevano di prendere una parte dei soldi che ti prestavano e di adoperarli per comprarti azioni della banca e diventare socio. Se eri un imprenditore della zona, e magari un grande imprenditore, si faceva ancora meglio: ti prestavano un sacco di soldi, tu ti compravi un sacco di azioni e, a quel punto, ti facevano entrare in consiglio d’amministrazione. Qui potevi continuare a pompare fidi alla grande. Questo faceva Veneto Banca e questo hanno fatto in genere le popolari, contrabbandando questo sistema di truffe come “rapporto col territorio” quando non “vocazione sociale del credito”, espressioni pronunciate con un tono tale da farti sembrare santo. E infatti un gruppetto di quelli che ieri si opponevano alla trasformazione fa capo a un prete.  

Che cosa cambia adesso?
Prima vigeva la regola di una testa un voto. Adesso chi ha più azioni - cioè ha investito e rischia di più - ha più voce in capitolo. Se hai il 30% e si va in assemblea, il tuo voto vale 30 su cento. Inoltre, c’è l’obbligo di quotarsi. Niente più stime a tavolino.  

Come si sono convinti?
La Bce, cioè i tecnici di Mario Draghi, hanno fatto arrivare una lettera: o fate così e così, o mandiamo il commissario. L’assemblea dei soci di ieri, terrorizzata, ha approvato la trasformazione, l’aumento di capitale da un miliardo e la quotazione con 11.102 voti su 11.430, cioè il 97% di sì. Il governatore Luca Zaia ha annunciato l’avvio di un fondo di solidarietà a sostegno dei risparmiatori colpiti, che dovrà essere adoperato però soprattutto per le imprese che avevano in bilancio azioni della banca: dovendole svalutare, rischiano di saltare per aria. L’amministratore delegato Cristiano Carrus ha giurato che la trasformazione non comporterà perdite di posti di lavoro. Chi sa. Ha anche detto: «Le reti estere sono un bagno di sangue. Mi ritirerò da qualsiasi posto in cui questa banca non faccia utile, italiano o straniero che sia».  

Come si chiama quell’organismo di Borsa che deve vigilare? Consob? E la Banca d’Italia non deve vigilare anche lei?
Consob dovrebbe vigilare soprattutto sulle emissioni. Ci è già stato spiegato che se i prospetti informativi relativi alle obbligazioni o alle azioni fossero scritti in carattere grandi, in poche righe e con tutto quello che bisogna sapere relativamente a rischi e guadagni, nessuno comprerebbe niente. In altri termini: fermo restando che il credito è indispensabile, il sistema, almeno qui da noi, è abbastanza concepito per fregarci. Banca d’Italia ha fatto il poco che ha fatto in gran segreto, nel timore che gli italiani si facessero cattive idee e corressero a ritirare i soldi.  

Che cosa si prevede?
Il 2016 sarà un anno durissimo. I tedeschi, su questo terreno, non ci perdonano e non ci perdoneranno niente. La ristrutturazione passerà attraverso scosse terribili. (leggi)

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