Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il ministro Passera, parlando a Cernobbio, ha evocato una «sanzione sociale» contro gli evasori fiscali.
• Che cosa s’intende per “sanzione sociale”?
Gli italiani devono provare disprezzo per chi evade le tasse. Chi evade le tasse, quando viene beccato, deve provare vergogna. Come si ottiene questo? Attraverso i mezzi di comunicazione di massa. L’aria è già cambiata, un minimo: c’è gente che si dedica tenacemente a segnalare i bar dove non gli hanno fatto lo scontrino, mette su internet indirizzi, nomi e date relative. Quindi qualcosa, in questo senso, sta avvenendo. Voglio dire: ancora dieci anni fa, la furbizia di costruirsi una residenza all’estero o di sovrafatturare certe prestazioni a volte con caroselli di società domiciliate nei paradisi che erano persino ridicoli (ma faceva fine quando lo si raccontava agli amici), tutto questo sembra abbastanza in crisi. D’altra parte il fisco comincia ad avere software che sono in grado di percepire subito le posizioni loffie: tu denunci x, ma, dai tuoi conti bancari, dalle tue spese, dalla macchina che ti sei comprato, dalla vacanza che hai fatto (tutti dati che oggi l’Agenzia delle Entrate possiede) io vedo subito che la tua dichiarazione è fasulla. Lo stesso software me lo dice: si accende sullo schermo una spia rossa e sei fregato. Al punto che adesso stanno pensando di rendere i contribuenti consapevoli della differenza tra quanto dichiarano e quanto si evince dagli altri dati. Sapendolo, il contribuente, magari, si aggiusta, non esagera, avvicina maggiormente la sua dichiarazione alla verità.
• Metterli direttamente in galera, come fanno in America? Mostrandoli magari in televisione ammanettati in modo che si vergognino davvero e i loro simili ci pensino due volte prima di riprovarci?
Non abbiamo quella cultura. Non abbiamo neanche il sistema giudiziario adatto. Per mettere uno in galera ci vuole il processo, per metterlo preventivamente, persino se ammazza qualcuno, bisogna che vi sia pericolo di inquinamento prove, pericolo di fuga, pericolo di ripetere il reato. E poi ci vuole la legge che mandi in galera gli evasori. E infine c’è un altro punto: lo Stato è consapevole di chiedere ai cittadini troppe tasse e di farli impazzire con un milione di leggi e regolamenti che cambiano di continuo. Il discorso vale soprattutto per le piccole imprese: io le garantisco che non c’è neanche uno, fra i quattro milioni di piccoli imprenditori, che non abbia qualche macchia nel suo comportamento verso il fisco. La ragione per cui sono così sicuro è questa: essere totalmente a posto è impossibile, a meno che non ci si rassegni a farsi chiudere l’azienda dallo Stato. Che oltre tutto non paga i suoi debiti e non permette compensazioni.
• Sta difendendo gli evasori.
No, cerco di dare a lei e ai lettori un quadro d’assieme. Il quadro che ci è stato rappresentato l’altro giorno dal ministero dell’Economia fa persino ridere: gli italiani guadagnerebbero in media, se si crede alle loro dichiarazioni, 19.250 euro, quando sappiamo benissimo – da altri dati – che il reddito medio italiano si avvicina ai 33 mila euro l’anno. Ma stia a sentire: i padroni pigliano meno dei loro dipendenti: 18.170 euro contro 19.810. I più ricchi sono gli artigiani (gli autonomi): 41.320 euro l’anno. Questi autonomi sono poi quelli che vengono regolarmente accusati di evadere, pensi un po’.
• E tutti quelli che hanno i macchinoni o le barche?
Gli italiani che hanno portafogli straboccanti, che superano cioè il mezzo milione di euro, sono 600 mila. Questo il fisco lo sa bene. Il fisco sa che questo gruppo investe in totale per 800 miliardi, lo vede sui suoi schermi mentre va in vacanza su super-yacht o magari si sposta con l’elicottero di proprietà. Beh, sa quanti italiani dichiarano – attraverso Unico, 730 o 770 - un reddito superiore ai 300 mila euro? Appena 30.590, un ventesimo del totale. In genere questi super ricchi dichiarano un reddito da 20 mila euro. Per questo è da ridere. Il Fisco oltre tutto sa benissimo chi sono e conosce i numeri dell’intera faccenda: 100 mila barche di lusso (cioè più lunghe di dieci metri), 595 mila super car (248 cavalli), 518 elicotteri privati. In generale, secondo quanto ha calcolato la Banca d’Italia: il 10% più ricco della popolazione possiede ben il 44% della ricchezza nazionale.
• C’è qualcuno che non paga niente?
Dieci milioni di persone. Ma si consoli con questi altri dati: secondo il Dipartimento delle Finanze, il reddito medio degli italiani – basandosi esclusivamente su queste dichiarazioni - è comunque cresciuto dell’1,2 per cento. Ci sono state anche più dichiarazioni rispetto al passato: 41,5 milioni, lo 0,6% in più E sono cresciuti anche i contribuenti: +24 mila (ma l’anno precedente ne erano spariti 240 mila).
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 1 aprile 2012]