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 2009  maggio 19 Martedì calendario

MILLE MIGLIA, PASSIONE FERRARI

Tra leggenda e passione, il rosso Ferrari trionfa non soltanto in pista. Il mito di sempre, oggetto dei desideri di appassionati dai quattro angoli della terra, è salito sul podio per battere il record dell’auto più cara al mondo. Ad aggiudicarsi il titolo è stata una Ferrari 250 Testa Rossa del 1957 che la casa d’aste Sotheby’s, insieme a Rm Aucion, ha battuto per 9,020 milioni di euro, superando i 7 milioni toccati l’anno scorso dalla Ferrari GT California Spider del 1961. Il venditore che ha deciso di disfarsi del gioiello è un collezionista giapponese; nulla si sa invece del facoltoso acquirente che comunque lascerà per un anno la vettura al museo Ferrari di Maranello.
Sotto la calura padana, tra i capannoni del circuito di Fiorano a pochi passi da Maranello, la crisi dell’auto è lontana: la caduta degliDei che costringe i grandi produttori ad allearsi e a marchi storici a cadere nell’oblio, non ha fermato gli appassionati di tutto il mondo, lord inglesi, curiosi, che si sono dati appuntamento, anche via internet, per questa asta unica al mondo. Perché la Ferrari, icona di una regione, l’Emilia, che ha «la testa nel motore», è l’unica vettura che acquista valore col passare del tempo.
Non tutte le auto sono state vendute, come la preziosa Maserati 250F del 1956 uno dei tre pezzi esistenti al mondo, ma alla fine sono stati raccolti 21 milioni di euro anche con la vendita dei memorabilia, dalla tuta autografata di Massa ( 4mila euro) a quella di Raikkonen (6mila), fino al pullman della scuderia Ferrari (115mila). Altri 180mila sono stati raccolti con la Ferrari F430 da devolvere all’Abruzzo. «I prezzi sono stati più bassi di quanto era stato stimato, ma alla fine l’asta Ferrari si conferma come un appuntamento imperdibile per gli amanti e i collezionisti di questo storico marchio», ha detto Max Girardo, managing director di Rm Europe.
E mentre a Fiorano si facevano follie per una Ferrari d’epoca,passava per Maranello «la gara più bella», come amava definirla il Drake, la MilleMiglia. A tagliare il traguardo di Brescia proprio uno dei marchi scomparsi, la Bugatti che si è aggiudicata il primo e secondo posto con due vetture del 1927 e del 1926. Terza si è qualificata un’Alfa Romeo 6C 1500 super spider del 1928. Un museo viaggiante, il più esclusivo della storia dell’automobile: 375 vetture d’epoca, provenienti da tutto il mondo hanno percorso in tre giorni l’Italia, da Brescia a Roma, andata e ritorno. Al volante appassionati di nome e di fatto come i piloti Mika Hakkinen e David Coulthard, lo sciatore Kristian Ghedina, il principe d’Orange, l’industriale Arturo Bombassei. «Non esiste una manifestazione più prestigiosa, simbolo dell’eccellenza del Made in Italy – ha commentato Alessandro Casali presidente del comitato organizzatore ”. Con il contributo del ministero per lo sviluppo economico e dell’Ice il brand Mille Miglia è stato riconosciuto come abbasciatore del prestigio italiano nel mondo». A conferma di ciò, nei prossimi mesi a Mosca, Johannesbourg e San Paolo saranno organizzati road show per promuovere all’estero un simbolo dell’Italia che corre.