Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è di nuovo un guaio giudici-Berlusconi. uscita la motivazione della sentenza relativa al processo Mills e dentro c’è scritto che questo Mills, un avvocato inglese di fama, mentì a un processo per corruzione «per salvare Berlusconi». Berlusconi, che è ricorso in appello e si dice sicurissimo dell’assoluzione finale, ha rilasciato dichiarazioni di fuoco, preannunciando che riferirà in Parlamento e «in quella sede dirò finalmente quanto da tempo penso a proposito di certa magistratura». Di Pietro gli ha chiesto di dimettersi, Franceschini vuole che rinunci all’immunità, Berlusconi ha fatto rispondere al suo avvocato- parlamentare Nicola Ghedini, quello magro magro che vediamo sempre da Santoro: «Se rinunciasse, condannerebbe il paese all’ingovernabilità».
• Mamma mia. Ma intanto, se hanno condannato a quattro anni e sei mesi Mills, il presunto corrotto, non dovrebbero condannare anche Berlusconi, il presunto corruttore?
Già, ma la posizione di Berlusconi è stata stralciata dal processo per via del lodo Alfano. Si ricorda? L’anno scorso, poco prima delle vacanze estive, il premier fece varare in fretta e furia dal Parlamento un disegno di legge di un solo articolo che teneva immuni dai processi penali il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera e il Presidente del Consiglio (in ordine di gerarchia istituzionale). «La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica» era scritto al primo comma. Di Pietro disse: «Se il premier ammazza la moglie, nessuno gli può dire niente ». Vero, però finché resta in carica. Il quarto comma della legge sospende infatti anche la prescrizione. E l’immunità non è reiterabile. Quindi, se uno diventa presidente della Repubblica dopo essere stato presidente del Consiglio, i processi a quel punto li deve affrontare.
• Però, nel frattempo, Berlusconi potrebbe essere stato assolto.
Lui si dice sicurissimo. Il lodo Alfano venne varato in tutta fretta proprio perché stava arrivando la sentenza su questo caso Mills e, senza lo scudo del lodo, Berlusconi sarebbe stato sicuramente condannato. Lo sapeva, e tentò anche di ricusare il giudice Nicoletta Gandus, facendola accusare dai suoi avvocati di nutrire «una grave inimicizia » per lui. Richiesta respinta. Essendo stata stralciata la sua posizione, adesso Berlusconi ha il tempo per l’assoluzione di Mills in appello. Però con l’incognita dell’eccezione di incostituzionalità sollevata dal pm Fabio De Pasquale nel corso del processo sui diritti tv di Mediaset. Se la Corte la accogliesse, il premier dovrebbe presentarsi in tribunale. Forse ci sarebbero le elezioni anticipate.
• Ma questa sentenza Mills, alla fine, che dice?
Nella motivazione, i giudici dicono che Mills «agì da ”falso testimone” per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l’impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento di operazioni societarie e finanziarie illecite». I giudici sostengono anche che Mills incassò per questi suoi servigi «enormi somme di denaro » (600 mila dollari e nel 1996 45 mila sterline). La falsa testimonianza di Mills sarebbe servita a Berlusconi per nascondere le società off-shore attraverso cui faceva arrivare a Marina e Piersilvio «ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero». Vale a dire che secondo i giudici evadeva il fisco.
• Quindi nel processo dovrebbe esserci anche lo Stato, per chiedere i danni.
C’è addirittura la presidenza del Consiglio, nella persona dell’avvocato Gabriella Vanadia, che vuole 250 mila euro di risarcimento. Penso sia un caso unico al mondo: la presidenza del Consiglio contro il presidente del Consiglio.
• In che cosa consisteranno alle fine questi fuochi e queste fiamme che Berlusconi promette in Parlamento?
Le riporto tale e quale quello che ha detto ieri: «Quando il processo riprenderà con altri giudici, dimostrerò la mia totale estraneità. Da questi giudici non mi farò processare». Poi: «E’ un fatto indiscutibile che non c’è stato nessun versamento di nessuno al signor Mills. Durante il processo è stato spiegato chi aveva dato i soldi, è stato individuato il tragitto dei soldi e sono state individuate le azioni che Mills ha fatto con quei soldi e il fisco inglese ha costretto il signor Mills a pagare le imposte, considerando queste entrate come un compenso professionale. Se fosse stata una donazione, Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. Se questo non vi basta (Berlusconi stava parlando con dei giornalisti, ndr), se non vi basta la presa di posizione di uno Stato a riguardo, allora non so...» [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/5/2009]
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