Fulvio Milone, La stampa 21/5/2009, 21 maggio 2009
ANTAGONISTI, ORA TORNA LA PAURA
Tutto era stato previsto, e tutto si è verificato. Già a fine aprile i responsabili dell’intelligence avevano annunciato il rischio che il G8 dei rettori a Torino sarebbe stato «incendiato» dalla guerriglia innescata dalle frange estreme del movimento antagonista. E oggi, dopo l’allarme lanciato l’altro ieri dal ministro dell’Interno Maroni sui «segnali da non sottovalutare» di un possibile rigurgito del terrorismo, aggiungono che «gli scontri di Torino, tutto sommato contenuti, sono da considerarsi una prova generale di quanto potrebbe accadere al G8 dell’Aquila». Un fatto, insomma, è dato per certo: «Se non si può ancora parlare di ritorno al terrorismo, è pur vero che i violenti hanno deciso di tornare in piazza in vista della scadenza di luglio».
E’ allarme nelle più grandi questure italiane. Gli investigatori stanno monitorando la galassia dell’antagonismo, che si sta attivando in modo diverso a seconda della realtà sociale in cui agisce: dal Sud giungono i segnali di un’avvenuta saldatura fra i gruppi anarchici, le frange più estreme del movimento studentesco e alcune sigle della protesta dei disoccupati. Al Centro e al Nord, i senza-lavoro sono sostituiti dall’immigrati clandestini.
E’ in questo magma incandescente che gli uomini dell’intelligence stanno scrutando, e quello che hanno visto finora non promette nulla di buono. Sono consapevoli che la guerriglia di Torino non sia l’unica prova generale in vista del summit internazionale all’Aquila. L’altra sarebbe stata programmata per il 29 e 30 maggio, a Roma, in occasione del G8 dei ministri dell’Interno e della Giustizia. Uno degli argomenti al centro del vertice sarà l’immigrazione, tema su cui il Governo italiano si mostra fra i più intransigenti. La «Rete no G8» è mobilitata contro il meeting presieduto «dal ministro razzista Roberto Maroni». E avverte: «E’ arrivato il momento di far convergere le nostre lotte, le lotte dei migranti, degli studenti, dei lavoratori che si ribellano a un mondo fatto di sbarramenti e frontiere, di muri e razzismo feroce».
«A Roma saranno molti di più che a Torino», dicono gli investigatori convocati per lunedì prossimo dal ministro dell’Interno, che presiederà un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica proprio per mettere a punto i dispositivi di sicurezza in vista del summit romano. E aggiungono: «In Piemonte gli scontri sono stati contenuti grazie al fatto che i provocatori non erano più di 300 ed erano isolati; nella Capitale, secondo le nostre informazioni, gli elementi più violenti potrebbero essere due o tremila». Gruppi che «discendono» dalla vecchia autonomia, anarchici, disobbedienti, no-global, rappresentanti dei Carc e del sindacalismo di base più duro sono attesi da Livorno, Bologna, Milano, Padova e Napoli, ma anche dalla Francia, dalla Spagna e dalla Grecia: una miscela esplosiva, insomma, che gli investigatori devono maneggiare con la massima attenzione per evitare una nuova edizione degli abusi commessi al G8 di Genova, ma se è il caso disinnescare con determinazione.
Tutto questo, in attesa del G8 di luglio, che vedrà impegnati circa 15 mila uomini nelle forze dell’ordine. L’allerta è massima soprattutto per l’appuntamento che i Grandi della Terra si sono dati all’Aquila. Il fatto che il vertice si tenga nel «fortino» della scuola della Guardia di Finanza, fra le rovine della città devastata dal terremoto, non rende affatto tranquilli gli uomini dell’Intelligence italiana. Le preoccupazioni derivano soprattutto dagli alloggi che verranno riservati ai capi di Stato e alle delegazioni. E’ improbabile che soggiornino tutti nella Scuola della Finanza, per giunta dovranno spostarsi per raggiungere il luogo del summit e ciò creerà un bel po’ di problemi. Un esempio: la semplice voce, peraltro non ancora smentita, secondo cui il presidente Obama avesse scelto la base Usa di Napoli per la sua permanenza in Italia è bastata ai gruppi antagonisti per preparare una serie di manifestazioni nel capoluogo campano. Un fatto è certo: l’Aquila e Roma, dove probabilmente alloggeranno molti Capi di Stato, sarà meta dei gruppi antagonisti di mezzo mondo, e sarebbe da ingenui prefigurare solo manifestazioni civili e pacifiche. Non a caso il ministro Maroni ha annunciato già a fine aprile la sospensione del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini dei paesi comunitari. Alle frontiere, i controlli saranno molto severi.