Anna Rita Cillis, la Repubblica 1/4/2012, 1 aprile 2012
Roma, guasto al centro di procreazione persi 94 embrioni, scoppia la polemica – ROMA - Novantanquattro embrioni, 130 ovociti e sei campioni di liquido seminale distrutti
Roma, guasto al centro di procreazione persi 94 embrioni, scoppia la polemica – ROMA - Novantanquattro embrioni, 130 ovociti e sei campioni di liquido seminale distrutti. Si è infranto contro un guasto all’impianto di azoto liquido per la crioconservazione di materiale biologico, la speranza di 34 coppie che avevano affidato al centro di procreazione assistita dell’ospedale romano San Filippo Neri, la speranza di diventare genitori. Ora a chiedere spiegazioni sull’accaduto non sono solo loro ma la stessa struttura sanitaria che, per prima, ha dato la notizia. Tanto che il direttore generale Domenico Alessio ha presentato un esposto alla procura, che ora ha aperto un’inchiesta. «Noi in questa vicenda - fa notare - siamo parte lesa». Secondo il dirigente, la ditta «è responsabile della conduzione, della manutenzione e del controllo dell’impianto». Ed è alla società che Alessio nei giorni scorsi si è rivolto anche per avere chiarimenti che, «non sono ancora arrivati. Stiamo aspettando una relazione, ma per il momento non si è visto niente», dice. Per ricostruire la vicenda bisogna andare indietro di cinque giorni, al 27 marzo quando i tecnici si accorgono che il serbatoio di azoto è vuoto. Francesco Timpano, responsabile del Centro di procreazione assistita del San Filippo Neri racconta che «l’impianto di crioconservazione, collocato per motivi logistici nei sotterranei dell’ospedale è gestito da una ditta appaltatrice, la Air Liquide, che ha il monopolio dell’azoto liquido negli ospedali. La manutenzione è continua: il rifornimento è settimanale ma la verifica del livello della sostanza è giornaliera, in modo tale che, se c’è un maggior consumo, i tecnici intervengono immediatamente». Ma qualcosa aggiunge il responsabile «il 27 non è andato come avrebbe dovuto, c’è stato un inspiegabile innalzamento della temperatura per mancata compensazione di azoto nei contenitori del materiale biologico».E il materiale biologico è andato distrutto. Nel frattempo il dicastero della Salute ha attivato la procedura prevista nel caso "di evento avverso grave" e il ministro Renato Balduzzi ha chiesto un rapporto al Dipartimento sanità pubblica e una relazione al Centro nazionale trapianti, che ha disposto una ispezione per martedì prossimo. E mentre la governatrice del Lazio Renata Polverini ha chiarito che manderà degli ispettori per capire cosa sia accaduto, il presidente della commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha già inviato i Nas. Rabbia e dolore invece hanno scandito le ultime ore delle 34 coppie coinvolte, loro malgrado, nella vicenda: «Ora avvieremo un’azione legale». Ma non sono stati gli unici a disperarsi: tutte le 24 coppie raggiunte, ieri, al telefono hanno reagito «molto male alla notizia», spiegano dal San Filippo Neri. Tanto che direttore generale Alessio ha commentato: «Manifesto tutta la mia solidarietà alle coppie sia come uomo che come dirigente. Sono a disposizione per qualsiasi necessità. E vorrei ricordare che, per motivazione diverse, siamo entrambi parte lesa». Non sono mancate le polemiche. E c’è chi come il presidente dell’associazione mondiale medicina della riproduzione, Severino Antinori ci sono «gravi responsabilità» da parte dell’ospedale e della Regione Lazio. Ma Alessio ribatte: «Le sue dichiarazioni sono completamente false e destituite da qualsiasi fondamento».