Roberto Capezzuoli, ཿIl Sole-24 Ore 19/5/2009;, 19 maggio 2009
L’AUTO A FRENARE I PREZZI DEL PLATINO
Le quotazioni del platino, ieri poco superiori a 1.100 dollari per oncia, nei prossimi sei mesi potranno risalire fino a 1.350 dollari, ma soltanto grazie alla spinta della domanda per investimento e dei consumi cinesi in gioielleria. Invece l’auto, dove il platino ha importanti impieghi per le marmitte catalitiche, pare destinata a frenare i rincari.
Lo scenario descritto da «Platinum 2009», l’atteso rapporto annuale di Johnson Matthey, il grande raffinatore inglese di metalli preziosi, è fortemente influenzato proprio dalla crisi dell’auto: lo scorso anno il recupero di platino dai catalizzatori ha superato il milione di once, contro 935mila nel 2007, ma la domanda per i convertitori catalitici è calata del 12% abbondante, passando ai 3,21 milioni di once del 2007 ai 2,8 milioni dello scorso anno. E le prospettive delle case automobilistiche non lasciano certo prevedere un rilancio imminente.
I prezzi del metallo quindi saranno senza dubbio meno volatili. Se nel 2008 il platino ha visto le sue quotazioni oscillare tra 732,50 e 2.290 dollari, quest’anno la fascia prevista da Johnson Matthey per i prossimi mesi si è ristretta, compresa tra 950 e 1.350 dollari.
I prezzi più abbordabili hanno già innescato una crescente richiesta per i gioielli in Cina, il campo verso cui si sono dirette 850mila once lo scorso anno, con un aumento del 9%. Quanto invece alla recessione, oltre a ridurre l’uso industriale, ha dato impulso all’investimento, che ha assorbito 425mila once, più del doppio rispetto alle 170mila del 2007. Lo slancio del settore potrebbe proseguire grazie allo sbarco anche sul mercato americano dell’Etf Securities sul platino, strumento che replica le quotazioni del metallo. Ma le inferiori richieste dall’industria, unite a un moderato miglioramento dell’attività estrattiva, muoveranno il comparto verso un maggior equilibrio, dopo che il deficit di platino lo scorso anno si era ampliato, passando da 80mila a 375mila once.
Nel caso del palladio il 2008 si è chiuso con un surplus in discesa (da 1,745 milioni a 460mila once) grazie ai crescenti consumi nell’elettronica e al boom dell’utilizzo in gioielleria, che ha assorbito 855mila once (+20%), di cui 650mila nella sola Cina, che si conferma fattore di spicco nello sviluppo dei mercati dei metalli.