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 2015  dicembre 20 Domenica calendario

Quelli della Banca d’Italia cercano di contrastare lo sputtanamento andando in televisione. Stasera Visco da Fazio

ROMA Ieri il vicedirettore generale Luigi Federico Signorini, sugli schermi di La7. Oggi direttamente il Governatore Ignazio Visco, in prima serata da Fabio Fazio su Rai3. Dopo l’incontro di giovedì tra lo stesso Governatore e il capo dello Stato Sergio Mattarella, la Banca d’Italia cambia strategia di comunicazione e decide di spiegare pubblicamente le sue ragioni sul caso delle quattro banche salvate per decreto dal governo, con tutte le polemiche che ne sono seguite.
«Non c’è nessun timore di delegittimazione» in Banca d’Italia – dice il vicedirettore generale Signorini – per il fatto che gli arbitrati per gli obbligazionisti che hanno perso i loro risparmi saranno gestiti dall’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. «Quello non è un mestiere che spetta a noi – aggiunge —, il governo ha deciso di affidarlo a un altro e noi non ci sentiamo delegittimati». Secondo Signorini, sulla vigilanza dei quattro istituti poi salvati dal governo, Bankitalia ha «fatto tutto quello che era possibile fare». Accuse respinte anche sui tempi dell’intervento: «Non penso che siamo stati lenti – dice ancora Signorini —, l’azione deve essere necessariamente graduale. Si può arrivare a commissariare un istituto se la situazione si deteriora ma non possiamo commissariare un istituto prima del deterioramento». Sui rapporti con la Consob, l’organo di vigilanza sulla Borsa, Signorini dice che non ci sono problemi: «Fa un mestiere diverso, senza invasioni di campo ma con sinergie». Stasera toccherà a Visco ripetere gli stessi concetti dagli schermi di Rai3. Dalla strategia del silenzio, di solito usata da Bankitalia con poche eccezioni, agli interventi in tv.
Una scelta che conferma come il caso delle quattro banche abbia scombinato gli equilibri fra le istituzioni. Anche in vista di una commissione parlamentare che si dovrà occupare della questione. Forse non d’inchiesta, come pure aveva detto lo stesso Matteo Renzi in un primo momento, e cioè con poteri d’accesso agli atti equiparabili a quelli della magistratura. Ma più probabilmente d’indagine, cioè per ricostruire i fatti ascoltando i soggetti coinvolti. Ma è possibile che le scosse d’assestamento proseguano.
Quello che è successo è un «fallimento della vigilanza prudenziale di Banca d’Italia ma soprattutto sui mercati da parte della Consob» dicono dal Ceps, il centro per gli studi politici europei, il think thank basato a Bruxelles e guidato dagli economisti Karel Lannoo e Daniel Gros. E un gruppo di risparmiatori che hanno perso i loro soldi ha chiesto di essere ricevuto da Mattarella.