Il Messaggero, 20 dicembre 2015
«Il gossip è una categoria dello spirito, io neanche mi arrabbio più», dice Brunetta
Professor Brunetta, ma perchè la danno sempre in bilico o già sloggiato dal ruolo di capogruppo?
«Perchè i gossip che mi riguardano sono tutte baggianate. Il gossip è una categoria dello spirito, presente in qualsiasi comunità, e io neanche mi arrabbio più».
Ma neanche Berlusconi riesce a fermare le voci?
«Mi sembra che ci riesca benissimo. E io sono qui, come sempre, mattina, pomeriggio e notte, sabati e domeniche comprese, a lavorare. Non ho tempo di occuparmi di piccole invidie».
Berlusconi l’ha chiamata e che le ha detto?
«Che sono tutte cacchiate quelle che gli attribuiscono. Ha dato la colpa al gossip. E lui comunque mi vuole capogruppo e non ha nessuna intenzione di mettermi in discussione. Io dal 4 agosto, quando abbiamo tenuto il Consiglio nazionale, presente Berlusconi, mi attengo assolutamente alla linea decisa all’unanimità in quella sede: unità del centrodestra e opposizione, dura, durissima, al governo».
Ma non vede però che i Nazarenici la boicottano?
«Se c’è qualche orfano del Nazareno, io sorrido. Magari lo sono per ragioni di beltà femminile».
Sta dicendo che Paolo Romani, per esempio, è sedotto da qualche bellezza renziana?
«Nooo. Sto dicendo che capisco gli orfani. Anche io ho creduto al Nazareno. Quando poi ho smascherato i bluff e gli imbrogli di Renzi, Berlusconi mi ha creduto».
Che cosa gli ha detto?
«Gli ho dimostrato che Renzi ha cambiato 17 volte le carte in tavola, e la diciottesima è stata l’elezione di Mattarella, la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Non le piace neanche Mattarella?
«Non è questo il punto. Mattarella devo ancora vederlo all’opera. Ma sono ottimista».
E intanto i deputati forzisti non la vogliono più capogruppo?
«Non mi sembra affatto che sia così. L’ultima assemblea ha approvato all’unanimità la mia relazione. E intanto ricevo continuamente mail, sms, telefonate, da parte di migliaia di militanti, sindaci, dirigenti e quadri del partito, che mi dicono: Forza Renato! I pochi orfani del Nazareno non sono nei territori e nella base del partito».
E dove sono?
«In qualche stanza di potere».
In quella di Paolo Romani al Senato?
«Non riuscirà mai a farmi parlare male di Romani. Mi è troppo simpatico».
Però lui parla male di lei.
«Vuol dire che sono superiore a lui. Anche se Romani, facendo il mio stesso lavoro con minore fatica, vuol dire che è più bravo di me».
E Forza Italia che non esiste più?
«Davvero non esiste più? Mi sta dando una notizia. A me sembra un grande partito, con un grande storia, con un grande futuro e con un grande leader».
Ma è evidente a tutti che Berlusconi è deluso e annoiato.
«Non mi risulta. E nell’ultima riunione con Salvini e Giorgia Meloni, si è lavorato non solo sull’unità del centrodestra: si sono fatti perfino gli organigrammi del prossimo governo».
E chi c’è dentro?
«Lo chieda a Berlusconi. Io capisco che la ricostruzione del centrodestra produca tensioni e orfani, ma la politica è così. Uniti siamo in vantaggio di un punto e mezzo sul Pd di Renzi e Alfano e uniti possiamo vincere ovunque nelle amministrative. Mentre Renzi è in caduta libera».
Quando cade?
«Il renzismo è la malattia senile dell’opportunismo. E cadrà come un castello di carte».
Ma non c’è Verdini a salvarlo?
«Denis, essendo intelligente, lo mollerà un minuto prima che cada».