Il Messaggero, 20 dicembre 2015
Il 2016 dei Rolling Stones: un disco, un tour, una mostra, una serie tv e due figli
Magic Stones. C’era chi ipotizzava l’addio dopo l’ultimo infinito tour e, invece, eccoli pronti a rilanciare a segnare nuovi record nella loro storia imbattibile per durata, resistenza, capacità di affrontare vizi, stravizi, malattie, odii, rivalità, morti e feriti. Tutto lascia pensare che il 2016 sarà un altro anno davvero miracoloso per la ditta: disco, tour, una mostra, una serie tv, nuovi figli e poi le tante celebrazioni. Roba impensabile per una compagnia che ormai sfiora quasi i 300 d’età complessiva. IL COLLANTEUn miracolo? Forse un segreto patto col diavolo, sicuramente un gran talento nel gestirsi e anche nel tenersi insieme. C’è di sicuro un collante, questo si miracoloso: la montagna di soldi che la macchina Rolling Stones produce ogni volta che comincia a ruggire. Negli ultimi vent’anni hanno incassato più di chiunque nel mondo del rock: un miliardo e 700 milioni di dollari. E non finisce qua, visto come si annuncia il prossimo anno. Intanto tutti aspettano il clamore che provocherà la grande mostra celebrativa, non a caso di chiama Exhibitionism, che dal 5 aprile al 16 settembre alla Saatchi gallery di Londra racconterà la loro impareggiabile vicenda: due piani di memorabilia, chitarre storiche, filmati rari, diari, opere di artisti che hanno lavorato con loro (da Warhol a Alexander McQueen, a Tom Stoppard e Martin Scorsese). Loro, però, sono pronti a spegnere ogni ipotesi di celebrazione finale rimettendosi in pista, come se nulla fosse. Così, a dieci anni di distanza da A bigger bang, è prevista l’uscita entro l’anno di un nuovo disco.La settimana scorsa sono stati impegnati in uno studio di Londra. «Ho i demo di un po’ di pezzi che ho scritto negli ultimi due anni» ha raccontato Mick Jagger. Si tratta per ora di quattro o cinque titoli. Il resto arriverà. A CUBAMa non finisce qua, perché in ballo c’è anche un nuovo tour per i quattro nonnetti del rock che debutterà a febbraio dal Sudamerica (c’è pure il progetto di un concerto a Cuba da cui trarre un film). Chiamarli nonnetti non è certo un’offesa, basta guardare le carte di identità. Charlie Watts, il più vecchio, ha 74 anni, Keith Richards ne ha fatti 72 venerdì (e l’amico Charlie assicura che non beve più, non si droga, non prende nulla, insomma è diventato un bravo ragazzo), Jagger ne ha 72, Ron Wood, il baby della band, ne ha 68 e, tanto per non dar peso all’età, ha fatto sapere Che la moglie Sally Humphreys, 37 anni, attende due gemelli e lo ha comunicato alla band in sala di incisione.LA SERIEJagger, oltre a scrivere canzoni e a occuparsi della mostra, è pronto al debutto con una serie televisiva in dieci puntate, Vynil, che nasce da una sua idea e che ha prodotto assieme con Martin Scorsese e Terence Winter (quello di Boardwalk Empire). L’uscita è prevista per il 14 febbraio su Hbo (andrà in contemporanea anche su Sky Atlantic in Italia), la storia racconta l’epopea del rock, del punk, della disco e dell’hip hop fra successo, cocaina e decadenza nella New York degli anni Settanta. Il 2016 sarà anche l’occasione per ricordare il mezzo secolo di un album storico come Aftermath. In casa nostra, invece, merita di essere ricordata l’uscita della versione in italiano di As times goes bye, tradotta da Mogol in Con le mie lacrime. Dolcissima canzoncina, che ha sicuramente contribuito alla popolarità degli Stones in Italia e che rappresenta l’unico caso in cui la band ha registrato un suo pezzo in un’altra lingua (testimonianza di come il mercato italiano fosse importante a quei tempi). Tra l’altro la canzone aveva segnato il debutto assoluto di Marianne Faithfull, che l’aveva registrata in inglese a soli 18 anni. Gli Stones la inserirono a fine ’65 nell’album December’s Children.