Corriere della Sera, 20 dicembre 2015
Bertone precisa che non è un risarcimento. «Quei soldi furono versati a mia insaputa»
CITTÀ DEL VATICANO Un risarcimento, eminenza?
«Assolutamente no. Anche la presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc, in un colloquio che abbiamo avuto il 15 dicembre, ha riconosciuto la mia totale estraneità nella vicenda dei versamenti compiuti dalla Fondazione. E io mi sono impegnato a devolvere una donazione volontaria, con i miei soldi, per sostenere un progetto di ricerca sulle malattie rare. Un versamento a titolo di beneficenza all’ospedale che è vittima di una operazione illecita compiuta da altri a mia insaputa». Il cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato vaticano, ha il tono amareggiato, «mi dispiace che passi una raffigurazione totalmente contraria ai miei sentimenti, al mio Dna, alla mia esperienza di salesiano e di pastore».
Ricapitoliamo: lei disse di aver pagato 300 mila euro…
«Proprio così, di tasca mia, secondo le fatture che mi aveva mandato il Governatorato: ho pagato, ripeto, con i miei risparmi, per la ristrutturazione di un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato».
Intanto però era saltato fuori che la Fondazione aveva versato 200 mila euro. L’ex presidente della Fondazione, Giuseppe Profiti, parlò di un investimento di «marketing» perché lei era un prezioso «testimonial» dell’ospedale. Lei ne sapeva nulla?
«No. Ho letto che hanno giustificato così. Ma non voglio entrare in tutto questo, io sono totalmente fuori da una simile faccenda, mi sembra una cosa fuori della realtà…».
E quando lo ha saputo?
«Ci sono rimasto male, molto male. Vede, tutti siamo d’accordo nel dire che questa vicenda ha recato un gran danno. Un danno doppio: all’ospedale e al sottoscritto. Si è procurata una diffamazione terribile: con i soldi del Bambin Gesù hanno pagato la ristrutturazione dell’appartamento di Bertone!».
Ma se non c’entra nulla, se non è un risarcimento, perché ha deciso di fare la donazione?
«Perché io ho fatto tanto per il Bambin Gesù, nella mia vita, soprattutto come segretario di Stato. Come salesiano sento una attenzione particolare per i bambini e i ragazzi, tanto più per i malati. E dopo tutto il lavoro, tutte le iniziative, mi dispiaceva passare davanti all’opinione pubblica come uno che ha danneggiato l’ospedale. Non potevo accettare che si dicesse una cosa del genere».
E allora cosa è successo?
«Mi sono incontrato con la dottoressa Enoc, abbiamo fatto due riunioni, visto le carte. Ho detto: presentatemi un progetto di ricerca e io lo sosterrò. Proprio oggi mi è arrivata una sua lettera che dice: “La ringrazio molto per la donazione che vorrà fare al nostro ospedale. Con questa donazione i nostri ricercatori daranno un nome a malattie rare da cui sono affetti oggi circa cinquanta bambini. Dare un nome vuol dire fare diagnosi e rendere possibile la cura. Di questo è informato l’ospedale e ne saranno informati i mezzi di stampa”».
E adesso, che succederà?
«Questi sono i termini. Nel nostro incontro la dottoressa Enoc mi ha detto: per noi la questione è chiusa».
Il giornalista Nuzzi, sotto processo per Vatileaks, ha detto: dovrebbero processare Bertone, piuttosto.
«Guardi, lasciamo perdere. E per che cosa, poi? Per quello che nella mia vita ho fatto per la Chiesa?».