F. Re., ཿIl Sole-24 Ore 20/5/2009;, 20 maggio 2009
CAOS SUL CARO CARBURANTI
Fuoco alle polveri: nel bel mezzo della nuova polemica sulle presunte speculazioni dei petrolieri ecco due giorni di sciopero dei benzinai, il 24 e il 25 giugno. Tutto si lega. Ci sono le accuse trasversali della politica alle compagnie petrolifere, che giocherebbero a loro esclusivo vantaggio sui rialzi e sui ribassi della materia prima. C’è, fresca di ieri, la difesa e il contrattacco del presidente dell’Unione Petrolifera, che in un’audizione al Senato ha sfoderato cifre che sembrerebbero del tutto assolutorie ribaltando su Governo e Parlamento l’accusa di penalizzare indebitamente la categoria con l’aumento della Robin Tax e delle royalty sulle estrazioni di idrocarburi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). E ci sono i gestori, che annunciano due giorni di serrata per protestare contro tutti: contro le compagnie che strozzano i margini di vendita, e contro il Governo che rallenta quella liberalizzazione che dovrebbe consentire finalmente di trasformare (ci si prova da anni) la nostra frammentata a diseconomica rete in un sistema multivendita "europeo".
« necessario velocizzare il sistema di controllo dei prezzi » per «verificare la corrispondenza delle variazioni sui mercati internazionali delle quotazioni del greggio» ammonisce il Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Cesare Cursi (Pdl), che ieri ha chiamato a rapporto il presidente dei petrolieri.
E mentre dalle aule parlamentari crescono gli appelli per il ritorno ad un regime di prezzi controllati, Pasquale De Vita si è presentato armato di analisi e tabelle per dimostrare due cose. Che gli aumenti delle ultime settimane dipendono per l’appunto dall’andamento dei mercati internazionali. E che il greggio è una materia prima che da sola non determina i flussi di costo e quindi di prezzo.
Bisogna correttamente guardare – invita De Vita – al mercato internazionale dei prodotti raffinati. Ed ecco la spiegazione, e con essa la giustificazione, dei flussi mostrati dal prezzo alla pompa sul nostro mercato. Nulla di anomalo, tant’è che «un confronto sull’andamento progressivo 2008-2009 dello stacco Italia rispetto all’area euro evidenzia una sostanziale stabilità» con una media benzina-gasolio degli ultimi mesi di 0,035 euro contro 0,036 euro del 2008.
E poi – aggiunge De Vita – «non è vero che c’è un mercato bloccato perché non si fanno investimenti. Non è vero che le società controllano i gestori, sono i gestori che controllano tutto. Hanno contratti di ferro. E il prezzo finale lo fanno loro». Di più: sono proprio i gestori a frenare la riforma " europea" della rete.
Totalmente diverse le motivazioni addotte dai gestori per motivare la chiusura annunciata per mercoledì 24 e giovedì 25 giugno anche sulle autostrade. Faib, Fegica e Figisc chiamano in causa il Governo, che «non dà seguito agli impegni assunti e nega le riforme promesse alla categoria» anche per disinnescare la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione Europea per i nostri ritardi nella liberalizzazione.