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 2013  ottobre 17 Giovedì calendario

L’EUROPA CRESCE, MA FIAT ARRETRA


L’ennesimo calo delle vendite Fiat in Europa (-3,4% a settembre) ha portato il Lingotto a scendere in ottava posizione tra i gruppi presenti sul mercato del vecchio continente. E la Borsa ha punito il titolo Fiat, sceso del 4% in una Borsa italiana in crescita. Anche perché, dopo mesi di difficoltà, l’Europa pare essersi rimessa in cammino e dopo il progresso del 4,9% registrato a luglio, con una nuova caduta ad agosto, lo scorso mese l’Unione europea e i tre Paesi Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) hanno visto le immatricolazioni aumentare del 5,5%, per un totale di 1.194.216 consegne. Portando le immatricolazioni dei primi 9 mesi a 9.338.897 (-4%).
È vero che lo scorso settembre ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese del 2012; ed è anche vero che il settembre dello scorso anno aveva rappresentato il record negativo. «Ma si tratta comunque di un segnale positivo – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – anche perché la crescita è generalizzata». Soltanto otto mercati dell’Unione europea e uno dell’Efta registrano una flessione. E tra questi c’è anche l’Italia. Arrivata, ricordano all’Unrae (l’Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri) , al quarantesimo mese di calo.
Tra i primi 5 mercati europei, solo la Germania è in calo a settembre, con una flessione dell’1,2%, inferiore comunque al -2,9% dell’Italia. La Gran Bretagna cresce del 12,1%, la Francia del 3,4% e la Spagna del 28,5%. All’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) evidenziano, tuttavia, come solo la Gran Bretgana sia in trend positivo nel cumulato dei primi 9 mesi dell’anno, con un incremento delle consegne del 10,8%. La Germania perde il 6%, la Francia l’8,5% e la Spagna l’1,6%, con l’Italia a -8,3%, in quarta posizione tra i primi 5 mercati. Complessivamente, precisa Quagliano, a settembre i mercati dell’area euro vedono le immatricolazioni salire dell’1,2% mentre i Paesi che non adottano la moneta unica sono in crescita dell’11,7%, con l’Ungheria da record, in progresso del 32,2%. Aumentano, del 7,3%, anche le consegne nell’area Efta.
Al Lingotto sottolineano che la crisi del mercato italiano (conseguenza della politica di austerità, ma anche delle scelte di molte amministrazioni locali che limitano la circolazione e la rendono sempre più costosa) penalizza le vendite del gruppo Fiat, concentrate nella Penisola. Ma la scarsa penetrazione sugli altri mercati europei – dove comunque il gruppo si rafforza in Gran Bretagna, Francia e Spagna – non è un obbligo ineludibile. Lo stesso vale per le difficoltà, oggettive, dei marchi generalisti. Promotor rileva che i principali marchi premium (Audi, Bmw, Mercedes e Jaguar Land Rover) vedono la quota complessiva salire dal 17,8 al 18,3%. Mentre un gruppo come Psa cede, a settembre, il 3%. È anche vero, però, che Renault ha messo a segno un progresso del 21,8%. Così come, all’interno del gruppo torinese, il marchio Fiat cresce dello 0,3% mentre Lancia-Chrysler cede il 19,9% ed Alfa il 15,3%. Problemi anche di modelli, dunque.
Si è così rivoluzionata la classifica per gruppi. Con Volkswagen che si conferma al primo posto con una quota del 23,7% e precede Psa, Gm, Ford, Renault, Bmw, Daimler e Fiat. Tra le asiatiche solo Honda cede il 13,3%, Nissan e Kia sono sostanzialmente stabili e tutte le altre case registrano progressi.