la Repubblica, 20 dicembre 2015
I cinesi vogliono comprarsi il ciclismo mondiale. Wanda ha ottanta milioni pronti per rilevare Rcs Sport
Un piano clamoroso sta per cambiare le carte sul tavolo del ciclismo mondiale. Dalian Wanda, il mostro finanziario cinese che nei mesi scorsi ha inglobato Infront, sta sferrando l’attacco per accaparrarsi l’organizzazione delle grandi corse del circuito internazionale. Il gruppo presieduto da Wang Jianlin avrebbe deciso di iniziare il suo shopping a due ruote partendo da Rcs Sport – il braccio operativo di Rcs MediaGroup nell’universo delle corse – che nel suo portfolio ha Giro d’Italia, Milano-Sanremo, Tirreno- Adriatico, Giro di Lombardia, Strade Bianche, Milano- Torino e Gran Piemonte, più Abu Dhabi Tour e Dubai Tour: in pratica, tutto il ciclismo italiano e due brevi corse a tappe emiratine di grande prospettiva. Nelle scorse settimane Wanda ha messo a punto il piano di aggressione, affidando a Marco Bogarelli, presidente del ramo italiano della società, il ruolo di intermediario nella trattativa. E il dialogo tra l’ex n° 1 di Infront Italia e via Rizzoli sarebbe ad uno stato avanzatissimo. L’investimento per rilevare Rcs Sport si aggirerebbe sugli 80 milioni di euro. Un’eventualità che il management milanese, diretto dall’ad Laura Cioli, starebbe seriamente valutando. Domani, in mattinata, Rcs MediaGroup presenterà alla stampa il piano industriale per il triennio 2016-2018. Le condizioni economiche del gruppo, indebitato per circa 500 milioni e con l’esigenza impellente di mettere sul mercato pezzi del suo vasto perimetro societario, potrebbe facilitare l’ingresso di Wanda, inizialmente come partner commerciale. Ma quello sarebbe nient’altro che un primo passo verso una scalata in un panorama, quello del ciclismo mondiale, sostenuto da una forma di business ancora piuttosto rozza. Già nel 2012 l’allora Infront si aggiudicò un ricco contratto di collaborazione con l’Uci, occupandosi della trasmissione tv dei Mondiali di ciclismo, con risultati, a dire il vero, abbastanza fallimentari. Ma Wanda non si accontenterebbe del Giro e delle classiche italiane. Il grande obiettivo, in un periodo che la rapida ascesa di Infront ha insegnato a immaginare brevissimo, è la riunificazione sotto una sola insegna di tutto il grande ciclismo, in un modello di sviluppo nel lungo periodo affine a quello della Formula Uno. La seconda voce, nella lista della spesa di Pechino, è l’Aso, l’Amaury Sport Organisation, la società parigina che organizza Tour de France, Vuelta, le classiche franco-belghe tra cui Parigi- Roubaix, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e decine di corse minori. La manifestazione d’interesse sarebbe confermata da una serie di incontri avvenuti nelle ultime settimane. Riunire Giro, Tour e Vuelta sotto un’unica insegna era l’antico progetto proprio della famiglia Amaury. Un sogno che con estrema concretezza e attraverso il dirottamento di un fiume di denaro è nelle mani del gruppo che, pezzo dopo pezzo, dal Mondiale di calcio alla serie A, fino alla Coppa del Mondo di sci sta divorando lo sport mondiale e ne sta riscrivendo le regole.