Massimo Gramellini, La Stampa, 21/5/2009, 21 maggio 2009
FA KALDO
Scampato miracolosamente alla guerra civile e uscito quasi indenne dall’epidemia di febbre suina, mi accingevo finalmente a mettere il grugno fuori di casa quando il Ministero della Paura ha diffuso un comunicato sulla prossima emergenza nazionale: il caldo. Prima che angosciato, ne sono rimasto sorpreso. L’altra settimana avevo visto al telegiornale un servizio dai toni drammatici sul pericolo di frane a causa della pioggia. Il caldo a fine maggio è davvero un colpo basso. Per fortuna i consigli delle Autorità Competenti mi hanno molto rinfrancato. Suggeriscono di non portare i bambini nel deserto del Sahara fra mezzogiorno e le quattro e in ogni caso di mettergli in testa un cappellino. Prudenza con i gelati: non devono essere troppo freddi. Quanto agli anziani, è opportuno che si muovano poco. Per colpa dell’afa rischiano un calo improvviso di sodio e potassio. I sintomi? La voglia di muoversi poco. Un bel rompicapo. E attenzione alle finestre: dagli spiragli potrebbero infiltrarsi dei mostri mitologici, le cosiddette zanzare: scure, affamate e incontrollabili, neanche fossero sbarcate nottetempo da un gommone.
Ho sfidato la sorte e sono uscito lo stesso. Avevano ragione quelli del Ministero. C’era un’afa da boccheggiare e sentivo le perline di sudore ingioiellarmi la fronte, mentre torrenti alpini scorrevano garruli sotto le mie ascelle. Allora ho seguito docilmente i consigli degli esperti e mi sono tolto la cuffia, la sciarpa e il cappotto. Devo riconoscere che è andata subito meglio.