Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ci sono tensioni nel Paese. Ieri ci sono stati scontri a Torino tra studenti e polizia. L’altro giorno, un gruppo di operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano ha tentato di salire sul palco dove parlava il leader della Fiom Rinaldini. Ne è nato un tafferuglio, di proporzioni piccole, ma significativo di una tensione, di un’inquietudine su cui si deve ragionare.
• Racconti di Torino.
Ieri, al Castello del Valentino, si sono riuniti una quarantina di rettori provenienti da tutto il mondo, con l’idea di discutere di economia, etica, ecologia, energia. Volevano – e vogliono – preparare un documento da presentare ai potenti della Terra, quando questi si riuniranno a luglio all’Aquila. Proprio per questo, hanno pensato di dare alla loro riunione il nome di «G8 dell’Università ». Forse questo è stato uno sbaglio: l’espressione «G8» ha smosso gli animi e a Torino sono arrivati studenti un po’ da tutta Europa, negli scontri di ieri s’è capito che tra i giovani c’erano francesi, inglesi, greci. Intendiamoci, non stiamo parlando di migliaia di ragazzi: qualche centinaio, forse mille o duemila, però decisi, e capaci di creare difficoltà.
• Che cos’hanno fatto?
Hanno assediato per l’intera mattinata il Castello del Valentino, sede della facoltà di Architettura, dove erano riuniti i rettori. C’è stato un lancio di uova e lacrimogeni; dei cassonetti della spazzatura sono stati rovesciati; il traffico è stato bloccato. La polizia ha caricato e manganellato. I contestatori, intanto, avevano teso dei fili tra i semafori di corso Massimo d’Azeglio e improvvisato dei sit-in agli incroci. Slogan: «Chiudono l’Università, noi ce la riprendiamo». Oppure: «Noi la crisi non la paghiamo». Scene già viste nel corso dei decenni e un po’ ovunque: i negozianti che abbassano le saracinesche dei negozi, perché tira un’aria assai brutta, e gli studenti che girano con la faccia coperta da cappucci o passamontagna. Un corteo è andato a gridare davanti alla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Nel pomeriggio sono anche stati occupati gli uffici della General Motors...
• Un modo per collegare studenti e operai?
Probabilmente sì. Oggi, giorno in cui i lavori del «G8 dell’Università » si chiudono, è in programma una manifestazione di carattere nazionale. C’è molta preoccupazione. Sandro Bondi, il ministro dei Beni culturali, ha detto: «Si tratta di una minoranza estremamente organizzata che non va drammatizzata, ma neppure sottovalutata». Bondi ha aggiunto un giudizio che francamente pare eccessivo: «Nel passato, piccoli gruppi di estremismo di sinistra hanno creato il terreno di coltura proprio del terrorismo». Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, ha rilasciato un commento di tutt’altro tono: «Sono barbare e inaccettabili le cariche avvenute a Torino. In Italia il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione e chiediamo al governo di interrompere immediatamente queste azioni da Stato di polizia ». Un dirigente di Rifondazione, una donna, ha avuto un braccio fratturato dalle cariche della polizia.
• Non sta montando un clima di contestazione in piazza? Quello che è successo sabato scorso a Torino...
Non lo so. Anche l’episodio di Torino va forse ridimensionato. Erano una cinquantina di persone che lavorano a Nola, una filiale di Pomigliano, e che sostengono di non aver mai avuto diritto di parola. Dopo hanno detto che non volevano malmenare il segretario della Fiom, ma solo parlare. Il tafferuglio che ne è nato è forse veramente il frutto di una tensione generale, che comincia a crescere. Mi viene in mente quello che sta succedendo in Francia, dove Sarkozy vuole imporre una riforma dell’università contro la volontà di parecchi insegnanti e studenti. In questo momento, in Francia, ci sono sei atenei occupati.
• Potrebbe succedere qualcosa del genere anche da noi?
Le Università, tagliate dalla Moratti, da Mussi e adesso dalla Gelmini (con Tremonti alle spalle), stanno eliminando corsi e intere facoltà: 46 alla Sapienza di Roma, 34 a Siena, 20 a Firenze, 15 Genova, cento insegnamenti alla Federico II di Napoli. Eccetera eccetera. Non ci sono i soldi, gli atenei sono stati mal gestiti e adesso è arrivata una scure che taglia implacabilmente e di sicuro, in tante realtà, anche sconsideratamente. In questa situazione e con la crisi economica che avanza, come negare che siano possibili tensioni nelle piazze? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/5/2009]
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