Domenica-Il Sole 24 Ore 1/4/2012, 1 aprile 2012
«FACCIAMO UN FRONTE ANTIQUALUNQUE»
Caro Passerin,
oh che valanghe di nostalgia ha mai suscitato la Sua cartolina!
Dico di nostalgia perché quella è stata la nostra epoca "eroica" nel settore pubblico, almeno la mia, quella di Cultura e Azione. Io qui ho finito per abbandonare ogni attività "pubblica": il Cln era rinato suicida, con l’intenzione di morire il più presto possibile (si figuri che con uno dei primi atti provocarono la nomina... d’un Sottoprefetto, e lo ebbero meridionale, con pizzetto e quale lo meritavano); sul terreno, a vestigia dell’impresa, non rimasero che rivalità molto -ine da commedia goldoniana (indecenti feste commemorative) e insomma manca qualsiasi, dico qualsiasi base umana. Non direi che il panorama generale sia molto più consolante. Non perché io creda (come credo) che un lavoro intellettuale serio finisce per raggiungere comunque gli uomini; che bisogna preparare pure nel silenzio le vere "cose" da offrirgli; che comunque ci sono momenti in cui anche l’uomo politico evita di bruciarsi, si riserva: ma insomma trovo che sempre meno il gioco dei partiti può assorbire le esigenze spirituali degli italiani, dei giovani italiani. I liberali, lasciamoli stare: odio, non posso definire altrimenti il mio sentimento per loro. La DC è un partito confessionale, cioè è slealmente altra cosa da un partito, che si offre come partito. So anch’io che si deve far politica per ragioni diverse dalle professionalmente politiche, ma in questi casi il programma è più definito che mai, rigoristico addirittura. Il PS, anzi PSIUP, si permette eclettismo perché è (o crede di essere), come il precedente, un partitone, ma ondeggia dilettantescamente tra una politica e l’altra, ieri lancia la parola d’ordine della concentrazione repubblicana, oggi punta sui tre partiti di massa e propone il ballon d’essai delle tre sole correnti legittime, destra (PL - ma... gobettiano), centro (DC: incredibile ma vero!), sinistra (e qui ti voglio: un partito o due?). No, non è lecita tanta imbecillità: si proclami lui il centro, la smetta di fare il sinistro. Il PC è il solo che abbia grazia ai miei occhi per il suo atteggiamento dopo la liberazione: gente seria che sa il fatto suo, perdio. Il P.d’A. non sa che cos’è: neanche gli altri lo sanno, per esempio i socialisti, ma lui è neonato, e se non lo sa che ci sta a fare? Lei sa perfettamente che cosa vorrei che fosse. Se ha letto, e se non l’ha letto lo faccia sùbito, il libretto einaudesco di Augusto Monti, Realtà del P.d’A., troverà lì una definizione soddisfacente: la voce della coscienza del PC, il partito liberale della società socialista (che M. considera un po’ troppo come un dato di fatto), la sede storicistica della rivoluzione permanente, insomma direi io l’eterna eresia della critica.
Io non sto in Italia, dunque è inutile, ma Lei e anche Alberti (se è sempre lo stesso) perché non lavorano in senso metapolitico, investendo (con manovra avvolgente) la politica? Una specie, scusi il termine di paragone (ma è perché si offre presuntamente citra- e infrapolitico), di fronte antiqualunque? Che non può muovere se non da un organo, una Cultura e Azione italiana. (Ho visto con basso piacere e sostanziale terrore che NESSUNO CI HA PENSATO. I periodici politici sono tutti legati a un partito, e comunque nessuno è religioso o metapolitico). Un organo, e forse qualcosa di più : DIRE UNA PAROLA DI "RALLIEMENT" AI GIOVANI ITALIANI, che non diventino dei malcontenti, dei cinici. Fallito il fronte del CLN, offrire un altro ideale di fronte.
Gianfranco Contini
La lettera di Contini è dattiloscritta, con firma autografa. Si ringraziano vivamente, per l’autorizzazione
a pubblicarla, Riccardo Contini e Francesco Alberti
La Marmora, presidente del Centro studi Generazioni
e Luoghi di Biella.