Angela Zingaretti; Luca Zingaretti; Nicola Zingaretti, Roma, la Repubblica 17/10/2013, 17 ottobre 2013
MEMORIA, IL SEGRETO DEI FRATELLI ZINGARETTI “COSÌ NOSTRA MADRE SFUGGÌ AD AUSCHWITZ”
IL 16 ottobre di 70 anni fa oltre 1000 ebrei, tra cui 200 bambini, furono rastrellati tra le strade di Roma e deportati ad Auschwitz. Tra loro anche Ester Della Torre, la nostra bisnonna. Nostra madre, quasi per caso, si salvò dalla deportazione, con la sorella e i genitori. Grazie a questo caso, noi oggi esistiamo. Non siamo ebrei, se non nelle radici culturali, perché non lo era nostra nonna materna, e quindi non lo è nostra madre. Anzi, come in molte famiglie romane, anche nella nostra c’è un incontro fecondo di radici ebraiche, cattoliche e cultura laica: diversi orientamenti che hanno convissuto e si sono contaminati senza mai entrare in conflitto fra loro e arricchendosi. Ma ai nazifascisti questo poco importava. Entrarono in casa a Monteverde Vecchio cercando la famiglia di Angelo Di Capua, nostro nonno, e se nostra madre di 7 anni fosse stata li, sicuramente sarebbe stata arrestata e deportata e poi uccisa. Cosi è stato per milioni di uomini, donne e bambini in tutta Europa.
La nostra dunque è una storia di cittadini di Roma, come tante altre storie di romani e romane, che racconta bene il legame tra i fatti storici e la memoria, i ricordi e le vite, gli intrecci che esistono in una comunità. Questo, come altri esempi, chiarisce bene infatti come il 16 ottobre sia una ferita che ha colpito una comunità in particolare ma anche una ferita di tutti, non solo per naturali implicazioni etiche e valoriali di rifiuto dell’olocausto, ma anche perché ha coinvolto Roma e l’Italia. Il 16 ottobre del 1943 è tra noi, nelle vittime, nei non nati, nelle famiglie distrutte, nei sopravvissuti e nei tanti che sono nati e oggi vivono perché il nazifascismo ha perso.
Dopo 70 anni questa memoria va tenuta viva, ce n’è un grande bisogno. Per questo, il prossimo 22 ottobre, nel giorno in cui probabilmente morì, abbiamo voluto dedicare a “nonna Ester”, che non abbiamo mai potuto conoscere, eppure non abbiamo mai dimenticato, alle vittime di quella ferita incancellabile nella memoria di Roma e ai loro famigliari, una serata, davanti al Portico d’Ottavia, nel luogo in cui quella mattina gli ebrei, strappati alle loro case, furono radunati per iniziare il loro terribile viaggio.
Luca e altri attori e attrici faranno una lettura del celebre racconto “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti: lo promuoveremo e sosterremo direttamente noi fratelli come impegno civile e lanceremo, in piazza, una raccolta di fondi per regalare ad alcune biblioteche delle scuole di Roma libri sulla Shoah. Abbiamo voluto intitolare la serata “Una storia romana” perché ovviamente il 16 ottobre riguarda tutti: è una ricorrenza che segna uno spartiacque non solo nella nostra vicenda famigliare, ma nella storia della nostra città. Rendere omaggio al ricordo di quanti vissero quegli eventi — chi fu inghiottito dal mostro della Shoah, chi si salvò dalla deportazione, e i pochi testimoni che fecero ritorno — significa anche riannodare i fili complessi di una storia che ci aiuta a comprendere cosa siamo oggi, sapendo che se dimenticassimo saremmo tutti più deboli e fragili.
Un essere umano non può essere considerato un numero, come quello che i nazisti incidevano sul braccio all’ingresso dei campi, dietro ogni persona ci sono legami, affetti, odi, ci sono dei fatti e delle verità. Oggi, se raccontiamo pubblicamente insieme questa storia per la prima volta, è anche per un gesto estremo contro ogni idea di negazionismo che pure spesso si riaffaccia. Quante volte ci è capitato di interrompere qualcuno, davanti a una pizza, o in un dibattito in una scuola, che avanzava dubbi sulla Shoah e dirgli: «Vedi, io esisto per caso, perché una parte della mia famiglia è morta nei campi di concentramento e nostra madre si è salvata, ospitata in un convento di suore».
Venite in tanti, portate le famiglie e amici giovani e non. Portate chi ha voglia di ricordare e chi ha bisogno di conoscere. Raccontate che si parlerà della nostra storia e di un fatto che non dovrà accadere mai più. Grazie a tutti. Ci vediamo il 22 ottobre alle 21 in largo 16 Ottobre 1943.