Domenico Calabrò, Panorama, 21 maggio 2009, 21 maggio 2009
DOMENICO CALABRò PER PANORAMA 21 MAGGIO 2009
Le «bionde» russe sbarcano a Venezia Contrabbando Il traffico di sigarette torna a essere redditizio, lo dimostra l’invasione delle Jin Ling. E sceglie nuove strade. Che passano per l’Italia.
L’Europa, invasa da sigarette cinesi di contrabbando Jin Ling, è in allarme: nel 2007 ne sono stati sequestrati 258 milioni; l’anno successivo ancora di più e nel corso di quest’anno i sequestri hanno permesso di individuare le nuove rotte del contrabbando. Al vertice, la criminalità russa. Si calcola che venga scoperto appena il 5-10 per cento del contrabbando: sarebbero almeno 5 miliardi le sigarette che arrivano sui mercati europei per via illecita. Malgrado le «perdite» inflitte, insomma, il business rimane molto redditizio. Il porto di Venezia è il nuovo approdo per il mercato europeo: qui, solo negli ultimi cinque mesi, la Guardia di finanza ha sequestrato 40 tonnellate di sigarette prodotte nella città russa di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania. La strada più breve per raggiungere i mercati di Centro e Nord Europa sembra passare per le frontiere tedesca e olandese, ma negli ultimi tempi le autorità di questi paesi hanno imposto controlli più rigidi. E i contrabbandieri hanno cambiato percorso. La zona franca di Cipro accoglie tir carichi di tabacco sistemato in cassoni che a prima vista sembrano contenere prodotti alimentari (l’ultimo carico di 6 tonnellate era camuffato con 3 mila cestini di bellissime fragole). Da qui la partenza, via mare, per Venezia, poi il viaggio che in poche ore porta a destinazione, in Germania. La legge italiana punisce il contrabbando con la reclusione da 2 a 5 anni e una multa di 5 euro per ogni grammo di prodotto (una sigaretta pesa 1 grammo). Per un quantitativo come quello sequestrato al camionista tedesco Grigovas Jaonsevic qualche settimana fa l’ammenda sarebbe di 30 milioni di euro. Ma nessuno la pagherà. Il valore commerciale delle 6 tonnellate di sigarette sequestrate ammonta a 1,3 milioni di euro. Gli autisti non conoscono mai la destinazione finale della merce. Alla partenza da Kaliningrad, infatti, vengono loro consegnati un telefonino e i contatti da attivare quando il camion arriva nella zona di scarico. Individuare il destinatario finale è perciò assai difficile. Il contrabbando di sigarette è tornato a essere interessante per il crimine internazionale, tanto che i funzionari antifrode (Olaf) dell’Unione Europea hanno creato una squadra specializzata per fronteggiare l’invasione di Jin Ling: un pacchetto di sigarette viene venduto al contrabbandiere a 0,16 euro; sul mercato arriva a 2 euro. In una città come Berlino, per esempio, i punti vendita del mercato nero sono almeno 300 e secondo la statistica federale un residente su tre nella ex Germania dell’Est fuma sigarette di contrabbando. Negli ultimi mesi è stato accertato che il mercato ha reclutato anche venditori porta a porta. L’azienda che ha invaso l’Europa di Jin Ling è la Baltiskaya tabachnaya fabrica (Btf), che ha raddoppiato la capacità di produzione a Kaliningrad, portandola da 6,3 miliardi a 13 miliardi di sigarette l’anno. Il direttore e proprietario, il russo Vladimir Kazakov, dichiara con orgoglio: «Non siamo in grado di soddisfare la domanda, dobbiamo creare altre fabbriche». Promessa mantenuta: il magnate ha investito 45 milioni di dollari per creare nuovi impianti di produzione che gli hanno permesso di espandersi nel mercato del fumo in tutta Europa. Una volta usciti dalla fabbrica, dei tir e del carico a lui non importa più nulla: la regola di questo commercio è che il pagamento è rigorosamente in anticipo. Intanto crescono i segnali che anche la criminalità organizzata italiana sta tornando a interessarsi di questo business, per anni snobbato a vantaggio di altri più redditizi. Per molti picciotti sarebbe un ritorno a un mestiere del passato.