Gabriele Meoni, ཿIl Sole-24 Ore 21/5/2009;, 21 maggio 2009
ADDIO ALLA MONETA DEL GOLFO
L’euro del Golfo non si farà. O al massimo sarà una pallida copia della moneta unica. A seppellire il progetto a cui i signori del petrolio lavoravano da dieci anni sono stati gli Emirati arabi uniti, la seconda economia dell’area.
A far precipitare tutto è stata la decisione di assegnare la sede della futura banca centrale all’Arabia Saudita. Gli Emirati, che si erano candidati per primi a ospitarla, non hanno gradito. E ieri, con un comunicato dell’agenzia governativa Wam, lo hanno scritto nero su bianco. «L’Unione monetaria - ha detto alla Reuters una fonte della banca centrale di Abu Dhabi- non ci interessa più se non possiamo avere nessuna voce in capitolo ». Una critica evidente al monopolio saudita sulla regione.
« come se la Francia - ha commentato Eckart Woertz, analista del Gulf Research Centre - uscisse dall’euro. L’Unione monetaria del Golfo è morta.
E se contro ogni previsione dovesse sopravvivere, avrebbe poco valore ».
Gli emiri sognano un euro del Golfo da trent’anni, da quando sei paesi (Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Emirati, Bahrein e Oman) si unirono per formare un Consiglio di cooperazione. L’idea è di farne una delle aree economiche più importanti del mondo. Le abbondanti riserve valutarie create dal maxi-surplus delle partite correnti darebbero alla banca centrale un ruolo di primo piano accanto a Bce, Fed e Banca del Giappone.
La faticosa integrazione dell’area ha avuto un’accelerazione con la nascita del mercato comune nel 2008. Ma giunti al bivio della moneta unica, i governi non hanno trovato la formula magica che ha permesso all’Europa di realizzare il miracolo dell’euro.
I guai sono cominciati nel 2006 quando il Kuwait ha annunciato lo sganciamento dal dollaro. Tutti e sei i paesi fino a quel momento avevano agganciato le proprie valute al biglietto verde, ma il matrimonio è entrato in crisi quando la moneta americana ha cominciato a perdere quota. Un dollaro più debole infatti significa una svalutazione di pari grado delle monete «gemelle»e quindi un’impennata dell’inflazione importata in economie già surriscaldate dal boom del petrolio.
Segnali sinistri che hanno preparato il terreno alla decisione di far slittare l’avvio della moneta unica, previsto in precedenza nel 2010. Una nuova data non è stata ancora fissatae lo sgambetto degli Emirati la allontana sempre di più. «La nostra opinione - ha dichiarato il ministro delle Finanze del Kuwait, Mustafa Al Shamali - non cambia. Appoggiamo ancora il progetto di moneta unica». Dall’Arabia Saudita invece un eloquente «no comment».