Corriere della Sera, 20 dicembre 2015
I musulmani saranno presto maggioranza nel mondo. Però non sono tutti uguali
N el 2010, i musulmani nel mondo erano circa 1,6 miliardi. Tra il 2010 e il 2050 – calcola il Pew Research Institute – cresceranno del 73%, rispetto al 35% di aumento della popolazione del pianeta. Nello stesso periodo, il numero dei cristiani crescerà del 35%, quello degli induisti del 34%, quello degli ebrei del 16%. A quel punto, la popolazione di religione cristiana e quella islamica si equivarranno, circa attorno al 31%. Nella seconda metà del secolo, l’Islam diventerà la religione con il maggiore numero di fedeli: al 2100, il 34,9% della popolazione mondiale contro il 33,8% dei cristiani. Queste proiezioni sono basate sugli andamenti demografici. In particolare su due elementi. Innanzitutto, le donne musulmane hanno più figli: in media, 3,1 contro 2,3 del resto della popolazione femminile globale. Inoltre, i musulmani sono mediamente più giovani, quindi nei prossimi anni una maggiore quota di loro sarà nell’età giusta per fare figli: in media hanno 23 anni contro i 30 degli altri.
Siamo di fronte a una realtà strutturalmente in crescita con la quale l’Occidente non può pensare di non doversi confrontare. In Europa, ad esempio, i musulmani saranno il 10% della popolazione, nel 2050. Non è solo una questione di numeri ma anche di tendenza, e quando la tendenza è alla crescita e va verso il primato (demografico) probabilmente si accompagnerà anche con salti di qualità nella percezione che l’Islam ha di se stesso. Conquistarne parti importanti ai valori della democrazia, delle istituzioni liberali e al rispetto della donna sarà immensamente importante.
Il punto di partenza è non immaginare l’Islam come un blocco omogeneo. Quello del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, per dire, in questo momento attrae tutte le attenzioni per le tensioni che lo attraversano. In questa regione, però, vive solo il 20% dei musulmani. Il 62% vive tra Asia e bacino del Pacifico: Indonesia, India, Pakistan, Bangladesh, Turchia, Iran. Alcune popolazioni hanno elevatissimi livelli di consenso per la sharia, i codici legali fondati sulla legge islamica: 99% in Afghanistan, 91% in Iraq, 84% in Pakistan, 86% in Malaysia. Ma altre no: solo il 12% dei turchi vorrebbe la sharia, il 29% dei musulmani libanesi, il 20% di quelli kossovari, il 10% dei kazaki. Interessante: il 42% dei musulmani che vivono in Russia preferirebbe la legge islamica a quella del Cremlino. Nel complesso, differenze sulle quali lavorare.