Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 19 Martedì calendario

LA GUERRA DEL TUBO E IL NABUCCO

Ammesso che vada in porto, l’accordo per l’importazione di gas dal Kurdistan iracheno non risolve del tutto i problemi del Nabucco. Anzi, rischia di crearne di nuovi. Il futuro gasdotto, che dovrebbe ridurre la dipendenza europea dal metano russo, potrebbe aver trovato un’importante fonte di approvvigionamento: dai giacimenti di Khor Mor e Chemchemal è previsto che arrivino 15,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, oltre la metà della portata. Baghdad, tuttavia, ha già definito «illegale» il contratto negoziato senza l’assenso del governo centrale iracheno. Ma c’è di peggio. L’accordo, infatti, solleva imbarazzi che potrebbero minare l’esistenza stessa del Nabucco: anche la Turchia non vede di buon occhio l’operazione, che rischia di rafforzare la minoranza curda. E Ankara deve ancora concedere i diritti di transito del gas sul suo territorio. Ma non è finita. Anche se tutto si risolvesse per il meglio, per riempire i tubi del Nabucco bisognerebbe comunque trovare altri 14,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno. L’Iran è off-limits, non resta che guardare al Mar Caspio: un’area in cui la concorrenza di Mosca è sempre più agguerrita.