la Repubblica, 20 dicembre 2015
Secondo Fittipaldi, Bertone ha la coda di paglia
«Sono doppiamente contento. Primo perché dei soldi destinati alla ricerca per i bambini malati tornano al Bambin Gesù e potranno essere spesi per ciò a cui servivano all’origine. Secondo perché ogni tanto il giornalismo serve a qualcosa». Così Emiliano Fittipaldi, autore del libro inchiesta “Avarizia”, in cui svela che la ristrutturazione della nuova casa di Bertone è stata pagata dalla fondazione Bambino Gesù e da un mese sotto accusa in Vaticano per aver divulgato notizie riservate, commenta la donazione del cardinale. «Ma – aggiunge – resta il paradosso che sotto processo ci sono io, cioè chi ha raccontato quegli strani movimenti bancari, e non chi li ha fatti».
Il cardinale ha detto di essere estraneo alla vicenda. È credibile?
«Avrei delle riserve. Dall’inchiesta giornalistica che ho svolto risulta inverosimile che il pagamento dei lavori sia stato fatto a insaputa di Bertone, come lui sostiene. Enoc dice poi che la questione si è chiusa in modo positivo: il rischio è che vogliano risolvere la faccenda a tarallucci e vino».
La donazione è una ammissione di responsabilità?
«Per me sì, perché altrimenti avrebbe potuto farla in qualsiasi altro momento. Ed è una mossa che tradisce: “Bertone ha riconosciuto il danno” vuol dire che la coda di paglia ce l’ha. È la prima volta che il Vaticano, che non ha smentito nulla di ciò che ho scritto, fa una ammissione di responsabilità indiretta».
Tutta questa storia è una vittoria del giornalismo?
«La vicenda di Bertone non è in nessun documento della Cosea ma è frutto di una mia inchiesta sul campo. Se non ci fosse stata, i soldi non sarebbero mai tornati alla fondazione. E c’è ancora tanto da indagare».