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 2009  maggio 19 Martedì calendario

Crisi: l’ottimismo un po’ eccessivo di Berlusconi - Sabato a Mosca il Presidente del Con­siglio ha ostentato grande ottimismo: «C’è stato un diluvio ma tutto è tornato come pri­ma, meglio di prima»

Crisi: l’ottimismo un po’ eccessivo di Berlusconi - Sabato a Mosca il Presidente del Con­siglio ha ostentato grande ottimismo: «C’è stato un diluvio ma tutto è tornato come pri­ma, meglio di prima». Le previsioni per l’eco­nomia italiana pubblicate il 4 maggio da Bruxelles indicano una caduta del­l’occupazione del 3,3% quest’anno e dello 0,6% nel 2010. Il tasso di disoc­cupazione, oggi poco so­pra il 7%, sale all’8,8 alla fine di quest’anno, al 9,4 nel 2010. L’aumento della disoccupazione è più ele­vato che in Francia e Ger­mania. Il governo ripete da me­si che la crisi è nata negli Stati Uniti e lì deve essere risolta. Non ne usciremo finché gli Stati Uniti non riprenderanno a crescere e le loro banche a funzio­nare: nel frattempo nulla si può fare. Questo è vero solo in parte. Dall’inizio della crisi, l’istituzione che ha svolto con mag­gior successo un ruolo fondamentale è stato il Fondo monetario interna­zionale. I prestiti che ha concesso ai Paesi emer­genti hanno circoscritto la crisi. Se il Fondo si fos­se limitato ad attendere le risoluzioni di Washin­gton, le economie dei Pae­si baltici, di Ungheria, Po­lonia e Turchia sarebbero crollate. Gli interventi che il go­verno ha messo in atto per fronteggiare la crisi sono palliativi costosi e insufficienti. Nonostante l’estensione degli ammor­­tizzatori, in caso di licen­ziamento circa il 10 per cento dei lavoratori del settore privato non riceve­rebbe alcun sussidio e una quota analoga un sus­sidio di poche centinaia di euro al mese. Il mini­stro Sacconi dice che «una riforma organica de­gli ammortizzatori sociali dovrà essere rinviata a tempi migliori». Questo significa che egli pensa che una riforma dovrà pri­ma o poi essere fatta: qua­le momento migliore? Non è questa l’occasione per offrire al sindacato uno scambio tra un siste­ma moderno di sussidi di disoccupazione e una ri­scrittura da zero dello Sta­tuto dei lavoratori? Non è forse questo il momento di alzare l’età pensionabi­le e così accelerare la tran­sizione al metodo «contri­butivo », destinando i ri­sparmi al finanziamento di un nuovo sistema di sussidi? Di fronte all’offer­ta di un sistema moderno di indennità di disoccupa­zione, si pensa davvero che il sindacato si oppor­rebbe all’innalzamento dell’età pensionistica o al­la riscrittura dello Statu­to? Il ministro dell’econo­mia auspica che le ban­che facciano il «loro dove­re e non mollino la spinta etica». Non sapevo che la sharia fosse entrata a far parte della nostra cultura. La questione non è etica. Si tratta di capire se la scarsità di capitale delle banche sia un ostacolo ai prestiti. Occorre fare ciò che ha fatto Tim Geith­ner: sottoporre le banche a uno stress test. Se que­sto individua una scarsità di mezzi propri, il gover­no deve offrire loro la scelta: trovare nuovo capi­tale sul mercato o accetta­re capitale pubblico. Nel primo anno del suo terzo governo, Berlu­sconi ha ripetuto l’errore che commise nel 2001. Al­lora, con la scusa dell’11 settembre, Giulio Tre­monti lo convinse che non si potevano tagliare le tasse. Il risultato fu il lievitare della spesa e di tagliare le tasse nessuno parlò più. Oggi, come allo­ra, attendere gli Stati Uni­ti è solo un pretesto: la re­altà è che mancano il co­raggio e una visione che vada al di là del giorno per giorno.