Danilo Taino, Corriere della sera 20/5/2009, 20 maggio 2009
LA DDR E LA CONFESSIONE DI ANGELA «ANCH’IO HO FATTO COMPROMESSI»
Il racconto in tv della Merkel: «La Stasi tentò di reclutarmi»
BERLINO – Si bevve una birra, la giovane Angela Merkel, quando crollò il Muro di Berlino: una lattina in un appartamento di sconosciuti, quella notte del 9 novembre 1989, quando le case degli occidentali si aprirono ai connazionali ritrovati dell’Est.
Niente ostriche all’Hotel Kempinski, a Ovest, come si era più volte ripromessa in una gag frequente con sua madre. Birra dopo una sauna con un’amica, ha raccontato ieri sera in televisione.
La cancelliera ha iniziato la sua «campagna del calore», per sembrare meno distaccata e fredda, prologo alla campagna elettorale d’autunno. E alla tv pubblica Ard ha parlato di uno dei temi ancora oggi delicati nella Berlino politica: della Germania dell’Est, del passato di chi come lei viveva nel socialismo reale, dei rapporti con la Stasi, l’apparato poliziesco potentissimo che tentò di reclutarla. Questioni che sollevano emozioni forti.
Pochi giorni fa, Oskar Lafontaine – uno dei capi della Linke, il partito nato dalla fusione degli ex comunisti della Ddr con alcuni fuoriusciti socialdemocratici – aveva accusato Frau Merkel di essere stata una funzionaria della Freie Deutsche Jugend (Fdj), l’organizzazione ufficiale dei giovani: si occupava di propaganda. Un posto che poteva essere affidato solo a «una giovane comunista convinta», ha detto.
Merkel – che quando cadde il muro aveva 35 anni – ha confermato (lo si sapeva) di essere stata un membro della Fdj. Ma quanto a comunista...
Da lì è partita per raccontare com’era la vita in quei giorni, di là dalla Cortina di Ferro. Spesso, in un ristorante, «ci siamo seduti al tavolo, abbiamo toccato la lampada e detto ’se c’è un microfono, prego accenderlo’ ». Tempi di oppressione nei quali la gente faceva compromessi. Anche Angela Merkel ne accettò, ha ammesso ieri. Ma – ha aggiunto – «ho scelto una vita da scienziata per non dovere fare troppi compromessi».
Scienziata fisica «perché con la fisica non si può cambiare così facilmente la verità ». «La mia nostalgia per il socialismo non esiste», ha ribadito. Lafontaine, ha poi aggiunto, dovrebbe smetterla con le «schematizzazioni: queste discussioni in bianco e nero non aiutano».
Più che una difesa è sembrato un richiamo a ricordare cos’erano il regime di Erich Honecker e la vita nella cosiddetta dittatura del proletariato. Anche lei fu tentata di lasciare il Paese, in particolare durante un viaggio ad Amburgo nel quale non capiva, avendo visto molti telefilm occidentali, se una ragazza che dormiva sola in un albergo corresse qualche rischio. Ma non lo fece. « un grande passo lasciare il proprio modo di vita» e gli affetti.
Per la prima volta, Frau Merkel ha anche raccontato di essere stata avvicinata dalla Stasi, che le offrì di diventare una spia, come ce n’erano a decine di migliaia nella Ddr. Fu quando chiese di diventare assistente universitaria. Dopo il colloquio con il professore, fu fatta entrare in una stanza dove fu raggiunta da un funzionario che le fece l’offerta. Se l’aspettava da tempo e quindi aveva la risposta pronta: non avrebbe saputo tacere e mantenere i segreti, portò a giustificazione del suo rifiuto, era una chiacchierona. Utile, ma una menzogna spudorata: una chiacchierona che per raccontare di se stessa nella Ddr ha aspettato vent’anni.