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 2009  maggio 19 Martedì calendario

UE-RUSSIA, LA SFIDA DEL NABUCCO

La domanda europea di gas è in calo, la produzione è costretta ad adeguarsi eppure, scommettendo su una ripresa di entrambe nel medio termine, infuria la guerra dei gasdotti. Paradossalmente, proprio mentre Russia e Stati Uniti si riavviano sulla strada dei negoziati per il disarmo, sul fronte energetico sembrano tornati i tempi della corsa agli armamenti: una gara contro il tempo alla ricerca di fonti alternative, chi poserà per primo i tubi, chi avrà più gas per riempirli, chi catturerà la fetta più grossa del mercato.
Nabucco contro South Stream: è il primo, progetto europeo sostenuto dagli americani, ad aver vinto l’ultimo match. Domenica scorsa la major energetica austriaca Omv e l’ungherese Mol hanno concluso un accordo con due compagnie degli Emirati Arabi Uniti, Crescent Petroleum e Dana Gas, per rifornire Nabucco con gas curdo. Fino a oggi, la mancanza di una fonte certa di gas era stato il punto debole del progetto, che dall’Asia Centrale si dirigerà in Europa attraverso la Turchia con l’intento di restare indipendente dalla Russia. Finora ogni ipotesi si era rivelata troppo aleatoria: Kazakhstan, Turkmenistan e Azerbaijan, ricchi di risorse energetiche nell’area del Caspio, ondeggiano tra i richiami del Cremlino e il desiderio di rivolgersi con maggiore autonomia ai partner europei. L’idea di un avvicinamento all’Iran è ancor più remota.
Ma è all’Iraq che pensavano i fondatori del progetto Nabucco, decidendone il nome una sera a cena dopo aver assistito all’opera di Verdi, a Vienna, nel 2002. E ora che Baghdad si prepara a distribuire contratti agli stranieri per rilanciare la produzione e l’export, Nabucco riprende quota, sicuramente con l’incoraggiamento degli Stati Uniti. Ma neppure questa sarà una partita semplice: l’accordo di austriaci e ungheresi con le autorità regionali curde, che prevede un investimento fino a 8 miliardi di dollari, non ha l’approvazione del Governo centrale, che respinge «ogni intesa che non coinvolga il ministero federale del Petrolio», secondo quanto dichiarato dal portavoce Ali al- Dabbagh. Il quale cita piuttosto il giacimento di Akkas, nel deserto occidentale iracheno, come possibile fonte di gas per Nabucco e l’Europa, a partire dal 2014. Secondo il Governo di Baghdad, i contratti firmati dalle autorità del Kurdistan con compagnie straniere non hanno valore legale.
Ne approfittano i russi: «Ritengo che South Stream abbia ogni possibilità di essere realizzato prima di Nabucco», ha chiarito ieri da Mosca il ministro russo dell’Energia, Serghej Shmatko. Se Nabucco, ha aggiunto, deve ancora risolvere il problema del transito delle risorse da immettere nel gasdotto e del costo del gas, South Stream ha una carta decisiva a proprio vantaggio. «Il gas è nostro - ricorda Shmatko - noi saremo sempre in grado di offrire ai consumatori un prezzo migliore di loro». Per battere Nabucco anche sulla quantità, venerdì scorso a Soci i due operatori del progetto South Stream, Eni e Gazprom, hanno firmato un accordo raddoppiando la capacità di trasporto del gasdotto rispetto ai piani iniziali: da 31 a 63 miliardi di metri cubi all’anno.