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 2009  maggio 20 Mercoledì calendario

E’ LA FISICA MISTER PRESIDENT


Perché Barack Obama dovrebbe aver perso il sonno dietro al suo libro?
«Un amico ha dato una copia alla moglie Michelle e lei ha detto che il Presidente l’avrebbe letto di sicuro, perché ama i saggi scientifici. E chi meglio può convincerlo, se non un’entusiastica First Lady?».
Provate a farvi ricevere dal simpatico professor Richard Muller e nell’ufficio all’Università di Berkeley, California, potrete giocare al Presidente degli Stati Uniti. Avrete di fronte i problemi planetari del momento e le loro caratteristiche, soprattutto le informazioni-base che non avete mai osato chiedere su Al Qaeda, armi nucleari e biologiche, petrolio, fotovoltaico ed economia dell’idrogeno, più riscaldamento globale e corsa alla Luna e a Marte (e altro ancora). Un magnifico Risiko del XXI secolo traboccante di dati e suggerimenti, nato come ciclo di lezioni per capire «come funziona il mondo» e che si è trasformato in un libro, appena tradotto. Si chiama «Fisica per i presidenti del futuro» e anche chi non ha mai sognato la Casa Bianca, nemmeno per scherzo, si troverà con il cervello sottosopra.
Professore, lei è di casa a Washington: è consigliere per i dipartimenti della Difesa e dell’Energia oltre che della Nasa e la sua società GreenGov offre consulenze a molti Paesi. Come si comporta Obama?
«Spero di vederlo presto con il mio libro sottobraccio. Intanto l’inizio è incoraggiante, ma lo scopo del saggio non è imporre consigli: prima di tutto è informare a fondo. Così chi ha grandi responsabilità può prendere decisioni migliori».
E’ una pretesa ambiziosa: che cosa significa in concreto?
«Un esempio: non importa se si è a favore o contro il nucleare. Il punto è che si deve capire che cos’è. Poi le opinioni possono cambiare, ma solo quando si ha il quadro complessivo».
Lei dedica un capitolo alle «false soluzioni» e un altro alle «soluzioni a portata di mano». Tra le prime mette l’idrogeno, le auto elettriche e la fusione nucleare: così ridimensiona alcune tra le speranze più grandi. Le piace la parte del provocatore?
«Spiego che l’errore di molti è sostenere che un tipo di energia - quella che preferiscono - debba essere usata a discapito delle altre. Chi è a favore del solare nega il ruolo del vento o del nucleare e chi è nuclearista - e si tratta di un’energia fondamentalmente pulita, perché i pericoli delle radiazioni vengono esagerati - sbeffeggiano il solare, cadendo nello stesso equivoco».
Nell’elenco «cattivo» mette il Protocollo di Kyoto e anche Bush la pensava così: non è in imbarazzo?
«Ci sono ottimi venditori, che strappano l’attenzione dell’opinione pubblica e finiscono per credere alla loro stessa pubblicità. L’errore più grave è proprio l’idea che il mondo avanzato possa ridurre le emissioni di CO2. Solo allora - prosegue il ragionamento - gli ”altri” seguiranno l’esempio e il riscaldamento globale si arresterà. Ma non è così: sarebbe vero se tagliassimo le emissioni con tecnologie economiche. Le proposte attuali, invece, sono troppo costose e per di più molti fingono di ignorare le proiezioni dell’Ipcc, l’International panel on climate change dell’Onu: la causa dell’aumento dei gas serra - rivelano - sono Cina e India, non Usa ed Europa. Conclusione: qualunque soluzione costosa non colpirà mai al cuore il problema».
A proposito di soluzioni possibili, lei si dilunga su quella che sembra un’ovvietà: il risparmio energetico.
«Invece è il metodo più importante, più pratico e più economico».
Poi incombe il terrorismo: lei sostiene che non ci sarà un altro 11 settembre, ma che bisogna prepararsi a scenari meno spettacolari ma più insidiosi.
«Sono convinto che il pericolo provenga da tecnologie semplici e a basso prezzo, come esplosivi e benzina, e non da armi nucleari ”sporche”, come si teme a Washington. Il futuro è degli attacchi low tech».
Perché considera la fisica così fondamentale per capire il mondo? E le altre discipline?
«Tutte le discipline scientifiche sono importanti, ma la fisica è quella che conosco meglio e che, comunque, è legata a 5 tra le questioni che sono percepite come le più urgenti: il terrorismo - come ho detto - e poi energia, nucleare, spazio e mutamenti climatici. La fisica la fa sempre da padrona».
Non sopravvaluta i politici? Chi ha detto che devono sapere tutto? Sono circondati da consiglieri proprio per questo, a cominciare da Obama.
«Pensiamo che siano molte le cose che un Presidente debba sapere, per esempio la differenza tra gli sciiti e i sunniti: non può certo chiederlo al segretario di Stato, perché diventerebbe immediatamente ridicolo»