Paolo Lepri, Corriere della Sera 01/04/2012, 1 aprile 2012
L’ECCEZIONE TEDESCA. AUMENTI AGLI STATALI INVECE DELL’AUSTERITY —
«Non è stata una maratona, ma una prova di triathlon», sono state le parole del ministro dell’Interno, il cristiano-sociale Hans-Peter Friedrich, che ha rappresentato nella trattativa il governo guidato da Angela Merkel. I colloqui si sono infatti prolungati così tanto che le delegazioni hanno dovuto addirittura cercare un’altra sede. L’albergo di Postdam dove era iniziato il confronto, prenotato solo fino a venerdì pomeriggio, doveva ospitare infatti un’altra manifestazione. Ma il trasloco ha portato fortuna. L’accordo è arrivato ieri mattina, dopo quaranta ore. I dipendenti pubblici tedeschi hanno un nuovo contratto e i loro stipendi aumenteranno del 6,3%.
Qualche riserva è venuta dall’altro protagonista della discussione, il leader del Ver-Di, il sindacato tedesco del settore dei servizi. Frank Bsirske ha sottolineato quanto sia stata dura la resistenza della controparte e ha annunciato che l’intesa sarà firmata soltanto dopo una consultazione tra gli iscritti. Comunque, mentre in Europa la parola d’ordine è sacrifici per tutti, i due milioni di dipendenti pubblici tedeschi hanno ottenuto un aumento salariale ben al di sopra del tasso di inflazione, destinato a non superare il 2,5% nel 2012 e a rimanere sotto il 2% nel 2013. Anche i cittadini possono tirare un sospiro di sollievo dopo gli scioperi di «avvertimento» che nei giorni scorsi avevano creato seri disagi nel settore dei trasporti in molte città della Germania. Vere e proprie agitazioni nazionali, in grado di provocare ripercussioni negative sull’economia, non ce ne sono state, però, e non ce ne saranno. Inoltre, quanto è stato deciso nella città del castello di Sanssouci, non lontana da Berlino, potrà servire da punto di partenza per gli imminenti rinnovi contrattuali che interessano altri nove milioni di lavoratori tedeschi. Non la pensa così, in realtà, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo cui l’accordo non può essere un «modello» per «situazioni che vanno valutate separatamente».
Nei dettagli, il nuovo contratto prevede un aumento dei salari del 6,3 per cento su base biennale. La prima tranche, del 3,5%, partirà retroattivamente il primo marzo. All’inizio del 2013 ci sarà un ritocco dell’1,4 per cento, seguito dal rimanente 1,4% ad agosto. All’inizio della trattativa il sindacato aveva chiesto il 6,5% in un anno, mentre la controfferta di partenza era stata del 3,3 % in due anni. Una decisione importante riguarda anche gli apprendisti, che oltre a ricevere un aumento della paga dovranno essere assunti a tempo indeterminato al termine del periodo di prova della durata di dodici mesi. Sale a 29 giorni il «monte-ferie» annuale anche per coloro che sono stati appena assunti. Non è stata accolta invece la richiesta del sindacato di un innalzamento del minimo salariale.
«Si tratta di un risultato ai limiti delle possibilità di bilancio esistenti, ma è un buon risultato», ha commentato ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. Un concetto analogo era stato espresso da Friedrich, convinto però della necessità improcrastinabile di retribuire «in modo adeguato» i dipendenti pubblici. Il contratto costerà alle casse comunali 2,2 miliardi di euro nel 2012 e 4,3 miliardi l’anno prossimo. Per il bilancio federale la spesa è stata calcolata in 550 milioni. Ma un’economia in crescita, che ha realizzato entrate fiscali superiori alle previsioni, se lo può permettere.
Paolo Lepri