Isabella Bufacchi, ཿIl Sole-24 Ore 20/5/2009;, 20 maggio 2009
TREMONTI ALLE BANCHE: GI I TASSI
Solo sei miliardi sui 12 messi a disposizione dal ministero dell’Economia con gli strumenti ibridi di patrimonializzazione (meglio noti come Tremonti bond) sono stati richiesti da quattro banche «con un certo relax e fare distaccato». «A fine maggio la metà dei fondi disponibili per gli ibridi resta non richiesta » ma la banca che si domanda se conviene o no non ha capito la logica di questi bond. Prima bacchettata. «Le banche italiane dovrebbero allineare i tassi di interesse a quelli europei: un suggerimento per aumentare il gradimento ». Seconda bacchettata.
stato sferzante ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nei suoi giudizi sul sistema bancario, in occasione della giornata del credito su "Imprese, lavoro, banche". Gli speciali bond che saranno sottoscritti dal Tesoro, il ministro ha ricordato, servono «per migliorare il credito all’economia e alle imprese e non per migliorare i bilanci delle banche» nè «rifare il look ai bilanci dei banchieri». In pole position c’è per ora Banco Popolare, per 1,45 miliardi, seguito da Banca popolare di Milano per 500 milioni, Monte dei Paschi di Siena per 1,9 miliardi e in ultimo Unicredit, la grande banca che ha inviato la sua richiesta nei giorni scorsi per un ammontare fino a 2 miliardi.
Il Mef ha fatto sapere ai partecipanti al credit day che la richiesta di Banco Popolare ha ottenuto il parere favorevole della Commissione Bilancio della Camera lo scorso 14 maggio e che è in arrivo l’emissione di titoli di Stato per finalizzare l’operazione: in tempi brevi Banco Popolare contribuirà al fondo di garanzia per una prima tranche da 70 milioni mentre «entro sei settimane » saranno predisposte le informazioni alla clientela per la sospensione dei mutui previsti dall’accordo quadro.
In tutto 6 miliardi circa di obbligazioni convertibili subordinate prenotate dalle banche sulla trentina di miliardi di liquidità pronta a essere immessa nel sistema dal Mef nella raffica di misure elencate ieri e che coinvolgono Cassa depositi e prestiti (20 miliardi), Sace, fondo di garanzia per le Pmi (rifinanziato per 1,5 miliardi), fondo per la ricerca (esteso per 350 milioni e ai fondi regionali), Tremonti bond (10-12 miliardi). Una trentina di miliardi in tutto che per il ministro può generare con effetto leva fino a 200 miliardi.
Il presidente dell’Abi Corrado Faissola ha raccolto la sfida dei rilievi polemici di Tremonti e ha risposto punto su punto. Ha riconosciuto che gli strumenti ibridi consentiranno alle banche «di non avere alcuna remora a concedere prestiti dando assoluta tranquillità sui ratios patrimoniali ». Sul costo del denaro, Faissola ha messo in chiaro, numeri alla mano, che le banche prestano già a imprese e famiglie a tassi inferiori rispetto a quelli europei: l’Abi ha calcolato che questo scarto a favore del sistema- Italia lo scorso marzo era di 20 centesimi di punto percentuale. Poi il presidente Abi si è concesso a sua volta una nota polemica: per avviare gli stanziamenti Cdp fino a 8 miliardi con il risparmio postale per le PMI tramite banche, vanno sciolti due nodi legati al costo di raccolta per le banche, passaggio fondamentale per rendere veramente convenienti i tassi alle imprese.
Uno dei piatti forti della giornata del credito ha riguardato la Cdp. Per l’ad della Cassa Massimo Varazzani saranno una ventina i miliardi provenienti da via Goito quest’anno: oltre alla vecchia gestione separata (mutui a enti locali, Regioni per 5-7 miliardi) e ordinaria (2 miliardi), le novità del 2009 riguarderanno il piano casa (1 miliardo), il risparmio postale per finanziare anche i privati a tassi di mercato per opere di interesse pubblico (2 miliardi), gli aiuti per il terremoto in Abruzzo (2 miliardi tramite banche), i fondi a cinque anni per le Pmi tramite le banche (fino a 8 miliardi). Tremonti proprio ieri ha firmato due decreti riguardanti il Fondo rotativo per le imprese e gli investimenti in ricerca gestito da Cdp:un’estensione da 350 milioni, nell’ambito della legge obiettivo, e un’altra estensione relativa agli interventi regionali. Il presidente della Cassa Franco Bassanini ha colto l’occasione per ricordare che tra breve verrà firmato un decreto attuativo del Mef che renderà operativo il nuovo Fondo di garanzia per le opere pubbliche gestito dalla Cdp: «questo fondo consentirà di risolvere i problemi che le banche non riescono a risolvere», ha spiegato Bassanini, citando come esempio la Pedemontana che si sbloccherebbe con una garanzia Cdp oltre i 19 anni e 6 mesi.