Marigia Mangano, ཿIl Sole-24 Ore 20/5/2009;, 20 maggio 2009
SAKS, GLI HEDGE FUND IN RIVOLTA
Governance, risultati di bilancio, strategie industriali e performance del titolo. Sono i temi affrontati (e contestati) in una lunga lettera indirizzata agli azionisti di Saks che porta la firma di Peter Schoenfeld, managing director e fondatore della P. Schenfeld Asset Management, un hedge fund socio della catena di grandi magazzini americana con l’1,5% del capitale.
Il documento – depositato alla Sec e che ha visto l’adesione di un fronte compatto di hedge fund tra cui compaiono anche nomi come Synapse, Spartan Partners e Dhananjay ”passa in rassegna l’attuale sistema societario del gruppo Usa, in cui è appena entrato Diego della Valle che con il 6% diventando il secondo azionista dietro il magnate messicano Carlos Slim. E in sei pagine, condite da numeri e confronti con i competitor del gruppo americano, arriva a formulare due richieste ai grandi soci di Saks: primo «impedire la rielezione di Warren Neel, capo della commissione di governance del gruppo Usa; secondo, «istituire un sistema societario che preveda un mandato annuale per gli amministratori». Due conclusioni a cui l’hedge fund arriva dopo aver evidenziato le debolezze del gruppo. Per esempio le scelte strategiche: «Saks sta vivendo uno dei peggiori momenti in termini di performance del titolo – spiega Schoenfeld nella missiva – e questo è in parte dovuto al fatto che il gruppo è presente in alcune aree che hanno generato un basso ritorno in termini di investimento ». Non solo: «Siamo stanchi di sentire il Ceo parlare del suo obiettivo di margini dell’8% quando non si è mai arrivati al 4% e adesso ci sono margini negativi: Neiman Marcus, per esempio, ha margini del 12%». Una lunga serie di osservazioni, quella dell’hedge fund, che arriva alla constatazione che, davanti a questi problemi, l’attuale governo societario non permette ai soci di rimettere in discussione il management di Saks. «Il board è in carica per tre anni e questo riduce la responsabilità degli amministratori e nega agli azionisti il diritto di votare per un cambiamento», scrive il managing director. L’attuale board di Saks scade nel 2011.
L’alzata di scudi dei fondi azionisti di Saks, peraltro, è arrivata nel giorno in cui la catena di grandi magazzini ha comunicato i dati trimestrali che hanno evidenziato perdite inferiori al previsto. Il rosso è risultato pari a 5,12 milioni di dollari, mentre le vendite sono calate del 27% a 621,3 milioni. La performance migliore delle attese degli analisti è legata al piano di taglio costi adottato dalla società e alla riduzione delle scorte. Il gruppo Usa, inoltre, in un filing depositato all Sec, ha annunciato che taglierà gli stipendi al top management. La riduzione sarà del 7% per il Chairman e Chief Executive Stephen Sadov e per il presidente e Chief Merchandising Officer Ronald Frasch.
Intanto cresce l’attesa per le prossime mosse di Della Valle. Il patron di Tod’s, oggi al 6% di Saks, avrebbe in mano delle opzioni per salire al 10% del capitale nei prossimi giorni. Ma, soprattutto, come dichiarato ieri dall’imprenditore marchigiano al Sole 24 Ore, è intenzionato ad avere voce in capitolo nella gestione del gruppo e in tale veste incontrerà a breve il management della catena di grandi magazzini per presentare il piano di rilancio. Il passo successivo sarà poi il confronto con il magnate massicano Carlos Slim, primo socio di Saks con il 18,6%. C’è, dunque, abbastanza per accendere i riflettori sul titolo Saks: anche ieri le azioni hanno registrato una performance a due cifre e a due ore dalla fine delle contrattazioni salivano del 22% a 5,02 euro, con volumi raddoppiati rispetto alla media.