Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il nuovo direttore del Tg1 è Augusto Minzolini…
• E chi è?
Minzolini è stato fino a ieri uno dei più formidabili pirati dell’informazione per La Stampa e Panorama, uno che pedala a Montecitorio da quando era ragazzino e ha dato buchi a tutti i giornalisti politici d’Italia. Sa che cosa vuol dire «buchi»? quando tu sai una cosa e gli altri invece non la sanno. Ora su Minzolini e su Mauro Mazza che è stato invece nominato direttore di Raiuno...
• Che differenza c’è?
C’è la Rete e c’è il Tg. come se fossero due aziende che, sotto lo stesso segnale, si dividono gli spazi delle 24 ore. Questo in tutto il sistema televisivo, compresa Mediaset. Il direttore di rete si occupa della fiction e di tutta la gestione dell’intrattenimento, il direttore del tg si occupa invece degli spazi informativi, oltre che delle edizioni nazionali dei telegiornali o di rubriche come per esempio Tv7.
Badi che anche la rete può avere i suoi spazi informativi, per esempio Porta a Porta è rete... Oddìo, mi rendo conto della confusione, ma insomma è così. Da una parte la rete, dall’altra il Tg. così su Raiuno, Raidue, Raitre e anche sulle reti Mediaset. Persino alla radio, sia pure con un criterio diverso: c’è un direttore di Radiouno (in questo momento Antonio Caprarica, tra poco forse Antonio Preziosi) che ha il governo della rete di Radiouno e di tutti i Gr (Gr1, Gr2 e Gr3); e c’è un altro direttore che ha le reti, senza Gr, di Radiodue e Radiotre (in questo momento Sergio Valzania, tra poco probabilmente Flavio Mucciante). Uffa. Ieri hanno nominato il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e il direttore di Raiuno, Mauro Mazza. Più i 4 vicedirettori del direttore generale, quello che sta sopra a tutti quanti e risponde solo al Consiglio d’amministrazione. Questo direttore generale è Mauro Masi e i 4 vice che gli hanno assegnato ieri sono Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei, Giancarlo Leone e Antonio Marano.
• Spartizioni? Partiti?
Come sempre. Formalmente i sei nomi di ieri sono stati proposti dal direttore generale Masi e votati dal consiglio d’amministrazione. In realtà, sono il frutto di una dura trattativa politica che ha riguardato per il momento i partiti di governo. Fini voleva la direzione del Tg1 e alla fine s’è dovuto accontentare della rete, andata a Mauro Mazza, che sta in Rai da una vita, ha cominciato al Secolo d’Italia e ha fatto poi tutta la carriera in tv all’ombra di Alleanza Nazionale. Dirigeva il Tg2 da parecchi anni e gli sarebbe piaciuto adesso avere Raisport e condurre la Domenica sportiva. Ma era troppo poco per le ambizioni di Fini, e Mazza s’è dovuto perciò accontentare di una poltrona più prestigiosa. Quanto a Minzolini è chiaramente in quota Berlusconi, e lo dico con un certo imbarazzo perché, da un altro punto di vista, mettere alla direzione del Tg1 un segugio da strada come lui, è, professionalmente parlando, una scommessa fenomenale. Sa che Minzolini non ha mai diretto niente? Batte i marciapiedi del Parlamento da una vita e, naturalmente, negli ultimi anni, è stato appresso al Cavaliere e deve esserglisi affezionato parecchio. Affetto ricambiato, evidentemente. Le dico un’assurdità: siccome è totalmente coperto dal premier, potrebbe permettersi di fare un telegiornale completamente diverso dal solito. Forse senza quel terribile pastone con le dichiarazioni dei politici a cascata. Forse con meno sequenze d’archivio. Chi sa.
• L’opposizione?
Al momento del voto sono usciti tutti e tre, i due in quota Ds (Rizzo Nervo e Van Straten) e quello dell’Udc (Rodolfo De Laurentiis). Indignati perché i nomi erano quelli fatti un mese fa in casa di Berlusconi. una protesta per modo di dire: casa di Berlusconi o no, le nomine Rai sono sempre state appannaggio dei partiti e Ronchey scrisse una volta un celebre pezzo in cui sosteneva che il vero numero di telefono a viale Mazzini era 632111, cioè la quantità di poltrone Rai che spettavano a Dc, Pci, Psi, Pri, Pli, Psdi. Equilibrio mai smentito dai fatti, in fondo nemmeno adesso: dentro il Pd è in atto una lotta feroce sui nomi da piazzare al Tg3 (Bianca Berlinguer?) e a Raitre (conferma di Ruffini?). La discussione verte sostanzialmente sulla collocazione da dare al consigliere Van Straten, veltroniano e quindi – secondo i dalemiani – più Margherita che Ds. A proposito: ieri D’Alema ha detto che con queste nomine Berlusconi mette in pericolo la democrazia.
• E i quattro vicedirettori?
Lottizzati, certo. La Lei voluta dal Vaticano, Comanducci di Forza Italia, Marano della Lega. Giancarlo Leone, cattolico, figlio dell’ex presidente della Repubblica, è un formidabile uomo azienda, di raro garbo e competenza. Anche se si lottizza, qualche campione ci scappa lo stesso. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/5/2009]
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