Rosaria Amato, la Repubblica 1/4/2012, 1 aprile 2012
Non ci saranno più tasche piene di spiccioli o portafogli gonfi di banconote. Tra qualche anno andremo in giro senza soldi, e non perché la crisi nel frattempo ci avrà divorati: per pagare basterà un bip
Non ci saranno più tasche piene di spiccioli o portafogli gonfi di banconote. Tra qualche anno andremo in giro senza soldi, e non perché la crisi nel frattempo ci avrà divorati: per pagare basterà un bip. I pagamenti viaggeranno via Rfid, il sistema di radiofrequenze che mette in contatto le etichette elettroniche degli smartphone e quelle dei Pos di ultima generazione, che si attivano senza inserire la carta di credito. Il Mobile Proximity Payment (Mpp) è la nuova frontiera dei pagamenti elettronici, quella che, assicurano in tanti, ridimensionerà l´uso del contante fino a farlo quasi scomparire. Qualcuno ci ha già provato a farne completamente a meno: Lucas Scheybal per ben due settimane è "sopravvissuto" a New York pagando i conti esclusivamente attraverso l´avveniristico Watch2Pay, un orologio dotato di un microchip che permette i pagamenti elettronici, appena lanciato dalla Laks, l´azienda della quale è amministratore delegato. Ma a New York è facile: Starbucks (che nell´ultimo anno ha registrato 30 milioni di transazioni contactless), 7-Eleven, McDonald´s, Subway, persino i tassisti sono attrezzati per i pagamenti no-cash. L´Mpp è entrato però davvero nel vivo con il lancio di Google Wallet, un sistema complesso che non si limita a permettere i pagamenti: considera anche gli sconti, le offerte personali e permette un uso totalmente personalizzato del pagamento mobile. In vista delle Olimpiadi sta per arrivare nel Regno Unito, dove Visa e Samsung hanno previsto il lancio di una serie di servizi contacless per gli smartphone, mentre Orange e Barclaycard hanno lanciato Quick Tap. L´iniziativa di Google negli Stati Uniti ha accelerato i progetti della concorrenza: si muovono Samsung, Blackberry, Nokia, tutti i principali player del mercato. In lizza naturalmente anche la Apple con l´iPhone. In Giappone i pagamenti elettronici sono già di uso più che comune, in Corea i sistemi contactless sono usati da cinque milioni di utenti. Sono abbastanza avanti anche le Filippine. In Kenya il sistema M-Pesa si è sostituito ai servizi bancari tradizionali per 15 milioni di persone: secondo i dati della Banca Centrale del paese africano nel 2010 il valore delle transazioni mobili ammontava a 8,81 miliardi di dollari. Anche in Europa in questa direzione si muovono in molti: oltre al Regno Unito, la Spagna, l´Olanda, la Polonia, la Germania e soprattutto Francia e Turchia. Qui il principale operatore telefonico, Turkcell, ha avviato Cep-T Cuzdan, il proprio progetto di Mpp, mentre la Francia è partita nel 2010 con un progetto pilota a Nizza che ha coinvolto Comune, aziende pubbliche e private, teatri, cinema, oltre alle banche e agli operatori telefonici; in queste settimane parte la fase due: il progetto verrà esteso alle principali città francesi. In Danimarca le principali catene di supermercati contano invece di eliminare i pagamenti in contanti alla cassa entro il 2014, mentre in Svezia la lobby no-cash ha un suo importante supporter nel cantante degli Abba Bjorn Ulvaeus (sì, il coautore del brano Money, Money, Money). A sostenere il pagamento è comunque innanzitutto la Banca centrale europea. Il no-cash piace all´Eurotower perché permette la piena tracciabilità, e può dare quindi un significativo contributo alla riduzione dell´evasione e del riciclaggio. E pazienza se a farne le spese sarà la privacy: «Se una donna vuole abortire senza farlo sapere a nessuno, o se un uomo vuole mantenere in segreto un figlio illegittimo, l´unica è pagare in contanti», protesta Jon Matonis sul blog The Monetary Future. Il cambiamento sembra ormai irreversibile. Il blog americano Mashable, riunendo le previsioni di vari istituti di ricerca, tra i quali l´europeo Juniper Research, ipotizza che l´attuale valore annuo delle transazioni effettuate attraverso il mobile payment, corrispondente a 240 miliardi di dollari, entro il 2015 potrebbe raggiungere i 670 miliardi. Le transazioni effettuate attraverso il sistema a radiofrequenze costituiscono al momento una parte minoritaria, ma si svilupperanno sempre più rapidamente: Google prevede che entro il 2014 la metà dei cellulari nel mondo sarà attrezzato per l´uso della tecnologia Nfc (Near Field Communication). «Nel momento in cui il mobile si sostituisce ai Pos tradizionali finora usati nei negozi, l´intero scenario cambia. È il giro di boa per i pagamenti elettronici», ha dichiarato al Financial Times Dave Birch, direttore di Consult Hyperion, una società di consulenza. L´Italia non farà eccezione, afferma Valeria Portale, coordinatrice della Ricerca Nfc & Mobile Payment del Politecnico di Milano: «Da noi ci saranno entro il 2015 dai 20 ai 25 milioni di telefonini abilitati. E in trecentomila casse Pos sarà possibile pagare in modalità contactless. Non è poco, se si pensa che attualmente in Italia funzionano un milione e mezzo di Pos». Certo, al momento il novanta per cento delle transazioni nel nostro Paese vengono effettuate in contanti, mentre in Gran Bretagna già nel 2009 erano scese al 59 per cento. La possibilità di pagare via cellulare, considerato che già adesso il 44 per cento dei 48 milioni di utenti italiani dispone di uno smartphone, potrebbe però cambiare totalmente lo scenario: potrebbe diventare, suggerisce Portale, la «lepre che prende in spalla la tartaruga».