Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 17 Giovedì calendario

BORGHI «FANTASMA» IN VENDITA


Non solo case fantasma, ma interi paesi fantasma. Restano sconosciuti al Fisco e, purtroppo, anche ai potenziali investitori. Accade in Italia, dove l’agenzia delle Entrate ha appena finito di accertare 1,26 milioni di unità immobiliari da accatastare, per il 34,4% abitazioni. Molte sono vecchi casali o rustici, a volte raccolti in piccoli centri abbandonati o borghi storici, disabitati e da riqualificare.
L’operazione "case fantasma" conclusa dopo sette anni dalle Entrate per definire il gettito mancato nelle casse dello Stato (stimato a circa 589 milioni di euro) restituisce un’immagine attendibile della geografia dell’abbandono nel nostro Paese. A commentarla è Fabio Saccone, geologo e fondatore del blog Paesi fantasma, che con un meccanismo simile a quello utilizzato dall’Agenzia (tramite il satellite di Google Earth) ha mappato circa 1.500 borghi abbandonati: «Riceviamo moltissime email di potenziali acquirenti, interessati ad accedere a questi immobili, ma spesso è difficile risalire alla proprietà oppure servono troppi soldi per intervenire. In alcuni casi, dove è possibile comprare a prezzi bassi, sono stati ripopolati interi vecchi borghi. Altrove una cordata di imprenditori ha acquistato e riqualificato interi paesini, per poi vendere o affittare gli appartamenti. A volte, però, non vale la pena recuperare vecchi casali abbandonati, perché sorti abusivamente in zone esposte ad alto rischio sismico o idrogeologico».
Ad esempio l’antico paesino fantasma di Balestrino, in provincia di Savona, è famoso per essere stato ripopolato da giovani artisti. I casali di Poggio Santa Cecilia (Siena), invece, sono stati acquistati dall’omonima società agricola che sta pensando di mettere in vendita alcuni appartamenti. Oppure un grosso progetto di ristrutturazione, avviato qualche anno fa da alcune famiglie del posto, sta ridando vita al borgo di Isola Santa (Lucca): diventerà un albergo diffuso con bar e ristorante.
Occasioni di questo tipo, spesso veri e propri gioielli immobiliari, in Italia non mancano, anzi. «L’offerta – afferma Fabio Guglielmi, direttore generale del network di intermediazione di lusso Santandrea – si è allargata in territori prima sconosciuti per questo tipo di investimenti. Oltre a Toscana e Umbria, oggi si trovano proposte interessanti in Abruzzo, Marche e in alcune aree in Veneto». Non stupisce, dunque, l’abbondanza di annunci commerciali presenti online che propongono interi paesi o piccole città fantasma: a luglio è arrivato su eBay l’antico borgo disabitato di Valle Piola, nel cuore del Parco Nazionale Gran Sasso (Abruzzo) a 550mila euro; su Casa.it l’immobiliare RossoMattone propone a 1,3 milioni di euro un ex convento del XVIII secolo ad Assisi, per complessivi 940 mq, dove è possibile ricavare camere singole con bagno privato e appartamenti autonomi con terrazzi panoramici; arriva fino a 22,8 milioni di euro, infine, il borgo del Ghirlandaio a Norcia (Pg) in vendita su Immobiliare.it per mano dell’agenzia Casaitalia International che, dopo un appassionato restauro integrale, oggi offre 59 appartamenti indipendenti con giardini e terrazze, un ristorante e alcune botteghe.
Ad acquistare queste soluzioni sono in pochi: «Si contano una decina di vendite l’anno – afferma Guglielmi – e nella maggior parte dei casi si tratta di stranieri o società con ampie disponibilità economiche. Sicuramente oggi è possibile fare il grande acquisto in Italia, ma bisogna sapere che questo tipo di investimenti richiedono anni di lavori, permessi e autorizzazioni». Ad andare a caccia di borghi da scoprire non sono i russi, alla ricerca di località più alla moda. Il network Santandrea l’anno scorso ha assistito un messicano che ha acquistato una serie di casali con terreno in Toscana. Altri sono francesi, americani, norvegesi o addirittura neozelandesi. Come Michael Harte, che a settembre ha comprato all’asta, per meno di 3 milioni, l’intera isola Budelli di fronte alla Maddalena.
«Abbiamo un patrimonio immobiliare straordinario – afferma Mauro Guerra, coordinatore dei piccoli comuni per l’Anci – e in queste località le opportunità sono molte. Negli ultimi anni i borghi storici hanno vissuto problemi di spopolamento e oggi contano diverse proprietà vuote, da recuperare. Credo sia importante sfruttare in questo senso le opportunità dei prossimi fondi europei 2014-2020. La strategia di programmazione si sta definendo in queste settimane e, tra le destinazioni, c’è anche una linea di finanziamento prevista per la valorizzazione delle aree interne e dei piccoli Comuni». Nel frattempo, il prossimo 24 ottobre si aprirà il click day per il bando «6mila campanili» messo a punto dal ministero delle Infrastrutture: una dote da 100 milioni di euro andrà a finanziare i Comuni sotto i 5mila abitanti anche per progetti (da 500mila a un milione di euro ciascuno) di ristrutturazione e nuova costruzione di edifici pubblici. A poterne beneficiare saranno gli interventi programmati, già cantierabili, su edifici pubblici (tra cui anche scuole, impianti sportivi, ecc). «Il mio Comune, ad esempio, candiderà il recupero di un immobile a destinazione museale – dice Guerra, che è sindaco di Tremezzo – e molti altri progetti potranno avere ricadute turistiche. Ma difficilmente in questo bando troveranno spazio riqualificazioni più articolate, perché le piccole amministrazioni non sono in grado di arrivare a un livello di progettazione già definito, senza precedenti garanzie di finanziabilità». In questi casi, infatti, è fondamentale l’intervento dei privati, «per alcuni aspetti decisivo e discriminante», conclude Guerra.