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 2012  aprile 01 Domenica calendario

IL MARKETING DELLA SOVVERSIONE DIETRO LA MASCHERA DI ANONYMOUS

Tre poeti — Cendrars, Apollinaire e Barzun — si accapigliarono, alla vigilia della Prima guerra mondiale, per stabilire chi avesse per primo ideato la «poesia simultanea». La contesa aveva del surreale, se si pensa che a fondamento del simultaneismo stava l’idea che i viaggi aerei e il radiotelegrafo avessero abolito il tempo. Paradossi di questo genere punteggiano la vita di Anonymous, l’inafferrabile movimento-nebulosa protagonista di attacchi informatici ai siti di governi, banche e istituzioni. Sul sito AnonNews è detto che «nessuno ha l’autorità per dirvi se siete Anonymous oppure no, tranne voi stessi». Senonché, a fine febbraio, in risposta a un’operazione fatta a nome di Anonymous e in cui il movimento non si riconosceva, è comparso in rete un video dove un uomo con la maschera-simbolo di Guy Fawkes sconfessava gli usurpatori: «You are not Anonymous». Non siete anonimi, che suona un po’ come il «Ceci n’est pas une pipe» di Magritte o come il suo equivalente filosofico, il paradosso di Epimenide di Creta: «I cretesi sono tutti bugiardi» (dunque lui per primo e la sua affermazione).
Da questo paradosso prende le mosse un pamphlet tanto breve quanto fulminante, Anonymous. La grande truffa. Lo si può comprare su Amazon come ebook a poco meno di un euro, e il suo lancio è avvenuto per mezzo di un marketing virale burlesco, con tanto di finte presentazioni di Manuela Arcuri sul calco di quelle dei libri di Alfonso Luigi Marra. A firmarlo — tanto per alimentare il paradosso — è Anonymous, ma in questo caso si tratta di un anonimato di Pulcinella: l’autore si chiama Raffaele Alberto Ventura ed è un giovane filosofo prestato al marketing culturale. Dell’idra di Anonymous ha deciso di acciuffare una sola testa, quella dell’immaginario che nutre l’ideologia del movimento: romanzi, fumetti e film che hanno ispirato Anonymous, combinandosi con teorie della guerriglia urbana ed elucubrazioni antagoniste di varia estrazione. Sotto questo aspetto, il caso Anonymous è «emblematico del paradossale rapporto che l’industria culturale intrattiene con l’antagonismo politico».
Le pagine di Ventura sono fitte di esempi, dai Sex Pistols a Luther Blissett. Prendiamo il film che più ha influenzato Anonymous, V per Vendetta, prodotto dalla Warner nel 2005, tratto dalla graphic novel di Alan Moore ma sceneggiato dai fratelli Wachowski, gli autori di Matrix. Ebbene, dietro la maschera di Guy Fawkes, il cospiratore papista che nel 1605 tentò di far saltare il Parlamento inglese e che è oggi l’icona di Anonymous, c’era l’attore Hugo Weaving, lo stesso che in Matrix interpretava l’agente Smith, il proteiforme emissario del Sistema. Che il sobillatore di moltitudini e l’agente dell’impero siano una cosa sola? La «grande truffa» è proprio questa, ed è una truffa in cui tutti sono al contempo truffatori e truffati. «I "persuasori occulti" della Warner sono convinti di avere venduto una patacca ai ragazzini, e gli hacktivisti sono convinti di avere sovvertito la patacca per trasformarla in un’arma contro il sistema». Credono di aver fatto quel che i situazionisti chiamavano détournement, una riappropriazione sovversiva dei simboli del potere. Dal canto suo, la Warner ha compiuto «un riuscitissimo esperimento di marketing neopopulista», al punto che lo slogan «I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli» — che risuona in V per Vendetta e che è stato fatto proprio da Anonymous — non appartiene a Thomas Jefferson, come si crede, e neppure ad Alan Moore: «Questa citatissima frase, che ormai vediamo persino sugli striscioni in piazza, esiste solo nel film e appare come baseline in tutto il suo materiale promozionale. Ragazzi, attenti: questo è il primo motto rivoluzionario che viene da uno slogan pubblicitario».
Anonymous, la grande truffa è un piccolo tentativo di dipanare un grande intreccio (lo stesso o quasi in cui cercò di mettere ordine Alessandro Dal Lago con Eroi di carta), che lega assieme la guerriglia e il guerrilla marketing, la maschera di Guy Fawkes e il passamontagna di Marcos, l’Impero di Toni Negri e quello di Star Wars: una grande ubriacatura ideologica. Gli Alcolisti Anonimi hanno inventato la «terapia dei dodici passi». Per riaversi dall’intossicazione di Anonymous, il libro di Ventura potrebbe essere il primo.
Guido Vitiello