Bruno Ruffilli, La stampa 20/5/2009, 20 maggio 2009
IMMORTALI PER 300 DOLLARI
Altro che patto col diavolo, macché Faust e Mefistofele: l’immortalità costa 300 dollari e si compra online. Con questa cifra infatti ci si può iscrivere a Legacy Locker per tutta la vita, e anche oltre. Il sito garantisce che password, login, codici di accesso siano disponibili per amici e parenti, i quali potranno disporre della nostra vita digitale anche quando quella reale sarà terminata. Una sorta di cassetta di sicurezza elettronica, con una chiave virtuale a disposizione di un ristretto numero di persone da indicare al momento dell’iscrizione.
Non è il primo e l’unico servizio del genere: dopo il lancio, un paio di mesi fa, negli Stati Uniti sono nati anche Deathswitch e YouDeparted, ma il più conveniente pare essere Slightly Morbid, che offre il 20 per cento di sconto ai militari con regolare indirizzo dell’esercito americano. E proprio con un soldato iniziò il caso più famoso, quando Justin Ellsworth, 20 anni, fu ucciso nel 2004 in Iraq da una bomba: ai genitori affranti Yahoo negò l’accesso alla casella di mail, citando i termini di contratto e le condizioni d’uso, dove non è previsto che i dati identificativi di un utente possano essere in alcun caso rivelati a terzi, fossero anche i parenti più stretti. Normalmente, dopo 90 giorni di inattività, la casella viene eliminata e sono cancellate tutte le mail; altri provider hanno però diverse politiche di conservazioni dei dati, qualcuno consente l’accesso a terzi in casi particolari, come la morte o l’invalidità permanente.
Oppure c’è Legacy Locker: se qualcuno contatta il sito segnalando il decesso di un iscritto, questo riceverà quattro email nel giro di due giorni. Nel caso non arrivassero risposte, Legacy Locker contatterà le persone indicate dal titolare per confermare la sua scomparsa. E solo allora riceveranno i dati (magari insieme ad una mail con le ultime parole del proprio caro), ma per averli dovranno produrre un certificato di morte. A quel punto, i beneficiari potranno accedere ai vari servizi online cui il defunto era iscritto, da quelli di social networking, come Facebook, agli account di Flickr e YouTube. Foto, video, ricordi, conti correnti e banche su Internet: la vita digitale ha un valore sentimentale e uno assai più concreto, che potrebbe addirittura entrare in conflitto con eventuali disposizioni di legge; per questo il servizio inventato da Jeremy Toeman specifica subito di non essere valido come sostituto del testamento. E comunque, c’è sempre la possibilità di provare Legacy Locker (gratis, ma in forma limitata) o di abbonarsi per un anno, sempre che il sito non chiuda prima. Questo è il vero pericolo: non le foto dell’amante scambiate in segreto, non le conversazioni riservate o la prova di qualche umana debolezza tenuta nascosta per anni, ché tanto non riguardano più chi è morto, ma il denaro speso da chi è vivo per acquistare un’immortalità troppo a buon mercato.
La felicità è un computer spento: parola di Eric Schmidt. Il Ceo di Google ha consigliato agli studenti dell’Università di Pennsylvania di «premere il pulsante off» dei loro laptop: solo così si accorgeranno delle persone attorno a loro e riscopriranno la vita. Il capo del più grande motore di ricerca del mondo ha argomentato che i rapporti umani sono la chiave della felicità e non c’è Second Life, Facebook o Twitter che tenga: «Spegnete i computer, spegnete il cellulare, guardate la gente che vi circonda e scoprirete che gli esseri umani sono la cosa più importante nella vita».