Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La legge di stabilità, o finanziaria che dir si voglia, è piaciuta poco, i sindacati si preparano a scioperare, il Pdl è spaccato, Epifani dice che è migliorabile, il Sole 24 Ore, cioè il giornale della Confindustria, lamenta la mancanza di coraggio (il deputato Gianfranco Librandi, già berlusconiano e oggi di Scelta civica, l’ha definita «manovra con la tremarella»).
• Lei che ne pensa?
A guardar bene è un testo tipico di Letta, una miriade di provvedimenti da 10, 20 o 50 milioni, cioè un’operazione di puro cacciavite da tutte le parti, anche la discesa della pressione fiscale di un punto in tre anni è sommamente cacciavitesca - ci si passi il termine - idem un cuneo fiscale concepito per farci trovare in busta paga ogni mese solo una decina di euro in più. E tuttavia ai mercati la faccenda è piaciuta, soprattutto perché il rientro al 3% nel rapporto deficit/Pil alla fine sembra garantito e la tenuta del governo pure. Lo spread è calato a 231 punti base e, nel corso delle contrattazioni, è sceso anche sotto il livello 230, fatto che non si verificava dal luglio 2011.
• Quali sono i commenti in generale?
Le critiche più forti sono venute dai sindacati. Camusso (Cgil): «Bisogna cambiare la legge di stabilità e decideremo tutte le cose utili a questo fine». Angeletti (Uil): «La Uil è pronta a proteste molto forti e anche allo sciopero contro le misure della legge di stabilità che riguardano il pubblico impiego». Cioè, blocco del turn over, taglio degli straordinari, misure sulla liquidazione. Bonanni è stato zitto, mentre il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ha detto: « I passi sarebbero anche nella direzione giusta ma ancora una volta non sono sufficienti per farci ritrovare la crescita. Il provvedimento non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale». Squinzi voleva che all’abbattimento del cuneo fiscale fossero destinati 10 miliardi, invece dei 5 messi sul tavolo. Il Pd ha in genere elogiato. La Lega ha adoperato gli aggettivi «inutile e dannosa» sfoderati anche in altre occasioni. Silenzio dai grillini, che forse ci faranno sapere quello che pensano in Parlamento.
• Sentiamo il Pdl.
È interessante. Il Pdl nei commenti s’è spaccato in due, secondo la facile suddivisione tra falchi e colombe. Le colombe, in testa alle quali c’è Alfano, sono tutto un peana, «finalmente una legge che non mette le mani nelle tasche degli italiani» (Alfano), «provvedimento positivo» (Sacconi), «brava la Lorenzin che ha evitato i tagli alla Sanità» (Brunetta, che però va considerato una colomba con gli artigli). Dall’altra parte, i falchi hanno sparato a zero, manco fossero all’opposizione. Bondi: «Di questa stabilità l’Italia può morire», «Insufficiente» (Carfagna), «Minimalista» (Santanché). Sarà interessante vedere come si comporteranno al momento del voto. Avrà saputo che Berlusconi sta di nuovo accarezzando l’idea di votare a marzo...
• Sa che è tre giorni che ne parliamo, ma non ho ancora capito bene in che consiste questa benedetta legge di stabilità?
Guardi, i punti chiave sono due. L’intervento sul cuneo fiscale e quello sulla tassazione con le T, cioè la già famosa Trise, Tasi, Tari. Sul cuneo abbiamo già detto ieri, e comunque si tratta di un intervento davvero minimo, di cui in pratica non ci accorgeremo. Invece di parlare della Trise, conviene parlare delle due sottotasse che la compongono, cioè la Tari e la Tasi. La Tari è la tassa sui rifiuti e il governo ha ordinato ai comuni di farsi pagare per intero il costo della raccolta: cosa che fino ad oggi non avveniva. Dunque, pagheremo di più. La Tasi è praticamente la nuova tassa sulla casa, perché si pagherà o sulla rendita catastale rivalutata del 65% (uno per mille) o sui metri quadri (un euro a mq). I comuni potranno aumentare questi importi, avendo come limite l’aliquota massima dell’Imu maggiorata dell’uno per mille. L’insieme di queste tasse comunali si pagherà in quattro rate, al 16 di gennaio, aprile, luglio e dicembre. Saranno coinvolti sia i proprietari che gli inquilini. E l’Imu non sarà abolita del tutto: tutti i proprietari di seconde case o quelli che vivono in dimore di lusso (A1, A8, A9) continueranno a pagarla. Si continuerà a pagare l’Imu anche per i capannoni industriali e gli opifici, col solo vantaggio di poterne dedurre il 50% in sede Ires.
• S’è capito di che importi stiamo parlando?
Tasi + Tares verranno mediamente 109 euro a famiglia. La città più cara, secondo calcoli della Uil, dovrebbe essere Bologna, 269 euro. La tariffa di Milano dovrebbe stare intorno ai 250 euro, quella di Roma intorno ai 198.
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