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 2009  maggio 20 Mercoledì calendario

C’è di nuovo un guaio giudi­ci-Berlusconi. uscita la moti­vazione della sentenza relativa al processo Mills e dentro c’è scritto che questo Mills, un avvo­cato inglese di fama, mentì a un processo per corruzione «per sal­vare Berlusconi»

C’è di nuovo un guaio giudi­ci-Berlusconi. uscita la moti­vazione della sentenza relativa al processo Mills e dentro c’è scritto che questo Mills, un avvo­cato inglese di fama, mentì a un processo per corruzione «per sal­vare Berlusconi». Berlusconi, che è ricorso in appello e si dice sicurissimo dell’assoluzione fi­nale, ha rilasciato dichiarazio­ni di fuoco, preannunciando che riferirà in Parlamento e «in quella sede dirò finalmente quanto da tempo penso a propo­sito di certa magistratura». Di Pietro gli ha chiesto di dimetter­si, Franceschini vuole che rinun­ci all’immunità, Berlusconi ha fatto rispondere al suo avvoca­to- parlamentare Nicola Ghedi­ni, quello magro magro che ve­diamo sempre da Santoro: «Se rinunciasse, condannerebbe il paese all’ingovernabilità».

Mamma mia. Ma intanto, se hanno condannato a quattro anni e sei mesi Mills, il presun­to corrotto, non dovrebbero condannare anche Berlusco­ni, il presunto corruttore?
Già, ma la posizione di Berlu­sconi è stata stralciata dal pro­cesso per via del lodo Alfano. Si ricorda? L’anno scorso, po­co prima delle vacanze estive, il premier fece varare in fretta e furia dal Parlamento un dise­gno di legge di un solo articolo che teneva immuni dai proces­si penali il Presidente della Re­pubblica, il Presidente del Se­nato, il Presidente della Came­ra e il Presidente del Consiglio (in ordine di gerarchia istitu­zionale). «La sospensione si ap­plica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzio­ne della carica» era scritto al primo comma. Di Pietro disse: «Se il premier ammazza la mo­glie, nessuno gli può dire nien­te ». Vero, però finché resta in carica. Il quarto comma della legge sospende infatti anche la prescrizione. E l’immunità non è reiterabile. Quindi, se uno di­venta presidente della Repub­blica dopo essere stato presi­dente del Consiglio, i processi a quel punto li deve affrontare.

Però, nel frattempo, Berlusco­ni potrebbe essere stato assol­to.
Lui si dice sicurissimo. Il lodo Alfano venne varato in tutta fretta proprio perché stava arri­vando la sentenza su questo ca­so Mills e, senza lo scudo del lodo, Berlusconi sarebbe stato sicuramente condannato. Lo sapeva, e tentò anche di ricusa­re il giudice Nicoletta Gandus, facendola accusare dai suoi av­vocati di nutrire «una grave ini­micizia » per lui. Richiesta re­spinta. Essendo stata stralciata la sua posizione, adesso Berlu­sconi ha il tempo per l’assolu­zione di Mills in appello. Però con l’incognita dell’eccezione di incostituzionalità sollevata dal pm Fabio De Pasquale nel corso del processo sui diritti tv di Mediaset. Se la Corte la acco­gliesse, il premier dovrebbe presentarsi in tribunale. Forse ci sarebbero le elezioni antici­pate.

Ma questa sentenza Mills, alla fine, che dice?
Nella motivazione, i giudici di­cono che Mills «agì da ”falso te­stimone” per consentire a Ber­lusconi e alla Fininvest l’impu­nità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento di operazioni so­cietarie e finanziarie illecite». I giudici sostengono anche che Mills incassò per questi suoi servigi «enormi somme di de­naro » (600 mila dollari e nel 1996 45 mila sterline). La falsa testimonianza di Mills sarebbe servita a Berlusconi per na­scondere le società off-shore at­traverso cui faceva arrivare a Marina e Piersilvio «ingenti profitti illecitamente consegui­ti all’estero». Vale a dire che se­condo i giudici evadeva il fi­sco.

Quindi nel processo dovrebbe esserci anche lo Stato, per chiedere i danni.
C’è addirittura la presidenza del Consiglio, nella persona dell’avvocato Gabriella Vana­dia, che vuole 250 mila euro di risarcimento. Penso sia un ca­so unico al mondo: la presiden­za del Consiglio contro il presi­dente del Consiglio.

In che cosa consisteranno alle fine questi fuochi e queste fiamme che Berlusconi pro­mette in Parlamento?
Le riporto tale e quale quello che ha detto ieri: «Quando il processo riprenderà con altri giudici, dimostrerò la mia tota­le estraneità. Da questi giudici non mi farò processare». Poi: «E’ un fatto indiscutibile che non c’è stato nessun versamen­to di nessuno al signor Mills. Durante il processo è stato spie­gato chi aveva dato i soldi, è stato individuato il tragitto dei soldi e sono state individuate le azioni che Mills ha fatto con quei soldi e il fisco inglese ha costretto il signor Mills a paga­re le imposte, considerando queste entrate come un com­penso professionale. Se fosse stata una donazione, Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. Se questo non vi ba­sta (Berlusconi stava parlando con dei giornalisti, ndr), se non vi basta la presa di posizio­ne di uno Stato a riguardo, allo­ra non so...» [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/5/2009]