Moisés Naím, ཿIl Sole-24 Ore 20/5/2009;, 20 maggio 2009
MUOIO, MA IL WEB MI VENDICHER
Come si replica a un morto su You Tube? Forse è questa la domanda che sta balenando nella mente di Álvaro Colom, presidente del Guatemala. Come forse molti sapranno, recentemente un avvocato ha accusato il presidente, il suo segretario e la first lady di omicidio. L’avvocato accusatore e il morto sono la stessa persona: «Mi chiamo Rodrigo Rosenberg Marzano e, purtroppo, se ascoltate o guardate questo video è perché sono stato assassinato dal presidente Álvaro Colom...» dichiara con calma allucinante l’illustre avvocato guatemalteco in un video messaggio che è già stato visto da milioni di persone in tutto il mondo grazie a internet.
Rosenberg ha registrato il video quattro giorni prima di morire, convinto che un attentato contro la sua vita fosse inevitabile. Nel video spiega anche il movente dei suoi assassini. Rosenberg era l’avvocato di un imprenditore che, dopo essersi rifiutato di diventare complice dei traffici illegali di una banca controllata dal governo, è stato assassinato insieme alla figlia. Nel video di 18 minuti, l’avvocato denuncia la banca di finanziare progetti inesistenti della moglie del presidente, di favorire il riciclaggio di denaro sporco proveniente dal narcotraffico e di finanziare gli affari illeciti di alcune persone vicine al presidente.
«Io non sono un narcotrafficante, né un assassino, né tanto meno quello di cui mi accusano» ha risposto il presidente Colom riferendosi al video, aggiungendo di avere la coscienza pulita e di non voler rinunciare al suo incarico: «Uscirò dal palazzo solo da morto ». Secondo Colom tutto ciò farebbe parte di un complotto per destabilizzare il suo governo. «Le accuse rivolte nei miei confronti fanno parte di un piano ben architettato », ha dichiarato. Anche la first lady Sandra Torres è dello stesso avviso: «Ci sono molti tentacoli dietro il caso Rosenberg».
Nel video post mortem Rosenberg dichiara di essere stato accusato dal presidente e dai suoi collaboratori di far parte di una cospirazione: «Si sente ripetere continuamente che esiste un complotto contro il governo, che si tratta di un’ipotesi... Ma non è affatto un’ipotesi,non assomiglia neppure lontanamente a un’ipotesi, è una realtà vera e propria». E infatti è così. La realtà che deve spiegare il presidente Colom è perché Álvaro Rosenberg sia morto.
Ovviamente il presidente ha promesso indagini approfondite. interessante notare che, però, nessuno sia convinto che il governo o il potere giudiziario guatemalteco possano condurre un’indagine indipendente e credibile. Forse è per questo che il presidente Colom ha chiesto l’aiuto dell’Fbi, dell’Osa, dell’Onu e di altri organismi internazionali per risolvere la questione. Ancora una volta, Rosenberg aveva previsto qualcosa di simile nel suo video: «...Siamo intrappolati in un paese che non ci appartiene, un Guatemala che è in mano ai narcotrafficanti, agli assassini e ai ladri».
Nelle conferenze internazionali, ormai circola voce che il Guatemala sia diventato un "narcostato" dove reti di narcotrafficanti e criminali di ogni genere si sono infiltrati ovunque esercitando un forte controllo su importanti istituzioni pubbliche e private. Ma il problema va ben oltre i confini del Guatemala, sebbene sia questo il paese con sintomi più gravi. In tutta l’America Centrale, i politici, la polizia, i militarie i giornalisti, i banchieri e gli oratori sono strumenti nelle mani di queste reti di criminali che agiscono indisturbati.
Di fatto, per questa regione composta da economie deboli e da istituzioni ancora più vacillanti la nuova e importante minaccia è rappresentata dal Messico, ora più che mai appoggiato dagli Stati Uniti, e deciso a contrastare i cartelli della droga. Se quindi per i cartelli della droga con base operativa in Messico le cose dovessero mettersi male, si sposteranno in Guatemala, Costa Rica, Panama, El Salvador, Honduras e Nicaragua.
Ma l’America Centrale non è destinata a diventare inesorabilmente un infermo di corruzione, crimine e morte. Vi sono ancora società in grado di produrre anticorpi per contrastare queste tendenze.
E alcuni di questi anticorpi, oggi, sono armati di videocamere.