Gabriele Beccaria, La stampa 20/5/2009, 20 maggio 2009
E’ LA FISICA MISTER PRESIDENT
Perché Barack Obama dovrebbe aver perso il sonno dietro al suo libro?
«Un amico ha dato una copia alla moglie Michelle e lei ha detto che il Presidente l’avrebbe letto di sicuro, perché ama i saggi scientifici. E chi meglio può convincerlo, se non un’entusiastica First Lady?».
Provate a farvi ricevere dal simpatico professor Richard Muller e nell’ufficio all’Università di Berkeley, California, potrete giocare al Presidente degli Stati Uniti. Avrete di fronte i problemi planetari del momento e le loro caratteristiche, soprattutto le informazioni-base che non avete mai osato chiedere su Al Qaeda, armi nucleari e biologiche, petrolio, fotovoltaico ed economia dell’idrogeno, più riscaldamento globale e corsa alla Luna e a Marte (e altro ancora). Un magnifico Risiko del XXI secolo traboccante di dati e suggerimenti, nato come ciclo di lezioni per capire «come funziona il mondo» e che si è trasformato in un libro, appena tradotto. Si chiama «Fisica per i presidenti del futuro» e anche chi non ha mai sognato la Casa Bianca, nemmeno per scherzo, si troverà con il cervello sottosopra.
Professore, lei è di casa a Washington: è consigliere per i dipartimenti della Difesa e dell’Energia oltre che della Nasa e la sua società GreenGov offre consulenze a molti Paesi. Come si comporta Obama?
«Spero di vederlo presto con il mio libro sottobraccio. Intanto l’inizio è incoraggiante, ma lo scopo del saggio non è imporre consigli: prima di tutto è informare a fondo. Così chi ha grandi responsabilità può prendere decisioni migliori».
E’ una pretesa ambiziosa: che cosa significa in concreto?
«Un esempio: non importa se si è a favore o contro il nucleare. Il punto è che si deve capire che cos’è. Poi le opinioni possono cambiare, ma solo quando si ha il quadro complessivo».
Lei dedica un capitolo alle «false soluzioni» e un altro alle «soluzioni a portata di mano». Tra le prime mette l’idrogeno, le auto elettriche e la fusione nucleare: così ridimensiona alcune tra le speranze più grandi. Le piace la parte del provocatore?
«Spiego che l’errore di molti è sostenere che un tipo di energia - quella che preferiscono - debba essere usata a discapito delle altre. Chi è a favore del solare nega il ruolo del vento o del nucleare e chi è nuclearista - e si tratta di un’energia fondamentalmente pulita, perché i pericoli delle radiazioni vengono esagerati - sbeffeggiano il solare, cadendo nello stesso equivoco».
Nell’elenco «cattivo» mette il Protocollo di Kyoto e anche Bush la pensava così: non è in imbarazzo?
«Ci sono ottimi venditori, che strappano l’attenzione dell’opinione pubblica e finiscono per credere alla loro stessa pubblicità. L’errore più grave è proprio l’idea che il mondo avanzato possa ridurre le emissioni di CO2. Solo allora - prosegue il ragionamento - gli ”altri” seguiranno l’esempio e il riscaldamento globale si arresterà. Ma non è così: sarebbe vero se tagliassimo le emissioni con tecnologie economiche. Le proposte attuali, invece, sono troppo costose e per di più molti fingono di ignorare le proiezioni dell’Ipcc, l’International panel on climate change dell’Onu: la causa dell’aumento dei gas serra - rivelano - sono Cina e India, non Usa ed Europa. Conclusione: qualunque soluzione costosa non colpirà mai al cuore il problema».
A proposito di soluzioni possibili, lei si dilunga su quella che sembra un’ovvietà: il risparmio energetico.
«Invece è il metodo più importante, più pratico e più economico».
Poi incombe il terrorismo: lei sostiene che non ci sarà un altro 11 settembre, ma che bisogna prepararsi a scenari meno spettacolari ma più insidiosi.
«Sono convinto che il pericolo provenga da tecnologie semplici e a basso prezzo, come esplosivi e benzina, e non da armi nucleari ”sporche”, come si teme a Washington. Il futuro è degli attacchi low tech».
Perché considera la fisica così fondamentale per capire il mondo? E le altre discipline?
«Tutte le discipline scientifiche sono importanti, ma la fisica è quella che conosco meglio e che, comunque, è legata a 5 tra le questioni che sono percepite come le più urgenti: il terrorismo - come ho detto - e poi energia, nucleare, spazio e mutamenti climatici. La fisica la fa sempre da padrona».
Non sopravvaluta i politici? Chi ha detto che devono sapere tutto? Sono circondati da consiglieri proprio per questo, a cominciare da Obama.
«Pensiamo che siano molte le cose che un Presidente debba sapere, per esempio la differenza tra gli sciiti e i sunniti: non può certo chiederlo al segretario di Stato, perché diventerebbe immediatamente ridicolo»