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 2009  maggio 19 Martedì calendario

Allarme social network troppi i contatti sconosciuti - I dati emersi dal sondaggio condotto in occasione della seconda "Settimana nazionale della sicurezza in rete"

Allarme social network troppi i contatti sconosciuti - I dati emersi dal sondaggio condotto in occasione della seconda "Settimana nazionale della sicurezza in rete". A rischio privacy soprattutto i giovani, ma attenzione anche agli over 40 - Conosce poco i suoi contatti e le regole per proteggere la sua immagine online, ha meno di 19 anni e gestisce le amicizie in maniera molto superficiale. A volte al limite del rischio privacy. E’ questo il profilo del’utente medio del social network emerso dal sondaggio condotto su oltre 2mila persone in occasione della seconda "Settimana nazionale della sicurezza in rete". Attenzione però anche per gli over 40. Insomma, solo un’attenta conoscenza della rete permetterebbe agli iscritti di evitare i problemi legati alla privacy e alla protezione dei dati personali. Il 22% degli utenti iscritti ai social network ammette di conoscere bene tutti i contatti presenti nella propria lista di amici: nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di persone poco o per nulla conosciute. E’ uno dei dati che emerge dal sondaggio on line condotto nell’ambito della seconda edizione della manifestazione organizzata da SicuramenteWeb, il progetto di responsabilità sociale di Microsoft, in collaborazione con la Polizia di Stato e il patrocinio dei ministeri della Gioventù e dello Sviluppo economico. I dati del sondaggio, che ha coinvolto circa 2.400 persone - premettono i responsabili- "sottolineano l’esigenza di informare e sensibilizzare gli utenti sul funzionamento di questi nuovi strumenti di comunicazione e relazione virtuale". Basti pensare che solo il 61% del campione afferma di essere a conoscenza dei settaggi di privacy che consentono di gestire la visibilità delle foto pubblicate: una percentuale che scende al 53% se si considerano esclusivamente i minorenni, la fascia più a rischio. Inoltre, appena il 49% sa quali sono i dati in possesso dei social network mentre il 41% crede che questi ultimi non possano fare della pubblicità mirata in base al proprio profilo. Il che vuol dire che "larga parte degli utenti non sono consapevoli di che cosa davvero condividono online, ma soprattutto che spesso queste informazioni sono a disposizione di estranei, con il rischio di finire vittime di malintenzionati". Più della metà degli iscritti ai socialnetwork (il 56%) ha meno di 19 anni, ma spesso i teenager sono in buona compagnia: il 54% dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni dichiara di avere i propri genitori tra gli amici, percentuale che scende al 41% tra i 15 e i 18 anni: in pratica, quasi la metà degli adolescenti consente l’accesso al proprio profilo ai genitori che, tuttavia, ne approfittano solo in minima parte (nell’11% dei casi) per monitorare le attività dei figli. Nel complesso - spiegano i promotori - il sondaggio rende bene l’idea di "come in rete la socialità si sviluppi in maniera del tutto differente rispetto alla vita reale, spesso in maniera molto più superficiale: in genere infatti una vera rete sociale si limita a 150 membri, mentre molto spesso capita di trovare persone che sui social network hanno un numero molto più alto di amici, segnale evidente di rapporti non così concreti come quelli che si hanno nella vita". Ma attenzione. Paradossalmente a correre rischi magiori sono gli over 40. "Nella affannosa ricerca di un contatto con vecchi compagni di scuola o con ex partner mettono on line foto e, soprattutto, dati personali esponendosi a furti di identità dalle conseguenze imprevedibili". E’ Domenico Vulpiani, direttore del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni, a lanciare l’allarme. "Internet, e in particolare i social network, sono diventati una gigantesca piazza virtuale, che ha stravolto la comunicazione tradizionale - ha ricordato Maurizio Masciopinto, direttore dell’Ufficio relazioni esterne del dipartimento della pubblica sicurezza - Solo un’adeguata conoscenza dei pericoli del web da parte di tutti gli utenti può favorire la diffusione di una cultura della legalità e permettere, da una parte, una maggior capacità collettiva di isolare i comportamenti negativi, dall’altra di individuare e colpire con maggiore rapidità ed incisività coloro che ne sono responsabili".