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 2012  aprile 01 Domenica calendario

BOOM DI DENUNCE: IL MIO VICINO EVADE


C’è la mamma che denuncia il figlio – chiamatelo pure eccesso d’amore – perché lavora in nero in un ristorante, magari per arrotondare la paghetta in vista delle vacanze estive. C’è l’allegro libertino in cerca di piacere proibito ai bordi della strada che gode dei servigi delle “putte” e poi si indigna perché non rilasciano regolare ricevuta (da scaricare dal commercialista?). C’è la vecchietta ossessionata dall’esplosione di negozi cinesi sotto casa che si premura di catalogare per filo e per segno tutti i mancati scontrini (o meglio, gli scontrini ci sono, solo che a penna mano asiatica ha scritto “non ha valore fiscale”). Cosa hanno in comune questi tre casi? Un numero di telefono, 117. Perché delatore oggi, in Italia, lo sono un po’ tutti. Per rabbia, esasperazione, e anche (guai a sottovalutarla) invidia sociale. E chi se ne frega se la “spiata” alla Guardia di Finanza inguaierà chi salutiamo ogni mattina col sorriso sulle labbra. Il vicino di casa viaggia sul mega suv ma chiede al Comune il bonus bebè? Una telefonata al 117 non gliela leva nessuno. La pizzeria dove mangio il calzone ripieno da una vita tiene i camerieri in nero? Mo’ basta, chiamo.
La campagna contro i furbetti del fisco di Monti sta facendo il suo effetto. E ieri il ministro dello Sviluppo Passera lo ha detto chiaramente: «Contro l’evasione fiscale ci vuole una sanzione sociale». Ma il messaggio la gente lo ha ricevuto forte e chiaro. Il termometro più attendibile è proprio il numero telefonico istituito da Visco nel 1996: partito in sordina, piano piano ha fatto breccia nelle abitudini dei cittadini arrivando a numeri monstre. Nel 2011 sono state 37.000 le denunce telefoniche antievasione. Ma solo nei primi tre mesi di quest’anno, riferiscono dalla GdF, sono stati in 12.000 ad alzare la cornetta. Con un incremento importantissimo riguardante le denunce di evasione fiscale: confrontando il primo trimestre 2011-2012, a febbraio c’è stato un boom del 382%, a marzo addirittura del 408%.
Ma chi chiama? Tutti, nessuno escluso: uomini, donne, giovani, vecchi. Anche se dalla centrale operativa di Roma fanno sapere che empiricamente sono più le donne ad alzare la cornetta. Che cosa denunciano? Gli scontrini e le mancate ricevute rimangono un must. Con una differenza rispetto agli anni passati: se prima la gente si scocciava ad aspettare che arrivasse la pattuglia fuori dal bar incriminato, ora stanno impalati come vedette finché non vedono i baschi verdi all’orizzonte.
Altro segno della “rieducazione” culturale in atto. A finire nei guai, vittime del “fuoco amico”, sono sempre più conoscenti e persone vicine. Lo si capisce dal tipo di denunce: se so che qualcuno usufruisce di agevolazioni fiscali o sgravi particolari è perché lo frequento, ne conosci le abitudini, compresi i peccati di portafoglio (piccoli e grandi che siano). Ampliato e di molto il ventaglio delle denunce: falsi ciechi e invalidi farlocchi sono i nuovi nemici. Gente che - stando ai racconti degli operatori della Finanza - cade vittima della propria tracotanza, vantandosi in giro di beffare lo Stato intascando la pensione. Anche i benzinai non se la passano bene: con gli aumenti continui dei carburanti i guidatori si sono specializzati nel tenerli sott’occhio. E poi lavoro nero, prezzi gonfiati (ieri ha chiamato una coppia di turisti americani abbindolati da un ristoratore della Capitale), illeciti vari.
Durante la settimana il picco di denunce è ovviamente concentrato nel week end. La fascia 20-23.30 riguarda gli avventori di ristoranti. Poi si passa al popolo dei nottambuli, e l’età si abbassa di parecchio. Ma fare lo sceriffo fiscale non è un lavoro per vecchi: alla centrale di Roma al momento di registrare i dati anagrafici di un denunciante si sono accorti che il ragazzo in questione era un minorenne, fregato da un barista malandrino. E hanno dovuto chiamare i genitori per portare a termine la pratica.

Edoardo Cavadini