Filippo Manvuller, Libero 17/10/2013, 17 ottobre 2013
I VENDOLIANI RIDANNO IL VITALIZIO AI POLITICI TRUFFATORI
La Puglia di Nichi Vendola restituisce il vitalizio ai condannati.
Così ai consiglieri riconosciuti colpevoli di reati contro la pubblica amministrazione, scontata la pena, torna la «pensione». Espiate le proprie colpe i politici che hanno avuto guai con la giustizia potranno così godersi la vecchiaia cullati dai soldi pubblici.
Questo l’esito di tanto «tagliare » anti-casta dato in pasto all’opinione pubblica dall’assemblea pugliese. A novembre scorso il consiglio regionale aveva imposto una sforbiciata totale. Sei condannato? Niente pensione a spese dei cittadini.
Martedì un blitz in assemblea ha corretto il tiro: solo per il periodo di interdizione dei pubblici uffici i consiglieri condannati saranno esonerati dal corrispettivo mensile.
Non un taglio totale, quindi, ma una sospensione di compromesso. La differenza non è da poco ed è scivolata facile facile tra una discussione sui beni culturali e una sulle nomine Ausl. L’aggiustamento in corsa è stato affidato a una leggina-cuscinetto che ha sanato un bel po’ di mal di pancia.
Addirittura uno come Sandro Frisullo, ex vice presidente Pd del consiglio regionale pugliese, condannato nel dicembre scorso a due anni e otto mesi per associazione a delinquere, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, potrà godere del vitalizio «guadagnato» con la sua attività nel consesso barese senza neanche la sospensione. Poiché non è stato interdetto dai pubblici uffici avrà diritto all’assegno a «ciclo continuo».
Il tutto nell’entusiasmo generale. Il primo a gloriarsi è il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna che, in un comunicato diffuso l’altro giorno, ha magnificato l’iniziativa legislativa («sono norme che puntano a moralizzare la politica e a ridurre la spesa»), ne ha vantato il primato rispetto al parlamento nazionale, ha ribadito più volte il valore della «sobrietà».
E le rendite ai condannati? Se a novembre erano state cancellate è solo per una «svista », risponde Introna, che sottolinea come i vitalizi siano «diritti maturati» perché frutto di «versamenti su base volontaria». Quindi, in caso di cessazione di quel diritto «sarebbe stato necessario restituire i circa 2.700 euro mensili versati ogni mese dai consiglieri» (fino al 2012) per assicurarsi la «pensione».
E il caso Frisullo? «Non potevamo andare indietro nel tempo. La norma non è retroattiva ». Infatti a pagare - dal punto di vista dei benefici economici - saranno i posteri. I successori - non condannati - di Frisullo, incappati nella furia anti-casta del Vendola- bis, godranno paradossalmente di assegni inferiori rispetto a quello dell’ex vicepresidente finito nel vortice - Tarantini. Dal primo gennaio di quest’anno - per effetto dei tagli voluti dall’assemblea regionale - hanno infatti dovuto scegliere: o riscattare i contributi versati o percepire una «pensione» con quelli maturati dalla data dell’elezione (2010). Il vitalizio è stato cancellato proprio con la legge del novembre 2012.
Tanti colpi di forbice non hanno nemmeno eliminato le rendite d’oro maturate negli anni passati. Caso emblematico è quello del vendoliano Michele Ventricelli, consigliere dal 15 maggio del 2000 a oggi, ma già a posto per la vecchiaia. L’esponente Sel ha di che godersi la pensione: recentemente l’ufficio di presidenza gli ha assegnato una «spettanza» di 7.779,85 euro lordi mensili.
Attualmente in carica, può inoltre godere, come gli altri colleghi senza incarichi di particolare rilievo, di uno stipendio di 11.100 euro lordi per dodici mensilità. In consiglio - al netto di vitalizi e anzianità contributiva - c’è anche chi se la passa meglio. I presidenti di gruppo, di commissione, il consigliere segretario hanno diritto a 12.300 euro mensili, il vicepresidente della giunta o del consiglio regionale e gli assessori, a 12.600 euro. Nichi Vendola e il presidente del parlamentino regionale Introna di euro mensili ne portano a casa 13.800. Lordi.
In compenso è stata tagliata la polizza assicurativa contro gli infortuni (120 euro all’anno) e sono stati ridimensionati i fondi ai gruppi. Insomma: la sobrietà in salsa vendoliana ha colpito nel segno: tanto fumo e privilegi immutati. E i condannati ringraziano.