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 2012  aprile 01 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. L’ELEZIONE DI AUNG SAN SUU IN BIRMANIA


REPUBBLICA.IT
RANGOON - Si sono chiusi in Birmania i seggi nei 45 collegi dove si è votato per le elezioni suppletive che, anche se manca la conferma ufficiale, vedranno l’ingresso di Aung San Suu Kyi 1 in Parlamento. Una consultazione, quella odierna, che segna lo spartiacque rispetto a più di un ventennio di repressione: dalla rivolta studentesca del 1988 alla "rivoluzione zafferano" dei monaci del 2007. La leader della Lega nazionale per la democrazia, tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, avrebbe ottenuto l’82% dei voti nella sua circoscrizione di Kawhmuha, e l’opposizione ha fatto sapere di essere in testa in tutte le 44 circoscrizioni in cui ha presentato un candidato. Lo ha fatto sapere Soe Win, funzionario del partito Ndl.
Si tratta delle terze elezioni in mezzo secolo in Birmania e potrebbero segnare una tappa importante nel cammino del Paese asiatico verso la democrazia. Le elezioni devono assegnare 45 seggi su 1160. La giunta militare di Rangoon, che da anni governa il Paese, ha il diritto al 25% dei seggi. Secondo primi risultati non ufficiali San Suu Kyi avrebbe ricevuto 270 voti contro i 37 del candidato dell’Usdp, il partito del regime.
Al momento non si riportano irregolarità anche se la stessa leader dell’opposizione aveva avvertito sulla possibilità di brogli elettorali. Intanto a Rangoon migliaia di sostenitori sono scesi davanti all’abitazione della
premio Nobel per festeggiare l’elezione. Liberata nel novembre 2010 dopo sette anni agli arresti domiciliari (15 invece passati in detenzione) San Suu Kyi, 66 anni, è tornata a combattere per il suo popolo con il rilancia della sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld). "Siamo in testa in tutte le circoscrizioni" esultano i sostenitori della Lega nazionale.
Il nuovo presidente, l’ex generale Thein Sein alla guida di un governo formalmente civile, negli ultimi mesi ha fatto aperture fino ad oggi impensabili: la liberazione dei prigionieri politici, l’allentamento della censura per i media, la legalizzazione della Lega Nazionale per la Democrazia, accordi importanti con i gruppi armati delle minoranze etniche.
La vera sfida, però, inizierà dopo il voto: il presidente Thein potrebbe offrire ai democratici incarichi di governo, ma resta sempre il pericolo di una restaurazione come quella del 1990, quando le elezioni vinte da Suu Kyi furono annullate e fu imposta la legge marziale. E’ probabile che con le sue aperture il regime abbia voluto sottrarsi all’abbraccio soffocante della Cina, il suo maggiore alleato regionale, puntando a ottenere dall’Occidente la revoca delle sanzioni economiche ancora in vigore.
Positive le prime reazioni internazionali. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton si è congratulata con il popolo della Birmania per aver partecipato al processo elettorale e ha invitato i leader del Paese a lavorare ancora per la trasparenza e ad altre riforme. Il voto è un segnale "molto incoraggiante", per Malgorzata Wasilewska, membro della missione europea invitata a osservare le elezioni, che ha visitato 12-14 seggi a Rangoon e in periferia. "Tuttavia non è sicuramente sufficiente per definire come siano andate le cose nel resto del Paese e sicuramente non abbastanza per parlare di credibilità delle elezioni", ha aggiunto
(01 aprile 2012)

BAGGIO (Video)
"Auguri Aung San Suu Kyi, con lo spirito sarò presente: tutti noi uomini di pace saremo con te per accompagnarti finalmente nel tuo seggio elettorale. Verrò molto presto non solo per festeggiare, ma perchè sei sempre stata presente nella mia vita e nei miei pensieri: pieno di ammirazione mando un abbraccio forte a te e a tutto il tuo popolo". Roberto Baggio affida a un video il suo sostegno alla causa di San Suu Kyi

CORRIERE.IT
MILANO- Dopo 15 anni agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi siederà nel parlamento birmano. L’annuncio arriva dal suo partito, la Lega nazionale per la democrazia. Aung San Suu Kyi, tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, sarebbe stata eletta in un seggio di Kawhmu dove avrebbe ricevuto l’82% delle preferenze. Le elezioni in Birmania assegneranno 45 seggi su 1160. Con queste votazioni potrebbe aprirsi uno spazio inatteso nel processo di democratizzazione del Paese. Anche se è ancora presto per fare bilanci: in mezzo secolo di storia del Myanmar si sono tenute soltanto tre elezioni.
L’ELEZIONE - I seggi sono stati chiusi e la Lega Nazionale per la Democrazia, principale partito dell’opposizione birmana, ha annunciato che il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi sarà eletta. Subito si sono diffusi in tutto il mondo messaggi di apprezzamento per la leader politica da sempre alla ricerca di un dialogo con la giunta e le minoranze etniche birmane nel tentativo di superare lo stallo politico in cui versa il Paese. I generali hanno sempre rifiutato di riconoscerla come interlocutore, mettendo in dubbio il suo patriottismo (la chiamano con il cognome da sposata, ’la signora Michael Aris’) e accusandola di essere uno strumento in mano a Gran Bretagna e Stati Uniti e al servizio delle loro mire neo-coloniali. Ma lei con il tempo e un enorme costo personale, è divenuta la più famosa detenuta al mondo, paragonata a Nelson Mandela e al Mahatma Gandhi, combattenti per la libertà da cui ha tratto ispirazione nel corso degli anni.
COMMENTI - Le elezioni suppletive svoltesi in Birmania hanno mostrato segni «molto incoraggianti» di un ritorno alla normalità democratica: così ha dichiarato uno degli osservatori inviati in Birmania dall’Unione Europea, Malgorzata Wasilewska. «Nella dozzina di seggi visitati i segnali sono stati molto incoraggianti - ha aggiunto - ma certo non costituiscono un campione sufficiente per valutare come sono andate le cose nel resto del Paese né per dare un giudizio sulla credibilità dello scrutinio», ha commentato Wasilewska, notando come l’Ue non consideri la missione alla stregua di un’osservazione vera e propria dato che i delegati sono arrivati non tre mesi prima del voto, come prevede il protocollo, ma solo a poche ore dall’apertura dei seggi. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton si è congratulata con il popolo della Birmania per aver partecipato al processo elettorale e ha invitato i leader del Paese a lavorare ancora per la trasparenza e ad altre riforme. La Clinton ha detto di avere speranze per i cittadini della Birmania.
DALL’ITALIA - Dall’Italia tanti i messaggi di auguri: «È una pagina nuova nella vita della Birmania, un grande passo verso la democrazia. Dobbiamo tutti essere grati ad Aung San Suu Kyi, alla sua tenacia e al suo coraggio» ha detto il sindaco di Torino Piero Fassino, dal 2007 al 2011 inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania/Myanmar