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 2013  ottobre 17 Giovedì calendario

METRO LASCIA LONDRA E PUNTA SU MILANO


La tedesca Metro lascia Londra e punta su Roma e Milano. Il gigante dei cash & carry colloca l’Italia negli otto paesi chiave del business e, tra quest’anno e il prossimo, investirà 40 milioni per terminare la ristrutturazione dei 48 grandi punti vendita. Oltre che mettere sul piatto le risorse necessarie per aprire piccoli cash & carry (2-3mila mq) nei centri di Milano e Roma, a stretto contatto con le reti dei migliori ristoranti.
«In Inghilterra – osserva Philippe Palazzi, ad di Metro Italia – dopo le prime difficoltà il gruppo ha deciso di ritirarsi. In Italia, davanti alle stesse difficoltà, abbiamo reagito innovando la nostra offerta, con successo. Tanto che se avessimo potuto esportare la nostra formula in Inghilterra sono convinto che avremmo potuto continuare ad operare».
Il gruppo Metro cash & carry è presente in 29 paesi con 700 punti vendita e fattura 31 miliardi. In Italia nel 2012 la società ha realizzato ricavi per 1,66 miliardi, in calo rispetto gli 1,7 dell’anno prima; in contrazione anche gli utili, da 17,4 milioni a 14,7 dell’anno scorso. L’anno scorso la Metro tedesca ha iniettato nella controllata tricolore circa 2 milioni in conto capitale. Il top manager ammette però che Metro non ha mai sollevato il piede dall’acceleratore. «Ogni anno – dice – investiamo mediamente 20 milioni per ristrutturazioni e sviluppo».
Per il nostro Paese Palazzi ha lanciato il programma Butterfly 2015, con l’intento di aumentare il focus strategico sulle aree di forza, per esempio nell’Horeca (acronimo di hotel, ristorazione e bar). A Roma Salaria Metro ha inaugurato la prima "Casa dell’Horeca" «ma altre aperture – aggiunge Palazzi – ci saranno sia a Roma che a Milano. Si tratta di realtà multicanale, integrate per rispondere alle esigenze del cliente Horeca: assortimento dedicato, personale specializzato e possibilità di approvvigionamento. La prossima apertura sarà a Como». Roma Salaria ha richiesto un investimento di circa 6 milioni.
Nelle due metropoli si pensa di aprire nel centro città, store di vicinato (2-3mila mq), «per essere vicini ai ristoranti» dice Palazzi.
Diverso il discorso per le piazze "minori", cioè per quelle città più piccole e meno dinamiche. Metro non nasconde che otto punti vendita, al Sud e al Nord est, sono storicamente in profondo rosso: Bari, Bolzano, Catania, Mestre, Lecce, Padova, Pordenone e Verona.
Come intervenire? Seguendo, in 5 casi su 8, il progetto pilota di Pescara "Metro Piazza Affari". «Ci sono profonde differenza tra il nord e il sud – spiega Palazzi - Ciò comporta la necessità di lavorare su concept differenti, per rispondere al cliente. A Pescara ci siamo concentrati, in particolare, su fresco e freschissimo. E sulla componente di servizio. I risultati sono arrivati già nei primi 2 mesi di implementazione, luglio e agosto, con un balzo delle vendite del 13%». I clienti si sono subito fatti convincere dai prezzi inferiori mediamente del 14%, dai ribassi su oltre mille prodotti di marca e dagli sconti-quantità permanenti legati ai grandi volumi.
«Al sud si soffre molto – ammette Palazzi – molto più del nord. Non a caso Carrefour l’ha abbandonato». Rimangono però a rischio ancora i tre store di Bolzano, Mestre e Pordenone: per i primi due la strategia per scongiurare la chiusura passa dal ridimensionando del non food e dall’aumento della produttività. Per Pordenone, il verdetto scatterà dopo gli esiti delle attività di ottimizzazione degli altri punti vendita.
@scarci