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 2009  maggio 19 Martedì calendario

COLLEZIONISMO, IL FENOMENO CORRE SUL WEB


Nell´epoca della Rete molte cose sono cambiate, anche nel mondo un po´ misterioso e ruspante dei collezionisti, che in Italia sono più di quanti ci si immagini. Una ricerca di Ipsos per eBay aveva quantificato 17 milioni circa (il 35%) i "collezionisti inconsapevoli", con un nocciolo duro del 12 per cento. Un po´ più donne, un po´ più giovani, residenti in piccoli Comuni concentrati soprattutto nel Nord-Ovest. Di questa marea di "inconsapevoli" il 7 per cento sostiene di rivolgersi per i propri acquisti a Internet. Basta entrare in Facebook per verificare come il mercato virtuale, se non ha ancora sostituito bancarelle e aste, di certo sta facendo sempre più proseliti. Sono ben 82 i gruppi che collezionano confezioni, pubblicità, bottiglie e lattine di birra, 139 quelli dedicati alle schede telefoniche, 21 alle immaginette sacre. Ce n´è per tutti i gusti. Sette gruppi si scambiano ciucciotti, ventisei le gommine, quarantuno le bustine di zucchero. Ed ecco i vecchi giocattoli, le etichette della frutta, le bambole di porcellana, i presepi. Un vero boom per le palle di vetro con dentro la neve: 296. E che dire dei maniaci delle sorpresine dell´ovetto Kinder (127 gruppi) e dei fischietti, i cui appassionati sono raccolti in 85 associazioni?
Ma c´è anche chi colleziona e non lo dice (quasi) a nessuno. Per esempio un manager che lavora per una multinazionale e raccoglie clisteri. «Li custodisce in segreto, eppure non ci sarebbe da vergognarsi: fanno parte della storia della medicina», racconta Enrico Castruccio, autore di uno studio sistematico su «Usi, costumi ed emozioni del collezionismo». Di clisteri quel manager ne ha centinaia, di diverse epoche storiche: «Lei non si immagina quanta scienza, passione e sapere ha richiesto una collezione come questa».
Un altro anonimo raccoglie invece confezioni di calze da donna in nylon del periodo 1945-1960. «Gli interessa la fattura e la decorazione delle calze. E anche la grafica, splendida a volte, delle confezioni. in contatto su Internet con molti altri appassionati del genere che, negli Usa, sono parecchi e danno vita a un discreto mercato. Ha pure una collezione di reggicalze di tutte le epoche». E se ne vergogna? « solo prudente. La sua socialità la trova in Internet». «Tutto è collezionabile - ribadisce Castruccio - ma è importante che dietro ogni collezione ci sia una logica, un disegno, uno studio».
A volte una collezione si struttura e diventa museo, visitabile e fruibile da tutti. Franco Tamoni, un appassionato ferrarese, con un gruppo di amici ha aperto un sito (www.museispontanei.it) con grandi ambizioni: censire i piccoli musei estemporanei sparsi per la Penisola. Se ne contano 82. «Ci sono collezioni e personaggi incredibili - assicura Tamoni - un peccato che non siano conosciuti. Visitare il museo insieme all´ideatore è poi un´esperienza». Però i contatti non sono facili: «Molti sono gelosi delle proprie cose. La sera ci mettiamo a chattare, ci arrivano notizie e riferimenti. Se accettano, li mettiamo in elenco».
Scopriamo così che esistono ben tre musei del cavatappi: a Ciliverghe (Brescia), a Barolo (Cuneo) e nell´Oltrepo Pavese, a Moncalvo Versiggia. Imponente (ben 19 sezioni) quello di Barolo: cavatappi in legno, ottone, alluminio, osso, corno, ebano, madreperla, bronzo, avorio, argento, tartaruga, pietre preziose e meccanismi anche molto complessi. A Palazzolo Milanese la collezione di Guido Fisogni è dedicata invece ai distributori di benzina e agli oggetti promozionali delle industrie petrolifere, mentre il milanese Antonio Ferramini ha raccolto 600 ferri da stiro, oltre ad attrezzi da sartoria. Ad Almenno San Bartomeo (Bergamo) c´è un piccolo museo dedicato all´ambra baltica, in cui sono incastonati insetti. A Savio di Cervia, in Romagna, si trova una gran collezione di fonovaligie, e lì vicino, a Riccione, caraffe da whisky da tutto il mondo. Anche il tombino ha i suoi cultori a Ferrara, nel Museo delle Ghise. Spiega il direttore, Stefano Bottoni: «I tombini hanno seguito per anni la storia della città e della sua araldica, subendo le intemperie, il passaggio di carri prima e poi di auto. Immutabili, eterni, spesso trascurati...».